2022-10-17
Cruciani: «Meloni atto primo: via le multe ai no vax e addio quarantene»
Il polemista: «È ora di finirla con la burocrazia Covid, restituiamo libertà agli italiani. Ridicolo criminalizzare La Russa e Fontana».«Via le multe, via le quarantene: serve un provvedimento di rottura, deve essere il primo atto». Giuseppe Cruciani in questi giorni alla Zanzara era un fiume in piena, ma quando non lo è. Giornalista, inizi di carriera tra Radio Radicale, L’Indipendente e il Tempo, conduce da anni la trasmissione di Radio24 in tandem con David Parenzo. Oggi, ne è sicuro, la prima mossa pubblica del governo Meloni dovrebbe fare piazza pulita di tutta «l’impalcatura burocratica che è stata imbastita sul Covid, di cui onestamente non sentirò la mancanza».Lo faranno?«Questo non lo so, visto che al governo c’è pure chi tutte queste restrizioni le ha approvate. Ma è una cosa così semplice, e soprattutto così popolare, che farebbe pure impennare il consenso».In questi giorni un anno fa scattava il green pass obbligatorio per i lavoratori.«E un anno dopo scopriamo che il presupposto molto controverso su cui si basò il certificato, e cioè quello di prevenire il contagio, non era scientificamente valido. Pfizer ha ammesso pubblicamente che sapeva che i vaccini non fermano la trasmissione. Qui non si tratta più di essere pro o no vax. Io penso che in alcune fasi i vaccini sono stati molto utili per difendere le fasce più deboli della popolazione. Si tratta però di avere finalmente coraggio. Abolire le quarantene, questo è da fare». Suonerebbe forse come un’ammissione di colpa?«Un nuovo governo da qualcosa di nuovo dovrà pur iniziare, no? È stato tolto il diritto ad alcune persone di lavorare, e persino di spostarsi. Migliaia di persone sono state private dello stipendio per vivere, sospese dal lavoro per non aver accettato il green pass. E dopo tutto quello che siamo venuti a sapere che succede? Che partono milioni di multe per gli over 50 che non si sono vaccinati. Da annullare, e subito».La sospensione pare in arrivo. «Scontata, mi pare. Oggi bisogna che si dica che l’imposizione vaccinale fu un errore, che la restrizione delle libertà fu un errore e una grave discriminazione. Ma non tanto sulla scorta del cosiddetto Pfizergate, attenzione, ma per un principio di realtà. C’è chi si riempie la bocca con la parola “diritti”, ma questi vengono dimenticati».In questi giorni uno dei più temibili oppositori dei «diritti», a proposito, è indicato in Lorenzo Fontana.«L’operazione di demonizzazione e criminalizzazione di Fontana, come di La Russa, e cioè di due politici che non hanno mai fatto mistero delle loro posizioni, arcinote, è sinceramente ridicola. Mi dovrebbero spiegare chi mai starebbe mettendo in pericolo qualche diritto acquisito. A leggere sui social e alcuni quotidiani sembra che si stia per tornare al Medioevo, ma quando mai…».Il Pd vorrebbe controbilanciare con una vicepresidenza della Camera ad Alessandro Zan. «Ma benissimo, figuriamoci, che mettano Zan o chi vogliono. Sfido chiunque a ricordarsi i nomi di un vicepresidente della Camera o del Senato. Qualcuno ricorda forse gli stessi presidenti delle Camere per atti politici decisivi? Personalmente, di Roberto Fico ricordo solo che andò in autobus e finì con l’auto blu, e poi lo scoop delle Iene sulla colf. Niente altro di rilevante, mi pare». Eppure con Fontana uno come Giuseppe Cruciani, a cena, non andrebbe molto d’accordo. O sbaglio?«Per niente, ha posizioni che io combatto da sempre. Non mi risulta però innanzitutto che abbia fatto una qualsiasi proposta di legge per limitare i diritti degli omosessuali, o i diritti all’aborto. Quando era ministro della Famiglia con il governo Conte non mi pare proprio che abbia minato il diritto di qualche minoranza. E poi in quel ruolo è anzi anestetizzato: parliamo da giorni di poltrone che non incidono sul futuro politico del Paese».E allora perché tanto clamore?«Alla sinistra vanno bene i cattolici se sono i cattolici che dicono loro, e non quelli tradizionalisti. Io che non ho una famiglia tradizionale, che per anni mi sono battuto per il matrimonio omosessuale, il divorzio e l’aborto - acqua passata - nel 2019 salii sul palco del congresso mondiale delle famiglie di Verona proprio per avversare il principio che si possa impedire a qualcuno di parlare».Fontana era tra i promotori. Tu dicesti: «Mi sento uno di voi oggi perché molti vorrebbero spegnere questo microfono da cui sto parlando».«Specifico: non ero certo tra i relatori. Molto semplicemente, reagii a una criminalizzazione molto simile a quella di questi giorni. Che poi, come faceva notare Marco Cappato, forse servirebbe invece un po’ di mea culpa: non mi risulta che con la sinistra al governo - e ci è stata per anni - ci sia stato qualche intervento importante e che abbia contato qualcosa su temi come l’eutanasia, per esempio».Ignazio La Russa è stato più volte ospite alla Zanzara.«Sì, l’ultima volta qualche settimana fa: invitò Chiara Ferragni a tacere per tre mesi se il centrodestra avesse vinto, dopo il suo endorsement per la sinistra».Personaggio che divide, e fa ascolti, La Russa.«Non lo conosco bene, ma a dirla tutta mi sta anche piuttosto simpatico. Pure lui mai ha nascosto da dove viene. E la sinistra nel privato lo ha sempre accettato: è un politico con cui tutti vanno d’accordo, ma non si capisce perché ora non possa fare il presidente del Senato».Il clima non è dei più distesi. Fronte Colosseo è spuntato uno striscione contro di lui, con il nome «a testa in giù». Scritte con la stella a cinque punte hanno colorato la Garbatella…«Non ho visto tutta questa indignazione quando si scelsero personaggi divisivi come la Boldrini, o ancora prima Bertinotti. Anzi furono investiti subito da un’aura di istituzionalità. Fontana e La Russa hanno fatto discorsi che più ecumenici e istituzionali non si può - han citato gente di destra e sinistra, da Pertini a papa Francesco, a dimostrazione ulteriore che sono cariche inutili e sterili -, ma sono indicati come personaggi pericolosi». Votati però pure dall’opposizione, a quanto pare…«La politica è da sempre un circo. È sangue e merda, è fatta anche di questo. Sgambetti, ripicche, tutto già visto. E però io non mi stupirei se c’è poi qualcuno che si incazza, a vedere le manovrine di Palazzo quando non riesce a pagare bollette folli, e non c’è tempo da perdere».Del fascismo in trasmissione ne parli spesso. «Qualche giorno fa abbiamo intervistato Mauro Giannini, il sindaco di Pennabilli che ha detto di esser nato e voler morire con la camicia nera. Scontro memorabile, divertente. Però queste son cose folcloristiche, che agitiamo perché sono curiose, intrattengono. Se però mi si viene a dire che c’è un pericolo fascismo in Italia… ecco, no. I partiti di estrema destra sono irrilevanti dal punto di vista politico, e se pure ci sono non rappresentano alcun pericolo per la democrazia».Cosa hai pensato invece quando hai visto gli appunti di Berlusconi?«Prima cosa? “Ma come è possibile”. Resto con il dubbio che lo abbia fatto apposta, a favor di telecamere. Un atto di sincerità, di un uomo che vuole dettare ancora il gioco. Segnarsi le cose sul foglio è tipico suo, è uno strumento comunicativo. Il ritorno al Senato avrebbe dovuto però per me essere gestito diversamente dai suoi». Ha guadagnato ancora le prime pagine dei giornali…«Non vorrei che lo avessero mal consigliato e trascinato in una battaglia in cui, per ora, risulta sconfitto. Mai sarà messo in dubbio l’uomo e quel che ha fatto, per carità, ma l’immagine del vecchio leone che cerca di dettar legge senza riuscirci gliela potevano risparmiare».Pare che non ci sia grande unità…«Onestamente penso che lo spettacolo che hanno dato i vincitori delle elezioni nella scorsa settimana non sia stato molto edificante. Occorre prendersi poltrone o fare - presto - provvedimenti utili per un Paese che fatica a tirare a fine mese? Detto questo, non è che le divisioni mi stupiscano molto, sia chiaro: non mi pare che Pd e 5 stelle al governo siano andati molto d’accordo, ad esempio».Che cosa aspettarsi da Giorgia Meloni, oltre che i provvedimenti sul Covid?«La risposta data sul non essere ricattabile mi sembra che parli chiaro: è una risposta da leader. Gli italiani l’hanno scelta, e occorrerà certo qualche compromesso, ma mi aspetto discussioni finalmente serie sull’economia. Possibile che con questa crisi internazionale si debba assistere a pizzini, “vaffanculo”, balletti, litigi, per quattro poltroncine del c…? Dopodiché: ce ne ricorderemo per un po’, ma tutto passa in questo Paese».
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)