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Coronavirus, Pro Vita & Famiglia solidale: torna un «Dono per la Vita», aiuti alle mamme in difficoltà

Coronavirus, Pro Vita & Famiglia solidale: torna un «Dono per la Vita», aiuti alle mamme in difficoltà

In concomitanza con la campagna di solidarietà #AttiviamociperilBeneComune con la consegna di 35.000 mascherine protettive e decine di migliaia di euro di cibo, guanti sanitari e medicinali distribuiti ad anziani, famiglie disperate e disabili in tutta Italia, Pro Vita & Famiglia in questo tempo di emergenza per il coronavirus torna ad aiutare le mamme più duramente colpite dalla crisi con la quarta edizione di «Un dono per la Vita» e lo fa proprio il giorno della Festa della Mamma, per andare alle donne il proprio sostegno e la propria vicinanza fattiva.

Si tratta dell'impegno sociale della Onlus prolife guidata dal presidente Toni Brandi e dal vice presidente Jacopo Coghe che consiste nella donazione di passeggini, culle, pannolini, ciucci e biberon per le mamme che stanno affrontando o hanno affrontato una gravidanza e che versano in difficoltà economiche e non solo.

«Considerata l'emergenza coronavirus e il fatto che nel prossimo decreto le famiglie non avranno risorse per insufficienza di fondi, vogliamo dare un aiuto concreto alle famiglie, laddove lo Stato ha dimostrato di abbandonare al loro destino» ha dichiarato Toni Brandi.

«In tempi normali - ha aggiunto Coghe - le spese che una famiglia deve affrontare per un figlio appena nato sono di circa 1.500 euro. Ora con la crisi e il lavoro che manca, la situazione è ancora più grave e drammatica. Non possiamo girare gli occhi dall'altra parte e non vogliamo che creare famiglia e fare figli diventi sempre di più un problema per il Paese che un'opportunità e una risorsa». La consegna dei prodotti per l'infanzia è avvenuta nella sede di Pro Vita venerdì 8 maggio,dalle 9.30 alle 13, sono dodici le mamme che hanno ricevuto il dono per la Vita!

Gli istituti sono sempre più collettori di prodotti finanziari e assicurativi: così i «big 7» italiani hanno registrato 21,6 miliardi di utile netto nei primi nove mesi del 2025. Occhio, però, a crediti in sofferenza e choc geopolitici.

Il settore bancario italiano continua a correre. Il margine di interesse si sta stabilizzando o scende con la discesa dei tassi Bce, ma i gruppi maggiori restano redditizi. I sette maggiori istituti hanno registrato 21,6 miliardi di euro di utile netto aggregato nei primi nove mesi del 2025 (+9% anno su anno). Nel terzo trimestre, l’utile è stato 6,5 miliardi, +2% al netto delle voci straordinarie.

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Critichi i migranti? Niente bambini
Getty Images
Nel Regno Unito si proibisce a un veterano di guerra di allenare la squadra di calcio della figlia a causa di un video contro uno straniero che aveva ucciso tre minorenni.

Jamie Michael è un marine, un veterano britannico della guerra in Iraq. Uno che ha visto la morte in faccia per servire il proprio Paese. Quello stesso Paese, il Regno Unito, che ora non gli permette di allenare la squadra di calcio della figlia perché, in un video su Facebook, Jamie ha definito i migranti «psicopatici» e «feccia» dopo un terribile fatto di cronaca.

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Osservatorio sul Merito: la chiave per comprendere l’Italia che cambia
Una fotografia limpida e concreta di imprese, giustizia, legalità e creatività come parti di un’unica storia: quella di un Paese, il nostro, che ogni giorno prova a crescere, migliorarsi e ritrovare fiducia.
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Non usa il neutro per i transessuali: finisce incatenato davanti al giudice
Enoch Burke (Getty Images)
Continua la battaglia di Enoch Burke, che rimarrà in un carcere popolato da stupratori pure a Natale. Maltrattato dalla Corte: «È una presenza maligna e minacciosa, un intruso che perseguita la scuola».

Il giudice Brian Cregan ha deciso che Enoch Burke resterà in carcere fino a quando non avrà fatto ammenda, non si sarà mostrato pentito di avere offeso la Corte e non la smetterà di presentarsi nella sua ex scuola, l’istituto che lo ha cacciato ormai nel 2022. Burke è ancora in carcere e potrebbe dunque restarvi fino a Natale. Si trova nella prigione irlandese di Mountjoy, popolata per lo più da stupratori e persino da un killer, passa il tempo a leggere la Bibbia e partecipa in collegamento alle udienze che lo riguardano. Alle stesse udienze non possono invece partecipare i suoi famigliari, che martedì sono stati allontanati dall’aula dallo stesso Cregan. Martedì il tribunale ha discusso l’ennesimo ricorso di Burke, rispedendolo al mittente. E il giudice Cregan non ha usato parole dolci, anzi. A suo dire, Burke «non è in carcere per le sue opinioni sul transgenderismo, che ha pienamente diritto di avere». È detenuto, aggiunge Cregan, per aver offeso l’Alta Corte e per essere entrato più volte nella sua ex scuola.

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