2018-12-13
Conte fa l’avvocato e cala sul tavolo il 2,04%
Dopo il faccia a faccia con Jean Claude Juncker, il premier Giuseppe Conte spiega perché il deficit può abbassarsi: «Eravamo stati troppo prudenti, abbiamo risorse per garantire platea e tempistiche di quota 100 e reddito di cittadinanza». La trattativa per evitare l'infrazione continua. La commissione Bilancio del Senato convocata fino a domenica: obiettivo è portare la manovra in Aula il 18 Intanto la casa automobilistica chiede il ritiro della norma sulle auto verdi: «I nostri investimenti a rischio». Lo speciale contiene due articoli. È arrivata a una svolta quella che, con feroce ma efficace sarcasmo, si potrebbe chiamare la «trattativa Stato-Europa». Possibile mediazione intorno al 2% di deficit, e segnali di ottimismo fatti filtrare dalla Commissione: «Buoni progressi nel vertice, valuteremo la proposta ricevuta dall'Italia, il lavoro proseguirà nei prossimi giorni». Ottimista anche Giuseppe Conte il quale, al termine dell'incontro con Jean Claude Juncker, Pierre Moscovici, Valdis Dombrovskis, ha fornito il numero magico: «Abbiamo illustrato la nostra proposta, rispettiamo gli impegni presi su reddito di cittadinanza e quota 100. Le relazioni tecniche ci hanno consentito un margine di negoziazione, eravamo stati troppo prudenti: dal 2,4 siamo arrivati al 2,04, abbiamo aggiunto qualcosa per esempio per quanto riguarda il piano di dismissioni e abbiamo realizzato questa nuova proposta, giudicata significativa e molto importante». Per poi aggiungere: «Siamo un governo che rispetta gli impegni presi ma anche un governo ragionevole. Io sono ottimista, lavoro per evitare la procedura di infrazione». Per tutta la giornata, si erano susseguiti colpi sopra e sotto la cintura per indurre il governo a chiudere la partita - in una specie di gioco dell'oca - in prossimità di quell'1,9 che era stato il frutto del primissimo negoziato, molti mesi fa, tra Giovanni Tria e la Commissione Ue. Da allora tutto è cambiato: a partire dal maxi sforamento che si prepara a Parigi, dopo gli annunci di Emmanuel Macron, ormai allegramente lanciato verso il 3,5%, e con le provocatorie interviste di Pierre Moscovici per spiegare che la Francia può farlo e l'Italia no. Uno sfacciato doppio standard, specie se si considera che la Francia non ha rispettato il 3% in 9 degli ultimi 10 anni. Fino a ieri mattina, sembrava che Lega e M5s non volessero scendere sotto la soglia, ormai già metabolizzata, del 2,2 (di fatto accettando un taglio di 4 miliardi dello stanziamento per quota 100 e reddito di cittadinanza, che nella versione della manovra licenziata dalla Camera era pari a 16 miliardi). Poi un pressing di varia origine ha portato vicini al compromesso finale. Per un verso, la Commissione ha fatto trapelare richieste irricevibili, e cioè una richiesta di arretramento fino all'1,8. Per altro verso, Tria ha insistito sul fatto che un ulteriore 0,2 (per passare dal 2,2 al 2 secco) potesse essere ricavato in modo indolore (alcune dismissioni, altre limature sulla spesa). E, infine, è arrivata un'indiscrezione dal Quirinale. Proprio mentre stava iniziando il faccia a faccia tra governo e Commissione, filtrava sulle agenzie una sintesi (è da presumere, autorizzatissima dal Colle) sull'esito dell'ultimo incontro dell'Esecutivo al Quirinale, e l'«auspicio di Sergio Mattarella di un accordo con l'Ue» contro il rischio della procedura di infrazione. Povero Conte, verrebbe da dire: un po' come un pugile che sale sul ring mentre dal suo angolo si getta la spugna. In quelle stesse ore, le voci di una discesa del deficit al 2 producevano un calo dello spread a 272, e questo alimentava ulteriormente il pressing verso il governo. Da un punto di vista strettamente economico, la disputa - come questo giornale ha scritto molte volte - è abbastanza surreale. È noto che l'intervento su quota 100 si può fare con 5 miliardi (anziché i 7 inizialmente previsti) e che l'intervento grillino sul reddito di cittadinanza sarà differito nel tempo (non si inizierà prima di marzo o aprile), e quindi anche il M5s potrà farsi bastare 7 miliardi (anziché 9). Politicamente, ne esce male la Commissione: i riti, le regole, i parametri europei appaiono a tutti per quel che sono, una patente presa in giro, per nascondere il carattere tutto politico, arbitrario e discrezionale, delle decisioni. Rischia di non uscirne benissimo neanche il governo, però: e occorrerà spiegare tre mesi di braccio di ferro per poi eventualmente accettare questa soluzione. La sensazione è che l'esecutivo faccia alcune scommesse politiche. Matteo Salvini è forte di un consenso che sembra inattaccabile, e peraltro potrà realizzare l'intervento che aveva promesso su quota 100: la sua posizione è largamente la più lineare e solida. Luigi Di Maio ha l'onere di fare altrettanto rispetto sulla sua parte di programma, e sarà assai meno facile per lui. Ed entrambi devono far tesoro davanti all'opinione pubblica del discredito di cui Bruxelles si è ricoperta. Vedremo se ci riusciranno. Sul piano strettamente domestico, invece, già ieri sera è partito un balletto prevedibile, con opposizioni e osservatori pro-Ue che hanno accusato il governo di un atteggiamento cedevole. Ma sono gli stessi che, fino al giorno prima, pregustavano la procedura d'infrazione contro l'Italia. La vera partita (per Italia e Ue) sarà invece quella di una recessione che è alle porte in tutta l'eurozona, di una crescita che si annuncia anemica nel 2019, e di misure espansive che Bruxelles o rifiuta, o consente solo ad alcuni. Daniele Capezzone<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/conte-fa-lavvocato-e-cala-sul-tavolo-il-2-04-2623226649.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="fca-boccia-l-ecotassa-niente-assunzioni" data-post-id="2623226649" data-published-at="1758065727" data-use-pagination="False"> Fca boccia l'ecotassa: «Niente assunzioni» L'ottimismo intorno alla possibilità concreta di un accordo tra governo italiano e Commissione europea sta tutto nei numeri, i numeri che tanto piacciono a Bruxelles: ieri lo spread tra i Btp decennali e gli omologhi Bund tedeschi ha chiuso a 274 punti, proprio sull'onda delle indiscrezioni che riferivano di un buon andamento dell'incontro tra il premier Giuseppe Conte accompagnato dal ministro dell'Economia Giovanni Tria e il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker. Mentre era in corso la riunione a Bruxelles, lo spread scendeva quindi di 10 punti rispetto all'apertura e la borsa di Milano registrava un lusinghiero +2,1%, spinta verso l'alto dalle voci di una possibile intesa tra Italia e Unione europea, con il punto di equilibrio che si sarebbe trovato con un rapporto deficit/pil per il 2019 previsto intorno al 2%, rispetto al 2,4 stimato nella manovra. Così è stato: il premier Conte ha portato a Bruxelles una proposta di rapporto deficit/pil del 2,04%, a metà tra il 2% chiesto dall'Unione e il 2,1% che rappresentava la trincea dei due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Considerando che lo 0,1% è pari circa a 1,7 miliardi di euro, il taglio dello 0,36% vuol dire un risparmio di circa 6 miliardi di euro rispetto ai 37 miliardi di previsioni di spesa indicati nella manovra finanziaria originariamente approvata. Un risparmio che inevitabilmente andrà ad incidere sulle due misure simbolo di Lega e M5s, ovvero quota 100 sulle pensioni e reddito di cittadinanza, per le quali era prevista una spesa totale di 16 miliardi di euro per il 2019 (6,7 miliardi su quota 100 e il resto sul reddito). Visto che Conte ha garantito che la platea e gli importi non cambieranno, tutto si gioca sui tempi di entrata in vigore dei provvedimenti. Stando a quanto riferisce l'Ansa, in particolare, nella bozza presentata ieri a Bruxelles «tenuto conto dell'esigenza di garantire la continuità e il buon andamento dell'azione amministrativa» i lavoratori pubblici che conseguiranno il diritto alla quota 100 entro il primo aprile 2019 potranno andare in pensione dal 1 ottobre 2019, e se si maturano i requisiti successivamente al primo aprile si dovranno comunque aspettare sei mesi: la domanda di collocamento a riposo dovrà essere presentata all'amministrazione di appartenenza con un preavviso appunto di almeno sei mesi. Un rinvio che andrà ovviamente a comportare una riduzione della spesa prevista. Per quel che riguarda il reddito di cittadinanza, nelle tabelle dei tecnici del ministero dell'Economia è prevista una entrata in vigore tra febbraio e marzo, non il primo gennaio. Intanto la Commissione Bilancio del Senato è convocata ininterrottamente fino a domenica sera per l'esame della legge di bilancio. L'obiettivo è di portare il testo in Aula tra il 18 e il 19 dicembre. Sulla manovra incombe però un'altra nube nera, ovvero quella della cosiddetta ecotassa sulle auto, che il M5s vuole assolutamente introdurre e che la Lega invece guarda con estrema diffidenza. Un sistema bonus/malus che impatterebbe anche sull'acquisto di utilitarie come la Panda. E infatti ieri mattina Pietro Gorlier, chief operating officer di Fca per l'area Europa, ha declinato l'invito del presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Nino Boeti, che aveva chiesto ai vertici del gruppo automobilistico di discutere delle prospettive di investimento nella Regione. Gorlier ha paventato una riduzione delle assunzioni previste in Piemonte con il nuovo piano industriale se l'ecotassa non dovesse essere cancellata dalla manovra. «È un fatto certo», ha scritto Gorlier a Boeti, «che il sistema di bonus-malus, qualora attuato secondo l'impianto approvato in prima lettura alla Camera, inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale. Quindi», ha aggiunto il manager, «se tale intervento fosse confermato fin dal 2019, si renderà necessario un esame approfondito dell'impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano. Sono quindi costretto a declinare la nostra partecipazione al Consiglio, in quanto non saremmo in grado, né di confermare il piano industriale nella sua integrità, né di proporre scenari alternativi, dovendo ancora quantificare con precisione», l'eventuale impatto della ecotassa sui bilanci dell'azienda. Fca, ha sottolineato ancora Gorlier, «ha partecipato al tavolo sul settore convocato al Mise dove, insieme alla maggior parte degli operatori del settore, ha evidenziato il significativo impatto sul mercato delle misure proposte». Il piano presentato recentemente ai sindacati da Fca prevede investimenti in Italia pari a 5 miliardi di euro nel triennio 2019-2021. Carlo Tarallo