In caso di errori nella digitazione non sono ammesse modifiche: bisogna ricompilarle e inviarle di nuovo. Così il sistema si intasa. Le pratiche possono rimanere sospese per più di cinque giorni. I commercialisti: «Danni per chi deve usufruire delle detrazioni Iva».
In caso di errori nella digitazione non sono ammesse modifiche: bisogna ricompilarle e inviarle di nuovo. Così il sistema si intasa. Le pratiche possono rimanere sospese per più di cinque giorni. I commercialisti: «Danni per chi deve usufruire delle detrazioni Iva».Note di credito come se piovesse. Il nuovo sistema di fattura elettronica sta complicando la vita di professionisti e imprenditori. Se prima, quando si commettevano degli errori (data, descrizione, importo) nella compilazione della fattura cartacea si stracciava il foglio e se ne compilava un'altra, adesso con la fattura elettronica questo non è più possibile. Il file Xml elettronico con l'errore viene infatti inviato al sistema di interscambio dell'Agenzia delle entrate (il postino digitale), che se riesce consegna la fattura al destinatario. Successivamente, il mittente, accortosi dello sbaglio, dovrà rimandare un'altra fattura digitale allo stesso fornitore. Il risultato non è altro che una doppia fattura per uno stesso ordine. Gli errori che comportano l'invio di una seconda efattura vanno dai più banali (una lettera o un numero sbagliati) a quelli più complessi e tecnici, che per loro natura comportano di default un nuovo invio (come il codice destinatario errato, che non permette l'identificazione e dunque la ricezione della fattura).L'intolleranza agli errori sta però rallentando ulteriormente l'invio delle efatture, che rimangono ben oltre i cinque giorni nello «stato di attesa dell'esisto». Non si sa dunque se la fattura digitale emessa sia stata recapitata oppure no. Il tempo di attesa ha però conseguenze su chi deve usufruire delle detrazioni Iva, dato che «in molti casi hanno già provveduto ai pagamenti delle fatture al ricevimento della copia di cortesia» come sottolinea l'Associazione nazionale dei commercialisti (Anc). «La conseguente impossibilità di recuperare il dovuto nei termini della liquidazione», continua l'Anc, «determina un danno per il contribuente, che si vede costretto ad affrontare un esborso non dovuto, con il versamento di un'Iva periodica maggiore, e rischiare così difficoltà finanziarie». Che il sistema di fatturazione elettronica avesse dei problemi lo si era già appurato i primi giorni dell'anno, caratterizzati da blocchi e rallentamenti vari. Ieri, essendo uno degli ultimi giorni possibili per inviare le fatture relative al mese di gennaio, i disservizi sono aumentati. Il sistema dell'Agenzia delle entrate ha funzionato, nonostante i continui rallentamenti e i blocchi momentanei. Questo ha però avuto ripercussioni anche sui software a pagamento. L'effetto a catena deriva dal fatto che tutti i programmi, a pagamento o meno, riportano al sistema di interscambio dell'Agenzia delle entrate. E dunque, se questo presenta dei rallentamenti per il sovraffollamento di fatture elettroniche avranno problemi anche i professionisti o le imprese che usano sistemi a pagamento.Visti gli innumerevoli disagi, a febbraio il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha inviato una lettera al ministro dell'economia Giovanni Tria e al direttore dell'Agenzia delle entrate, Antonino Maggiore, chiedendo di prorogare al 16 marzo la moratoria sulle sanzioni per la tardiva trasmissione delle fatture elettroniche. Il governo gialloblù ha però deciso di non prorogare la moratoria delle sanzioni, lasciando come termine ultimo per l'invio delle fatture elettroniche di gennaio il 16 febbraio. Si è invece deciso di far slittare al 30 aprile la scadenza per l'invio ultimo dell'esterometro (fatture elettroniche fatte a fornitori esteri) per cercare di alleggerire il carico fiscale. E questo perché, se si è una società con fornitori italiani ed esteri, si dovranno mandare fatture digitali agli italiani, fatture cartacee agli esteri ed esterometro all'Agenzia delle entrate per segnalare le attività non italiane.Per ovviare a questo sdoppiamento è però possibile inviare solo la fattura elettronica per segnalare all'Agenzia delle entrate le attività estere. Opzione scelta da molte società. In questo caso la proroga decisa dal governo risulta essere di poco aiuto al mondo produttivo italiano.Ma non solo: queste distorsioni stanno dando vita a ulteriori complicazioni. Molte società stanno infatti continuando a emettere copie di cortesia, che non hanno nessun tipo di valenza fiscale, perché non ancora del tutto pronte all'invio di fatture elettroniche. E chi invece risulta essere in linea invia efatture solo a determinati orari o in cambio di un pagamento extra (vedi benzinai e la richiesta di 0,40 centesimi a fattura).
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.
La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.
L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)
La celebre psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «È mancata la gradualità nell’allontanamento, invece è necessaria Il loro stile di vita non era così contestabile da determinare quanto accaduto. E c’era tanto amore per i figli».
Maria Rita Parsi, celebre psicologa e psicoterapeuta, è stata tra le prime esperte a prendere la parola sulla vicenda della famiglia del bosco.
La sede di Bankitalia. Nel riquadro, Claudio Borghi (Imagoeconomica)
Il senatore leghista torna sulle riserve auree custodite presso Bankitalia: «L’istituto detiene e gestisce il metallo prezioso in nome dei cittadini, ma non ne è il proprietario. Se Fdi riformula l’emendamento...»
«Mentre nessuno solleva il problema che le riserve auree della Bundesbank siano di proprietà dei cittadini tedeschi, e quindi dello Stato, come quelle della Banca di Francia siano di proprietà dei cittadini d’Oltralpe, non si capisce perché la Banca d’Italia rivendichi il possesso del nostro oro. L’obiettivo dell’emendamento presentato in Senato da Fratelli d’Italia, e che si ricollega a una mia proposta di legge del 2018, punta esclusivamente a stabilire il principio che anche Bankitalia, al pari delle altre Banche centrali, detiene e gestisce le riserve in oro ma non ne è la proprietaria». Continua il dibattito su misure ed emendamenti della legge di Bilancio e in particolare su quello che riguarda le riserve in oro.






