2024-04-12
L’eterna sfida tra Cuffaro e Orlando torna in scena pure per Bruxelles
Salvatore Cuffaro (Imagoeconomica)
Totò non si candida ma rivendica il suo consenso: «Muoviamo 250.000 preferenze».Un tuffo nel lontano passato. La Sicilia eterna: Leoluca Orlando contro Salvatore «Totò» Cuffaro. Un duello che attraversa la politica dell’isola da un quarto di secolo. Ora si ripropone cristallizzando il tempo. L’ex sindaco di Palermo, infatti ha annunciato che si candiderà per Avs, il partito di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni come capolista nelle Isole. Dalla parte opposta, come sempre, Totò Cuffaro, l’ex presidente della Regione che si è fatto cinque anni di galera, scrivendo libri e pregando: i carabinieri prima di portarlo a Rebibbia avevano aspettato che tornasse dalla chiesa. Cuffaro non si candiderà direttamente, ma dietro lo scudo crociato della vecchia Dc è certo di poter organizzare migliaia di preferenze da mettere a disposizione. «Con l’ultima elezione regionale, due anni fa, abbiamo mosso 140.000 elettori» dichiara in un’intervista a Il Riformista. «Adesso dopo due anni di lavoro, di sacrificio e di congressi siamo anche nel più piccolo comune siciliano, il più sperduto di mille abitanti. Abbiamo rimesso in piedi non solo un’idea, ma anche un metodo: quello di riunire le persone, farle tesserare e portarle a votare. Pensiamo in Sicilia di muovere 250.000 voti». Un partito a doppia cifra con oltre 400 consiglieri in tutta l’isola che ora cerca un tetto a livello nazionale. La rivalità con Orlando è coperta dalla polvere dei decenni. Si erano scontrati direttamente per la prima volta nel 2001 per la presidenza della Regione Sicilia. Vinse Cuffaro con il 59% dei voti. Orlando a 76 anni cerca ancora la rivincita. Ha governato Palermo ventidue anni per cinque mandati anche se non consecutivi. La prima volta quasi quarant’anni fa. Era il 1985 e la scena politica era dominata da Giulio Andreotti e Bettino Craxi. A Palermo comandavano Vito Ciancimino e Salvo Lima. Orlando ha fatto l’eurodeputato dal 1994 al 1999, ricoprendo gli incarichi di vicepresidente della commissione per l’ingresso di Malta nell’Unione europea e membro supplente della commissione per la Sicurezza e il disarmo. Trent’anni dopo una nuova sfida per il «Professore», reduce da un ultimo mandato come sindaco (2017-2022) caratterizzato da diversi insuccessi amministrativi: su tutti l’emergenza salme insepolte al cimitero dei Rotoli (il più grande della città). L’ha risolta l’attuale sindaco Roberto Lagalla (proveniente dalle fila dell’Udc di Cuffaro) ponendo fine allo scandalo di decine di bare ammucchiate nei depositi in attesa di sepoltura. Ma per Orlando la «Primavera di Palermo» è una stagione della vita. Un paradigma usato contro il Pd in occasione della presentazione di Enigma Palermo, il libro scritto assieme alla giornalista tedesca Constanze Reuscher. Anche in questo caso un sorso di giovinezza considerando gli studi all’Università di Heidelberg. Davanti a una folta platea di suoi (storici) elettori è stato categorico: «Do due anni di vita al Pd, che rischia di diventare una presenza residuale. La mia proposta di candidatura è la cartina da tornasole per capire se il partito ed Elly Schlein sono davvero liberi dalle correnti. Tutti i capicorrente sono saliti sul carro del vincitore e sono accanto alla segretaria: da Franceschini a D’Alema, passando per Provenzano. Sono tutti con lei. Io ho molti consensi ma non ho correnti». Ora ci riprova: «Ho una esperienza da parlamentare europeo e rapporti internazionali».
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