2025-02-15
Cristicchi massacrato: «Piace pure a Pillon»
Per i militanti progressisti il suo brano dedicato alla madre è criticabile perché ha ricevuto i complimenti dell’ex parlamentare. È una nuova frontiera del controllo culturale, che colpisce un artista «colpevole» di aver preso posizione contro l’utero in affitto.È la nuova frontiera della militanza artistica: non basta più scrivere canzoni impegnate, per ottenere l’approvazione dell’Intellettuale Unico bisogna pure dare prova di ortodossia selezionando adeguatamente gli ascoltatori. In sostanza, se la tua canzone piace a qualcuno che non rientra nel canone del perfetto progressista sei passibile di scomunica. Accade a Simone Cristicchi, reo di aver composto un brano sanremese che - peccato mortale - ha riscosso l’apprezzamento di Simone Pillon, cioè del demonio in persona. Alessandro Milan non se ne capacita: «Ecco qui Cristicchi e la sua canzone sono diventati idolo dei Pillon, dei fanatici religiosi e di quelli che “altro che la Toscana”... e la follia è completata», scrive. Speriamo dunque che Cristicchi si affretti a prendere le distanze, che proibisca a Pillon e ad altri cattolici l’ascolto del suo brano, non sia mai che gliene derivi qualche sciagura.Pure Annalisa Cuzzocrea, su Repubblica, mette il cantautore in cima alla lista nera: «Dopo l’Ariston concerto in cattedrale», attacca. «Dalle foibe alla gestazione per altri, l’artista che piace anche a Pillon». Insomma il Cristicchi è sospetto: «Marketing o sincerità?», si interroga Repubblica, suggerendo una doppia morale subodorata chissà dove. Il fatto è che il cantautore si è esibito, a margine di Sanremo, nella cattedrale di San Siro, «un po’ Forza venite gente, un po’ predicatore di bianco vestito». Ha avuto addirittura il fegato di recitare il Padre nostro assieme al vescovo di Ventimiglia. In fila per vederlo, spiega Cuzzocrea, «non ci sono ultrà cattolici di estrema destra come il fan numero uno del cantante romano, Simone Pillon», bensì «persone normali, soprattutto coppie di anziani. Donne commosse dalla canzone Quando sarai piccola dedicata alla madre malata di Alzheimer». Interessante il ricorso al concetto vannacciano di normalità al fine di suggerire che Pillon non vi rientri (cosa in effetti vera ma non necessariamente negativa). Chissà, magari la cronista di Repubblica ha subito il nefasto influsso del generale, il quale - malefico - ha avuto l’ardire di recarsi l’altra sera all’Ariston con la moglie per vedere il festival. L’insano gesto di Vannacci ha in effetti suscitato parecchie polemiche tra gli ultras di sinistra improvvisatisi buttafuori: figuriamoci se uno con le idee del generale può assistere tra il pubblico a una manifestazione canora, come si permette? Purtroppo non sono riusciti a impedirgli lo sbarco in Liguria: consigliamo per il prossimo anno di schierare al confine la fanteria a fare da ostacolo.Al di là delle perversioni riguardanti Pillon, sembra che i pensatoi liberal o presunti tali non digeriscano il basso tasso di politicizzazione di questo Sanremo. Negli anni passati, ogni volta che si dibatteva di questo o quel monologo impegnato o di un brano dalle coloriture «militanti», i commentatori più illustri invocavano la libertà degli artisti, si indignavano per l’ottusità dei partiti incapaci di accettare l’arcobaleno della creatività. E adesso eccoli lì a schiumare perché sul palco sale un bravo cantante che ha scritto una bella canzone. Cristicchi sulle foibe e l’utero in affitto la pensa a modo suo, cioè diversamente dalla sinistra prevalente. A differenza di altri, tuttavia, ha avuto il buon gusto di non sermoneggiare in favore di telecamera. E pensate un po’: la cosa funziona.Intendiamoci: a noi gli artisti politicamente motivati non danno alcun fastidio. Semmai ci ha irritato, negli anni, l’uniformità plumbea della proposta, la quasi totale e prevedibile sudditanza all’agenda comune del bravo musicista vagamente sinistrorso: un po’ di diritti qui, un po’ di migranti là... Mai uno che uscisse dai margini, con un po’ di vitalità. A questo giro il piattume - Elodie permettendo - ci è stato in larga parte risparmiato. Ma Sanremo funziona uguale, e anche meglio di prima. Si discute delle canzoni, qualcuna addirittura ascoltabile, e a dire il vero anche il sociale fa la sua parte. Si è ragionato sulla malattia, sulla vecchiaia, sulla disabilità. Persino sulle guerre con il video registrato dal Papa nel tinello. Che cosa ci sia di inaccettabile in tutto ciò non è ben chiaro. Così come non si capisce dove si annidi esattamente la malvagità meloniana (certo Carlo Conti un po’ nero lo è, ma per motivi che esulano dalla politica). Mancando allora il corpo del reato, ci si affanna a scovare astrusi collegamenti con il Male, si annusano a fondo i cantanti per captarne l’odore di fascismo, e si opera una mostruosa reductio ad pillonum: se a Pillon piace la tua canzone sei come Pillon, e poiché Pillon è un mostro anche tu lo sei.Per facilitare il compito ai censori abbiamo chiesto a Pillon quali siano i suoi gusti musicali. Egli ha indicato come suo brano favorito di tutti i tempi Wind of change. Invitiamo dunque i solerti censori a inserire nel novero degli artisti gli autori del pezzo in questione, ovvero gli Scorpions. Non vorremmo che qualche giovine, ascoltandoli, ne fosse negativamente influenzato e si incamminasse su una cattiva strada al passo dell’oca.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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