2025-06-14
«Corruzione», chiesti i domiciliari per il sindaco democratico di Prato
Ilaria Bugetti (Imagoeconomica)
Secondo la Procura di Firenze, Ilaria Bugetti avrebbe favorito un imprenditore che la finanziava e l’avrebbe fatta assumere.Nel libro nero del Pd mancava solo la sindaca «massona». Nella richiesta di arresto che l’ha raggiunta ieri, la prima cittadina di Prato, la cinquantunenne Ilaria Bugetti, viene soprannominata così per i voti che le logge le avrebbero garantito. Il gip Alessandro Moneti l’ha inviata a rendere interrogatorio, dopo che i pm di Firenze hanno chiesto per lei i domiciliari accusandola di corruzione. Il presunto corruttore è un imprenditore tessile della zona, titolare del gruppo «Colle», il sessantaseienne Riccardo Matteini Bresci, già arrestato per lo stesso reato nel 2024 e per cui gli inquirenti hanno chiesto, invece, la custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato anche un finanziatore dell’ultima campagna elettorale della donna, conclusasi con la nomina a sindaco nel giugno del 2024. I magistrati avevano chiesto al gip di arrestare i due indagati senza concedere loro l’interrogatorio prima della misura, opzione prevista dalla Riforma Nordio, ma il giudice ha deciso di ascoltare la versione di entrambi prima di decidere.L’inchiesta è partita come indagine sulla criminalità cinese e durante le investigazioni sono emersi anche altri filoni. In uno di questi Matteini Bresci è stato arrestato, sempre con l’accusa di corruzione, insieme con l'ex comandante della compagnia dei carabinieri di Prato, Sergio Turini. E parlando con quest’ultimo l’imprenditore dice della Bugetti: «Lei, badami bene, lei è un attrezzo mio da una vita». In un altro passaggio la definisce un suo «arnese» o anche «una mia creatura». In effetti, già nel 2016, appena la donna diventa consigliere regionale in Toscana, viene assunta come impiegata part time in una società controllata al 100 per cento da una ditta presieduta da Matteini Bresci. Un’assunzione che è durata, come vedremo, sino a quando Fratelli d’Italia non ha chiesto spiegazioni su quel rapporto di lavoro.Ma oggi a colpire è un altro favore che Matteini Bresci avrebbe fatto alla sindaca: garantirle i voti della massoneria, di cui l’imprenditore è maestro venerabile: «Lei è già stata “benedetta”» dice l’indagato al telefono, «e quindi abbiamo per cinque anni qualcuno che ci ascolta».Nella richiesta di misura cautelare c’è un apposito capitolo che riguarda «l’intraneità di Matteini Bresci in ambienti massonici». Nelle captazioni si parla di «omini con il cappuccio nero» e i carabinieri del Ros hanno verificato che l’indagato fa parte della loggia Sagittario di Prato affiliata alla Gran Loggia d’Italia degli Alam, un’obbedienza mista, di cui possono fare parte anche le donne. E la sindaca a un certo punto viene definita pure «massona». «La Bugetti è legata ai vecchi, le cose del partito, poi è massona, è tutta legata a Prato futura (un’associazione di imprenditori, ndr) e ai poteri forti» dice un dirigente del Comune al telefono. Appena la Bugetti viene confermata consigliera regionale nel 2020 Matteini Bresci informa un amico massone della vittoria elettorale con queste parole: «Ora abbiamo un contatto a disposizione». In un’altra intercettazione con un altro grembiulino, in modo «inequivoco», l’imprenditore rivendica, in vista delle elezioni a sindaco, il ruolo della massoneria nella carriera politica della donna: «Le ho detto “dai Ilaria ascoltami rileggiti la storia da quando te eri assessore alle politiche sociali del Comune” […] chi t'ha fatto fa’ la rimonta sul Ciolini?». Nicola Ciolini, candidato del Pd alle regionali, era il competitor diretto della Bugetti. Il riassunto del discorso che Matteini avrebbe rivolto alla sindaca prosegue: «Perché no tu mi dirai che hai fatto coi comizi 4 mila voti eh... li hai fatti esattamente quando tu sei uscita dalla Gran loggia d’Italia, capito? E qualcunote l'ha anche detto... hai fatto l'accordo con i massoni? Certo che te hai fatto l'accordo coi massoni… l'hai fatto con me (...) è arrivato a casa l'ordinino “c'è da votare la Bugetti” e giustamente i soldatini icché fanno? Obbediscono». Poi arriva la minaccia: «E stavolta potrebbe arrivare l'ordinino “non c'è da votare la Bugetti“... tra l'altro si vota G. C. che, e questo tienitelo per te, è pure massone…». Segue un altro monito: «Ilaria non mi passare fuori dalle strisce perché ti schiaccio… attenta». Nel 2020 la Bugetti risulta l’unica eletta nel collegio di Prato con 11.324 preferenze, davanti a Ciolini, con 9.005. Alle elezioni comunali, invece, incassa 42.947 preferenze, risultando eletta al primo turno con il 52,2 per cento dei voti.Ma oltre ai suffragi Matteini Bresci avrebbe garantito alla Bugetti anche finanziamenti. Per esempio l’allora consigliere regionale, oggi europarlamentare, Francesco Torselli si accorse dei 1.500 euro donati dall’imprenditore, dopo che l’uomo era finito in carcere. Il politico notò anche «un’anomalia sul sito della Regione Toscana»: «La Bugetti dichiarava di percepire un reddito di oltre undicimila euro come lavoratrice dipendente. Tuttavia, nel suo curriculum non compariva alcun impiego». A quel punto, i sospetti si sarebbero saldati a un altro fronte aperto: «Visto che proprio in quei giorni le aziende del gruppo Colle di Matteini Bresci erano finite nel mirino per delle inchieste giudiziarie in atto, chiedemmo alla Regione di verificare se la consigliera avesse o meno un rapporto di lavoro dipendente e, soprattutto, se lo avesse con aziende riconducibili al gruppo Colle. In risposta ricevemmo una serie di attacchi politici e minacce di querela, mentre il presidente Antonio Mazzeo, a cui avevamo chiesto chiarimenti, si limitò a una difesa di ufficio della sua collega di partito senza rispondere alle nostre domande».La Bugetti dichiarò ai giornali: «Sono evidentemente gli ultimi colpi di coda di una destra alla frutta, stanca e confusa che gioca la carta della disperazione». E confessò quello che Torselli non era riuscito a sapere: «Sono dipendente part time di una società che si chiama Brokertechno srl, controllata (al 100 per cento, ndr) da Vettore sistema Italia srl», in cui, ammise, «Matteini Bresci e una sua partecipata hanno quote di assoluta minoranza, senza funzione di gestione e di amministrazione». I carabinieri del Ros, come riassumono i pm, hanno dato, però, una versione ben diversa: «Alla data dell’assunzione la Vettore sistema risultava legalmente rappresentata proprio da Matteini Bresci, che ricopriva l’incarico di presidente del Consiglio d’amministrazione». Per i magistrati è evidente «come l’indagata sia stata dipendente “indiretta” di una società legalmente rappresentata da Matteini Bresci per l’intero arco temporale in cui ha ricoperto l’incarico di consigliere regionale» e «sino alle elezioni come sindaco di Prato». Un rapporto economico sotto traccia, ma costante.La donna avrebbe percepito in tutto quasi 85.000 euro. Per fare cosa? Non è chiaro. «Nel primo semestre del 2024», di fatto il periodo in cui è stata monitorata dagli investigatori, «non ha mai svolto l’attività di brokeraggio per cui risulta assunta, pur continuando a percepire un reddito» hanno puntualizzato gli inquirenti.Mazzeo, con Torselli, aveva evidenziato che la Bugetti «non aveva presentato richiesta di aspettativa, essendo non obbligatoria». Ma quando la notizia dell’impiego è uscita sui giornali, improvvisamente, come sottolineano i pm, la Bugetti ha sentito la necessità di chiedere l’aspettativa, senza dimettersi conservando così i contributi pensionistici garantiti da otto anni: «Si evidenzia come l’indagata si attivava immediatamente per interrompere ulteriori erogazioni di denaro in suo favore Brokertechno srl richiedendo la collocazione “in aspettativa”, che, però, inevitabilmente, decorreva dall’1 luglio 2024» annotano gli inquirenti. Il sistema, stando alle accuse, funzionava così: Matteini ha interessi, la Bugetti la possibilità di agevolarli. L’imprenditore ha come obiettivo la costruzione di una «fognatura separata» a vantaggio del Gruppo Colle, per evitargli di dover di installare un costoso impianto privato. Matteini vuole che i costi della depurazione siano abbattuti. E Bugetti avrebbe promesso di mediare con Regione, Comune e perfino con l’assessore Monia Monni. Poi si sarebbe mossa direttamente sugli uffici comunali per ottenere la concessione di un terreno pubblico, l’area «ex Memorino», dove sarebbe dovuto partire lo scavo per la fognatura industriale. Quando i tecnici fissano il canone annuo a 22.000 euro Matteini si lamenta. E la sindaca si sarebbe intromessa di nuovo, tentando di far abbassare il prezzo. Ma c’è un altro passaggio chiave tra le contestazioni mosse alla Bugetti. E porta il nome della Hydro Green energy srl. Una società controllata dalla H2e srl, a sua volta «partecipata dal Gruppo Colle». E in quel consiglio d’amministrazione c’era lui, Matteini Bresci, con il ruolo di vicepresidente. Secondo l’accusa, tra marzo 2020 e febbraio 2021, su «richiesta espressa di Matteini Bresci», Bugetti si sarebbe mossa per spingere gli uffici tecnici della Regione Toscana a firmare un decreto favorevole. Non solo. Quando il provvedimento era già stato adottato, Bugetti avrebbe insistito per riscriverlo. «Addirittura dopo l’adozione di una prima versione del decreto», ricostruisce l’accusa, si sarebbe «attivata per modificarne i contenuti», sempre «su specifica indicazione di Matteini Bresci». Pure i limiti agli scarichi industriali per il Gruppo Colle dovevano essere «rivalutati in eccesso».Ed è per questo che, secondo i pm, sarebbe «necessario interrompere con urgenza il vincolo illecito e consolidato fra Matteini Bresci e Ilaria Bugetti». Un legame, quello tra l’imprenditore e la prima cittadina, che per i magistrati non solo è «strutturato e patologico», ma è ancora attivo: «L'ascolto delle intercettazioni a carico di Matteini ha dimostrato anche, per sua stessa ammissione, come egli abbia continuato a sentire anche di recente la Bugetti», scrivono gli inquirenti, «sollecitandola ad adottareposizioni, in veste di sindaca, in favore persone che riteneva meritevoli di riconoscimenti pubblici». Insomma, la Bugetti avrebbe «proseguito nell’opera di condizionamento della sua funzione pubblica». Per questo i pm ne hanno chiesto l’arresto.