2019-08-16
Conte bis é già in campagna elettorale per conto dell'Ue
True
Il lungo weekend di Ferragosto si è aperto con un doppio scontro al calor bianco sulla questione migranti: dapprima quello tra Matteo Salvini e Elisabetta Trenta, e poi – in termini ancora più clamorosi – quello tra lo stesso titolare del Viminale e Giuseppe Conte che - nella speranza di succedere a se stesso - cerca di acquisire benemerenze anti-salviniane presso i nuovi alleati del Pd e della sinistra e soprattutto presso il partito di Ursula von der Leyen.Tutto nasce dalla scelta del ministro della Difesa: la Trenta, smentendo in un minuto un anno di linea politica del governo, ha infatti comunicato di non aver firmato il provvedimento di Matteo Salvini volto a negare ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali alla nave dell'ong Open Arms, dopo la sospensiva decisa l'altro giorno dal Tar del Lazio: «La politica non può mai perdere l'umanità. Per questo non ho firmato», ha fatto sapere la Trenta. Inevitabile e durissima la risposta di Salvini: «Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. E' grazie a questo presunto concetto di 'umanità' che negli anni dei governi Pd l'Italia è diventata il campo profughi d'Europa». E più tardi Salvini è stato ancora più sferzante: «Io disumano? La ministra Trenta ha controfirmato i miei atti fino all'altro ieri. O è diventata Madre Teresa di Calcutta o non ha capito cosa firmava fino all'altro giorno». Ma era solo l'antipasto di una giornata rovente. A sorpresa, all'ora di pranzo, è arrivata – pubblicata su Facebook – una lettera aperta fiammeggiante del premier contro Salvini, un autentico 'j'accuse': «Con mia enorme sorpresa, hai riassunto la mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo. Un chiaro esempio di sleale collaborazione, l'ennesima a dire il vero, che non posso accettare". Ma Conte insiste, agitando altri fiammiferi e altra benzina: «La tua foga politica e l'ansia di comunicare ti hanno indotto spesso a operare 'slabbrature istituzionali', che a tratti sono diventati veri e propri 'strappi istituzionali'. Per queste ragioni mi sono ritrovato costretto a intervenire varie volte - l'ho fatto per lo più riservatamente - non per l'ansia di contrappormi politicamente alle tue iniziative, ma per la necessità di rivendicare l'applicazione del principio di 'leale collaborazione', che è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni pubbliche». E, per chi non avesse capito, ecco il de profundis sulla maggioranza M5S-Lega: «Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo».Attenzione, però, perché al di là della polemica politica scomposta, i passaggi forse più rivelatori della lettera di Conte sono quelli in cui il premier si sbraccia per elogiare e ringraziare l'Ue di ieri e quella di domani: «Sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per sbloccare situazioni emergenziali». E ancora, come se ci avessero fatto una concessione graziosa: «Un ultimo aggiornamento sulla vicenda Open Arms. Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano». E infine, grande elogio di Ursula von der Leyen: «Questo - scrive Conte - è il momento di insistere in direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l'Italia si ritroverà completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via sempre più ingestibile. La nuova presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nei colloqui sin qui avuti, mi è sembrata molto determinata a percorrere questa strada e a darci una mano risolutiva». Molto netta la risposta di Salvini, in una contro-lettera in cui il leader leghista usa il "lei": «Carissimo presidente Conte, leggo con stupore che Lei mi rimprovera una 'ossessione' per i "PORTI CHIUSI", parla di rabbia, slealtà, ansia, foga e altro ancora. Sono stato leale e sempre lo sarò nel pieno rispetto di ogni carica istituzionale e, prima di tutto, nei confronti dei cittadini che incontro e che mi chiedono di intervenire». Poi Salvini coglie l'occasione per ricordare i risultati ottenuti nel suo anno al Viminale: «Calo dei delitti del 12% in questo 2019, fortissimo calo di omicidi (-18%), furti (-17%), rapine in casa o in strada (-21%) e violenze sessuali (-24%). E soprattutto crollo degli sbarchi dell'80% rispetto all'anno scorso (da 20.000 a 4.000) e del 90% rispetto all'anno prima». Ed ecco le conclusioni: «Quindi confesso la mia 'colpa', caro Presidente, la mia 'ossessione' nel contrastare ogni tipo di reato compresa l'immigrazione clandestina. Faccio il ministro per difendere i confini, la sicurezza, l'onore, la dignità del mio Paese. Con me i porti sono e rimarranno CHIUSI ai trafficanti e ai loro complici stranieri. Ed è chiaro che, senza questa fermezza, l'Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l'Italia e gli italiani soli come ha fatto negli anni dei governi di Renzi e del Pd».Per altro verso, il Viminale ha anche risposto punto su punto alle tesi di Conte e della Trenta sulla Open Arms: la nave, battente bandiera spagnola, si trovava – mentre Salvini riceveva la prima nota riservata di Conte – in acque internazionali, a 58 miglia da Lampedusa e a 46 dalle acque territoriali nazionali. Su queste basi, ha osservato Salvini, anche la giurisprudenza delle Corte europea dei diritti dell'uomo afferma la competenza e la responsabilità dello stato di bandiera, dunque della Spagna. Salvini, che si trovava a Castel Volturno, dove ha tenuto una conferenza stampa sull'anno di attività al Viminale, ha infine smentito una delle affermazioni politiche del premier: «È falso. È una bugia che io abbia mai detto al presidente Conte di voler staccare la spina al governo. I cambi di rotta dei ministri Toninelli e Trenta potrebbero fare pensare, non me, ma magari altri, che qualcuno si stia già preparando al cambio di maggioranza in atto spostandosi a sinistra. Allora si dica: 'Ci stiamo preparando a un governo Renzi-Boldrini', e noi faremo le nostre valutazioni e gli italiani le loro». La giornata di ieri si è chiusa con un altro intervento sui social network, stavolta di Luigi Di Maio, con toni di sfida plateale verso la Lega: «Salvini ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!". E ancora: "Il 20 agosto noi ministri del Movimento 5 Stelle saremo al fianco di Giuseppe Conte in Aula per sostenerlo contro la sfiducia della lega. Li aspettiamo al varco!»Premesso che l'esito di questa crisi politica resta ancora difficile da prevedere, il Ferragosto ci consegna quindi due fatti politici piuttosto chiari. Dal lato di Salvini, questi scontri mostrano in modo plastico ai suoi elettori l'insostenibilità della convivenza con M5S. Non solo i Cinquestelle erano pronti alla guerriglia contro la flat tax in autunno, ma già da adesso puntavano a smontare ciò di cui Salvini era più orgoglioso: il nuovo atteggiamento dell'Italia sull'immigrazione. Ovvio che un partito titolare del 34% alle Europee e accreditato del 38% nei sondaggi non potesse sopportare oltre.Dal lato di Conte, una lettera così risentita e nervosa - che fa il paio con la tesissima conferenza stampa notturna della scorsa settimana - rende esplicita la scelta del premier: approfondire e rendere insanabile il solco tra Lega e M5S (altro che uomo del dialogo e della ricucitura), acquisire benemerenze anti-salviniane presso i nuovi alleati del Pd e della sinistra (come se il decreto sicurezza e il decreto sicurezza bis non fossero stati approvati dal suo governo), e soprattutto presentarsi ai mandarini dell'Ue come un soldato affidabile (per loro). Insomma, è iniziata la corsa affannosa di Conte per succedere a se stesso (sia pure con un'altra maggioranza e un programma opposto a quello concordato con la Lega), evitando che siano altri a prendere il suo posto a Palazzo Chigi. L'avvocato del popolo ha smisurate ambizioni ma un solo cliente: se stesso.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)