2023-01-24
Il Pd strizza l'occhio all'abusivismo edilizio
True
Alessio D'Amato (Imagoeconomica)
Il candidato presidente alla Regione Lazio Alessio D’Amato: «Per le periferie non possono rimanere appese le 50.000 domande che risalgono alla prima sanatoria, è una situazione ingestibile perché si bloccano fondi, 25 miliardi che potrebbero essere utilizzati per creare occupazione».Forse a ingolosirlo troppo è stata la platea che aveva di fronte, gli architetti di Roma riuniti nella loro sede, dove ieri il candidato presidente alla Regione Lazio del Pd Alessio D’Amato, probabilmente sperando di ottenere qualche voto in più, ha strizzato l’occhio all’abusivismo edilizio.Questa la premessa del suo discorso: «Serve una semplificazione, dobbiamo avere una Regione che pianifica sempre più, gestisce sempre meno. Il trasferimento dei poteri urbanistici a Roma Capitale sarà fatto anche per altre realtà urbane». Poi lo scivolone, volontario o meno: «Per le periferie non possono rimanere appese le 50.000 domande che risalgono alla prima sanatoria, è una situazione ingestibile perché si bloccano fondi, 25 miliardi che potrebbero essere utilizzati per creare occupazione». Dunque secondo D’Amato: «Vanno adottati provvedimenti come il silenzio assenso con legge regionale. Sarebbe un atto dovuto. Ho proposto, inoltre, la creazione di una consulta delle periferie».Dichiarazioni che non potevano passare inosservate, soprattutto alla luce di quanto si legge nel suo programma elettorale. «Ma non sono stati anni solo di investimenti», dopo il breve panegirico della giunta regionale uscente, il candidato governatore aggiunge: «Abbiamo definito regole più semplici e contrastato l’abusivismo». Proprio così, eppure di fronte agli architetti romani qualora dovesse diventare presidente ha assicurato di voler «chiudere un occhio» sui 50.000 abusi ancora pendenti. Sorprendente pure l’idea di «una consulta delle periferie» per due ordini di ragioni: la prima risiede nella concreta utilità che avrebbe un organo del genere; la dimostrazione di interesse - e in questo consiste la seconda ragione - nei confronti delle zone più marginali, per il partito della Ztl, è davvero stupefacente. Archiviata la questione edilizia D’Amato è passato al contrattacco del suo principale avversario, il candidato presidente del centrodestra Francesco Rocca. Tema della contesa il possibile Expo di Roma nel 2030. «Immaginate cosa avrà pensato Dimitri Kerkentzes capo del Bureau dell'Expo oggi (ieri per chi legge, ndr) a Roma in visita nelle aree di Tor Vergata nel leggere la dichiarazione di Rocca contrario di fatto a Tor Vergata. Una figuraccia internazionale, Rocca si muove come un elefante in una cristalleria, incompetenza e approssimazione che danneggiano la nostra reputazione e lo sforzo che Roma sta facendo per portare a casa un appuntamento fondamentale». A stretto giro è arrivata la replica di Rocca: «Trovo davvero surreale l'attività quotidiana di Alessio D'Amato nel cercare di mistificare quanto dico. Oggi siamo alle comiche con l'affermazione - totalmente falsa - di una mia contrarietà all'Expo di Roma 2030 che promuovo sin dall'inizio della campagna elettorale, ed in particolare dell'area di Tor Vergata, la cui riqualificazione è», ha dichiarato Rocca, «al centro dei progetti interistituzionali dell'unico Municipio governato a Roma dal centrodestra». In una giornata di schermaglie non poteva mancare il tema più caldo della campagna elettorale: i rifiuti. Stavolta a piazzare il «gancio» è Rocca: «Se il commissario ai rifiuti Gualtieri (Roberto, sindaco di Roma, ndr) si aprisse al dialogo con la città non sarebbe male, è desaparecido. Ha individuato la località e poi è sparito. ll termovalorizzatore deve chiudere il ciclo dei rifiuti e deve terminare la stagione delle discariche». Dal primo cittadino nessuna risposta. Sul caso tmb avrebbe potuto intervenire il M5s, magari per ribadire ancora una volta la contrarietà all’impianto. Invece no, l’ex premier Giuseppe Conte e la candidata presidente grillina Donatella Bianchi hanno preferito trascorrere gran parte della giornata fra i banchi del mercato rionale di Monteverde. Una scelta pop, non sappiamo se imposta a Bianchi, ma che non sorprende più, perché adottata pure per la campagna elettorale delle recenti politiche, tipica dell’avvocato di Volturara Appula.