I titoli della salute, tradizionale rifugio nei periodi di volatilità, oggi hanno quotazioni basse, ma gli esperti prevedono aumenti grazie al consolidamento e alle medicine per diabete e tumori. Rendimenti anche del 55%.
I titoli della salute, tradizionale rifugio nei periodi di volatilità, oggi hanno quotazioni basse, ma gli esperti prevedono aumenti grazie al consolidamento e alle medicine per diabete e tumori. Rendimenti anche del 55%.Il settore farmaceutico in Borsa è da sempre considerato una roccaforte. I motivi sono chiari: questo comparto soffre meno degli altri della volatilità, offre una certa stabilità nei dividendi e non è ciclico. Ciò significa che, trattando il bene più prezioso che abbiamo, la salute, riesce a offrire una buona marginalità anche in momenti di crisi. L'unico vero punto a sfavore del mondo farmaceutico è quello legato alla politica. Può infatti accadere che l'arrivo di una nuova legge possa mettere il turbo o tarpare le ali al settore. I timori per i titoli farmaceutici, di recente, sono stati alimentati ancora una volta da fattori quali l'agenda politica, i documenti normativi e i tweet del presidente americano Donald Trump, tutti indicanti in vario modo potenziali controlli sui prezzi da parte del governo statunitense.In realtà gli investitori si sono dimostrati cauti circa il rischio di un intervento legislativo sul controllo dei prezzi dei farmaci (o su un'alternativa analoga sotto forma di ordini esecutivi o interventi delle agenzie statali), anche se questa intonazione negativa si è tradotta di fatto in un deflusso di capitali dal settore. Per bilanciare, però, questo elemento negativo per il mercato, va detto che nel secondo semestre 2018 sono arrivati alla fase III (quella che precede la messa in vendita) importanti farmaci che promettono di smuovere le acque dei mercati americani ed europei. Prodotti contro la depressione post parto, la leucemia mieloide acuta recidivante, per l'abbassamento del colesterolo e per la lotta ad alcuni tumori. Tutti fattori che promettono di dare una mano alle quotazioni in Borsa.A ogni modo, guardando con una prospettiva di lungo periodo, i grandi gruppi farmaceutici sono oggi tra i candidati migliori per prossimi rialzi, prospettati da una costante espansione delle spese mediche e da una domanda che si annuncia sempre crescente nei mercati globali del ventunesimo secolo. Con queste premesse, non è un caso che gli strumenti di investimento focalizzati su questo settore non manchino. Molti colossi del risparmio gestito e molte reti di consulenti finanziari non vogliono infatti perdersi la succulenta fetta di commissioni in arrivo da questi prodotti.Tra i titoli azionari Bb biotech è cresciuta di oltre il 55%. Ci sono poi le azioni di Novartis che nel 2018 hanno fatto particolarmente bene e che in tre anni hanno fruttato oltre l'11%.Sono stati in grado di dare soddisfazioni agli investitori anche i fondi comuni o gli Etf che investono sul comparto farmaceutico. L'Etf Invesco health care S&P Us selection in tre anni è cresciuto di otre il 21% (in un anno di oltre iI 17%). Bene anche il Bgf world healthscience che dal 2015 è salito del 15,2% e in 12 mesi di oltre il 17%. Anche un altro Etf, il Lyxor msci world health care, è stato in grado di far felici i risparmiatori con un +11,43% in tre anni e una crescita del 14% in 12 mesi. Insomma, quello del pharma, come chiamano il settore gli addetti ai lavori, si preannuncia come un comparto in crescita. Soprattutto perché le valutazioni di molti titoli sono ancora basse. E soprattutto ben lontane dai massimi del periodo 2016-2017. Inoltre, sono in molti ad attendersi importanti operazioni di fusione e acquisizione che potrebbero rafforzare ancora di più alcuni colossi del comparto.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





