2022-07-24
Tre dosi e il contagio proteggono al 94%. Ma è corsa a rifilarci i vaccini aggiornati
Maxi studio danese evidenzia l’efficacia dell’immunità «ibrida». La platea «sicura» è ampia: perché propinare un’altra dose?Sì, le varianti del Covid bucano i vaccini. Ma forse abbiamo capito cos’è che protegge dall’infezione: l’infezione stessa. Ne parla l’ultimo grande studio danese, in attesa di revisione paritaria, condotto su centinaia di migliaia di individui dai 18 anni in su, sottoposti a tampone tra il 10 aprile e il 20 giugno. Il risultato più significativo concerne la popolazione che aveva già ricevuto tre dosi e che si è poi infettata con il primo ceppo di Omicron: tra costoro, infatti, è stato registrato un livello di protezione dall’infezione con le mutazioni Ba2 e Ba5 pari al 94%. Avete capito: i tridosati che, lo scorso inverno, si sono contagiati con Omicron, adesso risultano quasi completamente schermati non soltanto dalla malattia grave, ma altresì dalla semplice infezione, inclusa quella asintomatica. È il «miracolo» dell’immunità ibrida - vaccino più malattia - che dovrebbe spingerci a consolidare il proposito di convivere con il virus. Rispedendo al mittente le paturnie dell’Oms, la quale farnetica d’introdurre nuove restrizioni. Chi non è convinto, guardi gli esiti di un altro recente studio svedese: dopo la malattia, diversi tipi di linfociti T specifici contro il Sars-Cov-2 sono stati rilevati nel sangue dei partecipanti fino a 20 mesi dopo l’infezione. L’immunità naturale, dunque, durerebbe quasi due anni. Il dato che giunte da Copenaghen ci consente di guardare con moderato ottimismo a ottobre, il mese per cui Walter Ricciardi prevedeva sfracelli. Nel nostro Paese, infatti, il 73,93% dei candidati si è fatto inoculare la terza dose. Una buona parte di costoro, poi, è stata raggiunta da Omicron nel corso dell’ultima stagione fredda, quando il picco della curva epidemica, unito alle regole sulle quarantene, aveva messo la nazione in lockdown di fatto. Molti altri, invece, vengono ora investiti dall’ondata estiva, in cui è Ba5 a farla da padrone. Ciò significa che, dall’autunno in avanti, dovremmo contare su una enorme platea di cittadini schermati sia dalle conseguenze serie del Covid, sia dal contagio stesso. In compenso, potremo concentrare le nostre preoccupazioni sul disastro economico: carenza di gas, inflazione, imprese in ginocchio… Chiaramente, virus permettendo: nessuno sa prevedere se comparirà un nuovo ceppo, più trasmissibile di quelli in circolazione adesso - il genere ribattezzato, in maniera terrorizzante, Centaurus, pare meno infettivo di Omicron 5. Qualunque scenario, però, solleverebbe seri interrogativi, a proposito dell’opportunità di iniettarsi un’ennesima dose con il farmaco aggiornato. Intanto, il vaccino, tarato sulla prima versione di Omicron, non sarà sterilizzante; un soggetto immunocompetente e senza gravi comorbidità farebbe quasi meglio ad ammalarsi adesso, piuttosto che a sperare di trovare riparo nel preparato di Pfizer riadattato. I trial clinici hanno rilevato un incremento nel livello di anticorpi, ma non sono stati in grado di stabilire alcun «correlato di protezione». Pertanto, se il booster naturale farà effetto, come testimoniano i numeri della Danimarca, la stragrande maggioranza della gente non necessiterà di rinforzini. E se, ahinoi, dovesse comparire un altro mutante, è improbabile che il rimedio modificato possa garantire un aiuto sostanziale. Essendo diventato sempre più difficile convincere le persone a porgere il braccio a cadenza quadrimestrale, al ministero è emersa la tendenza a concentrarsi su over 60 e fragili. Da un lato, è un approccio sensato: queste categorie hanno più bisogno di attenzione. Tuttavia, nemmeno loro possono diventare le bamboline voodoo per gli aghi accantonati negli hub. C’è da augurarsi che chi siederà sulla poltrona di Roberto Speranza, dopo le elezioni del 25 settembre, anteponga l’utilità pratica delle politiche sanitarie ai tentativi di smaltire le fiale in eccesso, approfittando della solita comunicazione ansiogena.Dalla ricerca danese, comunque, affiora anche un altro dettaglio interessante, che riguarda sempre i trivaccinati: i guariti da Delta sono meno protetti dall’infezione con le sottovarianti di Omicron (46%) di quelli che si erano contagiati con Alfa, il ceppo inglese (65%). È curioso, perché il virus indiano è comparso solo un anno fa. Secondo Peter Ellis, esperto di genetica molecolare all’Università del Kent, ci sono tre spiegazioni plausibili. Una è che l’infezione con Alfa si sia verificata prima del ciclo completo e del booster, che per questo motivo sia stata più severa e che, perciò, abbia stimolato più intensamente il sistema immunitario. Ma può pure darsi che Delta «faccia un lavoro migliore nel sopprimere alcuni aspetti del sistema immunitario». Ciò sarebbe collegato alla «spinta» più debole all’immunità, nonché alla sua maggiore virulenza. Da ultimo, va tenuto in considerazione che chi ha contratto la variante inglese ha iniziato il ciclo vaccinale a scoppio ritardato; banalmente, i guariti da Alfa potrebbero essersi sottoposti alla terza dose più di recente di quelli guariti da Delta. Se non fosse stato già abbastanza chiaro, arriva così la riprova che di certezze, con il Covid, ce n’è solo una. Socratica: sappiamo di non sapere. O, almeno, di non saperne mai abbastanza.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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