2021-10-21
Contro il caro bollette non ci resta che tifare riscaldamento globale
Ursula Von der Leyen (Ansa)
Il premier parla di rincari strutturali, ma difende la transizione verde. E la maggioranza si appella all’Ue, che però con il Green deal continua a causare il problema. Solo un inverno mite può fermare la stangataCi sarebbe 1 miliardo di euro nella manovra finanziaria destinato a calmierare l’aumento delle bollette. A spanne si tratta di circa 16 euro e spiccioli per ogni italiano, ovvero nulla, una cifra che potrebbe essere efficace qualora l’aumento del costo dell’energia fosse qualcosa di provvisorio, una congiuntura dalla durata di poche settimane dettata da qualche crisi internazionale o da un altro blocco del canale di Suez. Invece pare proprio che questa situazione non sia affatto temporanea, almeno stando alle parole del presidente Mario Draghi pronunciate nell’aula del Senato su quanto trattato al Consiglio europeo di questa settimana a proposito del metodo per affrontare l’aumento dei prezzi di gas ed elettricità: «È una partita difficile, una questione molto difficile [...], ci sono molte ragioni per pensare che parte di questo aumento sia temporaneo, ma alcune probabilmente sono strutturali». E ancora: «Noi continueremo le politiche di sostegno verso i più deboli e le piccole medie imprese ma è necessario trovare soluzioni strutturali perché la transizione verde prenderà tempo e noi siamo molto dipendenti dal gas. Una dipendenza drammatica». Al tempo stesso però Draghi sostiene che la transizione ecologica non debba rallentare, e stante che questa è proprio uno dei motivi del rialzo delle bollette, non si capisce come possa l’Europa accelerare sul «green» e al tempo stesso mitigare i costi del gas importato da nazioni al di fuori dell’Unione. Una frase importante di Draghi è stata questa: «Attualmente credo si debba continuare a percorrere con decisione la strada della transizione verde, affrontare la mitigazione degli oneri che impone soprattutto per i più fragili, e nel frattempo costruire soluzioni strutturali. Non è facile ma è la strada da percorrere e la discussione in Europa è la prima grandissima occasione per vedere un po’ di luce in fondo a questo tunnel». Di certo, ammesso di cercare e trovare altro gas in modo autarchico, dubitiamo che la trivellazione del nostro territorio possa in questo momento passare per qualcosa di coerente con la transizione ecologica e non suscitare malumori, specialmente nei pentastellati.Intanto la maggioranza, oltre a chiedere aiuto all’Unione europea sposando immediatamente il mantra «serve una soluzione comune», ha concordato un testo contro il caro bollette chiedendo che sia Bruxelles, cioè quelli che con l’ideologia verde ci stanno rovinando, ad affrontare la mitigazione dei costi «scongiurando altri shock dei prezzi in futuro, valutando misure finalizzate a migliorare la capacità di stoccaggio dell’energia all’interno dell’Unione, anche attraverso la creazione di una centrale di stoccaggio comune».Considerando quanto potrebbe impiegare la Ue per decidere soltanto se e dove costruire questo gigantesco serbatoio, viene da pensare che i nostri politici non abbiamo ben presente che cosa stia capitando nel mondo, con la Cina che è tornata a estrarre carbone, Vladimir Putin che controlla i rubinetti - destinando il gas prima ai russi e magari a quelli che non lo riempiono di dazi e sanzioni - e con circa 600 navi, delle quali un terzo sono petroliere, che ogni sera rimangono fuori dai porti a causa delle procedure anti Covid e della mancanza di personale. Proprio la Russia ha scelto di non aumentare le forniture di gas naturale all’Europa nonostante l’impegno di Putin ad aiutarci, come dire che aspetta una proposta con qualcosa in cambio, e che è giunto il momento di mettere da parte risentimenti e questioni di principio.Giusto per ricordarlo, le nazioni che esportano più gas nel mondo, neppure a dirlo, non sono proprio a portata dei nostri contatori e oggi trasportare questa fonte energetica è diventato costoso e problematico: Russia, Qatar, Norvegia e Canada sono in cima ai quantitativi. All’interno della Ue la nazione più alta in classifica è l’Olanda (quinta), quindi la Germania (decima). Oltre il ventesimo posto troviamo Francia, Croazia, Austria e al 37° posto la nostra povera Italia.Resta poco credibile pensare che in un paio di sedute il Parlamento europeo possa approvare una conversione a U della sua politica estera e attuarne anche una energetica, quando in oltre 20 anni non siamo riusciti a metterci d’accordo neppure su quale tipo di presa di corrente utilizzare, giusto per restare laddove passa l’energia. Un suggerimento a Draghi tuttavia sentiamo di darlo: presidente, in manovra oltre a ridurre l’Iva sugli assorbenti igienici dal 22 al 4%, potrebbe abbassarla anche su calzettoni, flanella, plaid e altri articoli riscaldanti che utilizzano l’ecologico effetto stalla. Nessuno, siamo certi, avrebbe da ridire né a Roma né a Bruxelles. Altrimenti per l’inverno che incombe non ci resta che confidare nel riscaldamento climatico, vedi mai che risparmiamo sulla bolletta del gas.