2025-07-08
Crolla il gradimento dei cittadini per sindaci e governatori rossi
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La classifica del «Sole 24 Ore» certifica il disastro delle amministrazioni progressiste. Il bolognese Lepore è al 58° posto (-8,4% dall’elezione), Gualtieri all’89° (-13,2%). Sprofonda De Luca (-14,9%), si salva Sala.«Ma lei sta bene con la testa?». Tre mesi fa l’aggressione verbale di Clemente Mastella da sindaco di Benevento alla giornalista di Report sembrava un de profundis politico. E invece è stata un viatico per guadagnare ben 6,3 punti di gradimento. I disastri di Beppe Sala a Milano (inchieste edilizie, inquinamento, piazze senza alberi, fallimento delle politiche green, guerra agli automobilisti) erano il presupposto per un crollo verticale, e invece il borgomastro della metropoli tascabile è nono, +1,3% con 10 posizioni in più rispetto all’anno scorso. Tutto questo rivela la classifica del Sole 24 Ore (da un sondaggio dell’istituto Noto) pubblicata ieri e dedicata agli amministratori più e meno apprezzati d’Italia. Con un dubbio preliminare: o sono burloni gli intervistati, oppure agli italiani piace farlo strano.Prese le debite distanze da certi numeri rotolanti dalle homepage, ecco il responso più significativo: in cima alle graduatorie di sindaci e governatori ci sono due politici di centrodestra. Sono Marco Fioravanti, primo cittadino di Ascoli Piceno (Fdi), rieletto l’anno scorso con il 73,9% dei voti, e il presidente regionale del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga (Lega), ormai abbonato al titolo della Governance Poll. Sul podio dei sindaci salgono tre esponenti di centrosinistra, Michele Guerra (Parma, secondo) scalzato da Fioravanti e Gaetano Manfredi (Napoli, terzo, era secondo) ex aequo con Vito Leccese (Bari). Sul podio dei governatori c’è un’altra granitica conferma, Luca Zaia (Veneto, secondo). Terzo Alberto Cirio (Piemonte) a cementare il successo nei territori della coalizione guidata da Giorgia Meloni. A destra si nota anche l’exploit della vecchia volpe Renato Schifani in Sicilia, sesto con un +14,4%, mentre a sinistra fa rumore il crollo del vicerè borbonico Vincenzo De Luca, settimo con un terrificante -14,9%. A parte qualche eccentrica rivelazione, la classifica dei sindaci racconta di un’Italia metropolitana per nulla contenta di come è amministrata. Travolti dal traffico, dai divieti, dall’overtourism e dalla schizofrenica dialettica social, i cittadini hanno punito soprattutto i sindaci di centrosinistra che governano le grandi città. Un esempio per tutti, Matteo Lepore (Pd), protagonista a Bologna di una serie di iniziative destabilizzanti per accreditarsi presso la segreteria del Nazareno. L’imposizione della zona 30, la cattiva gestione dell’alluvione, le decisioni woke fuori dal tempo lo hanno relegato al 58° posto con un micidiale -8,4% di gradimento. Occuparsi più della «politique politicienne» che delle buche nelle strade o di «monopattino selvaggio», per un sindaco è un boomerang; gli amministrati se ne accorgono e ti puniscono.Restando nel campo dei primi cittadini metropolitani, una scoppola è arrivata anche a Roberto Gualtieri (Pd) relegato all’89° posto su 96 partecipanti, con il 13,2% di consensi in meno rispetto ad inizio mandato, anche se in crescita del 2% rispetto all’anno scorso. Nei bassifondi si posiziona un altro campione del progressismo nazionale, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che ha perso l’8,7% di consensi, un crollo verticale in buona parte dovuto al lassismo ben poco sabaudo con cui gestisce i rapporti con i No Tav, gli anarchici, gli antagonisti. Edifici pubblici concessi gratuitamente, nessuna volontà di garantire la sicurezza (ama dire «sono un sindaco, non uno sceriffo»), indecisionismo peloso hanno reso il capoluogo piemontese una delle città più difficili d’Italia. Il grido d’allarme dei cittadini è una sentenza.La classifica Governance Poll è compilata partendo da un sondaggio d’inizio giugno su un campione di 1.000 elettori in ogni regione e 600 in ogni città capoluogo di provincia con un bouquet di profili per genere, età e area di residenza. Lo scopo, secondo le intenzioni degli analisti dell’istituto Noto, è quello di «misurare il gradimento da parte dei cittadini nei termini più diretti». Praticamente la domanda riguarda la disponibilità a rieleggere il sindaco o il governatore di turno. C’è il sospetto che nel caso di Vanity Sala, gli intervistatori non si siano mossi dal Municipio 1, culla radical chic del pianeta. È curioso anche notare che gli ultimi posti della graduatoria dei sindaci sono occupati stabilmente da politici (o civici) del Sud. Dove, secondo il commento ai dati del Sole 24 Ore, «la difficoltà finanziaria e amministrativa si riflette sullo scarso entusiasmo nei confronti della politica locale». Così i primi otto borgomastri su dieci sono al Nord, gli ultimi sette su dieci sono al Sud.Fra i governatori la conferma della buona amministrazione del centrodestra è evidente, in qualche modo avvicinata da Eugenio Giani (Toscana, quarto) con 6,5 punti in più rispetto all’anno scorso. Le battaglie contro l’autonomia differenziata e in favore del suicidio assistito in una regione profondamente di sinistra hanno avuto effetto positivo. Quello che non è riuscito a ottenere il collega di schieramento Michele De Pascale in Emilia Romagna (-3,1%), costretto a pesanti aumenti delle imposte sulla Sanità pubblica per tentare di coprire i buchi di Stefano Bonaccini. Una simile sorte per Francesco Rocca nel Lazio, penultimo e con -3,5%.L’ultima curiosità riguarda Pescara dove il primo cittadino Carlo Masci (centrodestra), che nel 2024 aveva vinto le elezioni, si è visto annullare il risultato per presunte irregolarità nei conteggi. Si rivota il 24 agosto prossimo ma nel frattempo lui ha esercitato in pieno le funzioni. Pure benino, visto che in questo lasso di tempo ha ottenuto un 2% in più dai suoi concittadini. Sindaco promosso, giudici del Tar bocciati.
La neo premier giapponese Sanae Takaichi (Ansa)
Andrej Babis (Getty Images)
La Battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 di Andries Van Eertvelt, dipinto del 1640 (Getty Images)
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia in un intervento durante la sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo.