2020-08-29
Conte preferisce i congiunti al congiuntivo
Le acrobazie normative di Paola De Micheli legittimano il sospetto di un virus a geometria variabile.Egregio presidente del Consiglio, come direbbe lei, speriamo che i giornali «scrivino» la verità e «faccino» chiarezza. Sono un po' disorientato. La ministra Paola De Micheli ha spiegato che i compagni di classe e di lavoro sono congiunti pur di farli salire su uno scuolabus o in metro. Fino dove si spinge la congiunzione con i congiunti? Non avremo più – causa carenza di tavolini – il compagno, ma avremo il congiunto di banco? Sul virus cinese - gli effetti, l'andamento e i provvedimenti – state sperimentando leggi e pareri scientifici a geometria variabile? Non sarà che il virus cinese o diventa incontrollabile o sparisce entro il 10 settembre? Magari con un Dpcm annunciato a tarda ora nel week-end prima che aprano (?) le scuole? Gli italiani forse cominciano a capire che lei è Giuseppe Conte zio, quello del Manzoni. Per dirla con le riflessioni di un critico di gran peso quale fu Eugenio Donadoni, «Il Conte zio… è l'autorità nascosta, che lavora sott'acqua, che preme e sforza le autorità palesi; è l'autorità, la cui presenza e invadenza è documentata da quel ritornello delle gride: che le pene inesorabili potevano essere modificate ad arbitrio di sua eccellenza». Lei è ordinario di diritto civile e zoppica con i congiuntivi, è strano, ma almeno sui congiunti dovrebbe essere preparato. Col decreto del 26 aprile li fece scoprire agli italiani i quali, nonostante i continui attacchi alla famiglia, hanno un orizzonte di affetti più o meno stabili tra parenti e amici. Nel nostro ordinamento giuridico c'è solo una definizione dei congiunti; è l'articolo 307 del codice penale che si occupa di banda armata: «Agli effetti della legge penale, si intendono per “prossimi congiunti" gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti: nondimeno, nella denominazione di prossimi congiunti, non si comprendono gli affini, allorché sia morto il coniuge e non vi sia prole». Ora magari vestendo altri panni manzoniani, quelli di Azzeccarbugli, lei sarà in grado di spiegarmi come possa la ministra dei Trasporti Paola De Micheli dirci che «per ovviare al distanziamento sugli scuolabus si può dare una definizione più ampia del concetto dei congiunti, estesa anche a compagni di classe e di lavoro». A scuola, e pure al lavoro, ci sono pulsioni «congiuntive», si studiano le «congiunzioni» e s'accende ormonale speranza - esse minuscola- quando la «e» accentata diventa «copula», ma al virus chi glielo spiega che lui non essendo congiunto non può viaggiare sullo scuolabus o in metro? Presidente Giuseppe Conte zio l'altra sera in tivvù l'esimio virologo democratico Pier Luigi Lopalco ha affermato che i tamponi a scuola si faranno forse partendo dai diciottenni, ma che insomma il contagio non è poi così preoccupante; il medesimo Lopalco ci ha fatto sapere però che un focolaio come quello del Billionaire «è un incubo per la sanità pubblica». Il professor Massimo Galli - ai medici milanesi diceva il 10 febbraio «la malattia da noi difficilmente potrà diffondersi», salvo poi sbraitare perché in Lombardia la medicina territoriale non è stata allertata - ci ha fatto sapere che «la seconda ondata non è paragonabile alla prima», ma che è uno scandalo che la Lombardia non abbia i vaccini antinfluenzali, e infine Ilaria Capua ci ha rincuorato: «Se fate i bravi la seconda ondata passa». Ora non so se anche a lei sembra che ci sia una qualche confusione. Quando il professor Alberto Zangrillo dice che il virus cinese non preoccupa più, quando il professor Matteo Bassetti sottolinea: «Pensare che i bambini tengano la mascherina a scuola è una follia», vengono massacrati dai giornali che «scrivino» sotto dettatura di palazzo Chigi, ma quando sono gli altri a preparare il terreno per un'eventuale ritirata del governo va tutto bene? Giuseppe Conte zio mi spiega, lei che è uomo di legge, cosa dovrebbe pensare un ragazzo al quale dite che per riaprire le scuole il distanziamento ci può essere, ma anche no, che i compagni di classe sono congiunti, che se il professore congiunto non fa il sierologico va comunque in cattedra, ma lui non può accostarsi al nonno congiunto di fronte ai vostri divieti per il virus del fornaio (attivo solo dal tramonto all'alba), sul no agli assembramenti, ma si agli hotspot dove vivono stipati mille migranti? Perché dovrebbe ritenere che le vostre grida hanno un valore se vi aggiustate i pareri scientifici alla bisogna, se fate le norme a geometria variabile? Giuseppe Conte zio, ho un fondato sospetto: che il virus cinese qualora non riusciate a riaprire le scuole diventerà pericolosissimo così da poter rinviare le elezioni e imporre nuovi arresti domiciliari agli italiani. Oppure per evitare che si constati la vostra totale incapacità deciderete che il virus cinese non fa più paura e a scuola si ritorna in qualsiasi condizione, facendo un po' di ammuina ( o Amuchina, scelga lei). Nel 1986, l'ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt, un socialdemocratico tutto di un pezzo, spingeva per l'Euro e la Bce. Richiesto di un giudizio sull'Italia candidata alla moneta unica rispose: «È un grande Paese, ma ha un difetto: fa molte leggi salvo decidere volta per volta quale rispettare». Giuseppe Conte zio lei è perfettamente italiano. Non si meravigli però dei contagi in discoteca, i ragazzi capiscono che non siete seri. E se può mi spieghi dopo le parole della De Micheli come racconto a mia figlia che la sua prof congiunta potrebbe bocciarla? O che le zio Conte non vuole mandarla a scuola?
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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