2024-01-30
«La crescita passa per la cultura»
Giuseppe Valditara (Imagoeconomica)
Il panel dedicato a formazione e istruzione con i ministri Valditara, Sangiuliano e Bernini. Le università italiane hanno già stretto 700 accordi di collaborazione.Il tema dell’immigrazione è strettamente legato alla formazione professionale per la mancanza di manodopera qualificata. Non è un semplice problema di adeguamento dell’offerta di lavoro alle esigenze dei sistemi economico-produttivi ma è un processo importante per l’inclusione dei migranti. La loro qualificazione può essere un contributo all’incremento dell’efficienza del mercato del lavoro. Diventa infatti possibile impiegare i lavoratori stranieri anche in attività qualificate, per le quali è insufficiente l’offerta interna, allargare il bacino delle risorse umane a cui attingere in fase di reclutamento e sviluppare nuovi servizi e attività attraverso processi di job creation. Formazione professionale e promozione culturale è il titolo di uno dei panel che si è svolto nella giornata di ieri nell’ambito del summit Italia-Africa, coordinato dal ministro dell’Educazione, Giuseppe Valditara e con la partecipazione dei ministri dell’Università Anna Maria Bernini e della Cultura Gennaro Sangiuliano e al quale hanno preso parte leader e ministri di vari Paesi africani. Gli esponenti del governo hanno rappresentato l’esperienza italiana nella scuola e nella cultura come patrimonio esportabile in un Continente che ha ancora un profondo deficit di formazione.Il modello italiano di istruzione con la riforma degli istituti tecnici e professionali e il potenziamento delle materie Stem, cioè scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, sarà esportato nei Paesi africani. «Stiamo lavorando con alcune nazioni del continente africano per sviluppare una collaborazione proprio sui temi della istruzione tecnica e professionale. L’obiettivo è formare tecnici qualificati per contribuire allo sviluppo dei territori e al supporto delle imprese italiane così come di quelle locali» ha spiegato il ministro Valditara al termine della quarta sessione del vertice. Il summit quindi diventa l’occasione per «riposizionare la scuola al centro dell’Agenda mondiale e promuovere il diritto all’istruzione di tutti». Di qui l’invito all’Unione africana, che dedica il 2024 all’Istruzione, ai lavori del G7 Istruzione.È stato quindi ribadita la centralità dell’istruzione come volano dello sviluppo economico. «Dobbiamo mettere la scuola al centro per una crescita comune, il capitale umano è strategico per la crescita» ha detto Valditara.L’Africa ha un sistema educativo in costante espansione. Grazie a molti fattori che hanno contribuito a raggiungere il tasso di alfabetizzazione da 2 giovani alfabetizzati su 3 a un rapporto di 3 su 4 estendendo ai più la capacità di «leggere, scrivere e far di conto», ora all’educazione di base deve seguire quella professionale. Occorrono tecnici in diversi settori in grado di rispondere alla crescente domanda, da parte delle industrie, di operatori preparati.Il ministro Bernini ha ricordato che sono già operative numerose collaborazioni in ambito universitario e nella ricerca. «Con il continente africano abbiamo creato reti molto solide sotto il profilo accademico, della ricerca e della formazione artistica. Le nostre università hanno stretto ad oggi almeno 700 accordi di collaborazione con gli atenei africani. Questa è la prima direzione che vogliamo dare alla nostra cooperazione. Questa sinergia è un detonatore di pace e sicurezza, oltre che di sviluppo». Una parte dei fondi del Pnrr sono stati proprio investiti sui partenariati con il continente africano. «Tutto questo va evidentemente incrementato, risaldato, reso ancora più stabile. Abbiamo una mappatura del potenziale Piano Mattei che già traccia il nostro cammino. Quello che dobbiamo fare sarà metterlo a sistema» ha sottolineato Bernini.Poi c’è l’aspetto strettamente culturale. Il ministro Sangiuliano ha detto che l’esperienza italiana sarà messa a disposizione dei Paesi africani anche per quel che riguarda la tutela del loro patrimonio culturale. Proprio per salvaguardare l’identità e le radici.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)