2024-01-19
Il trappolone della sinistra: paralizzare la Consulta e incolpare il centrodestra
Giuliano Amato (Imagoeconomica)
A fine anno saranno quattro i giudici da rimpiazzare. La maggioranza non può imporli: Amato & C. potrebbero rendere le trattative un Vietnam giocando sul numero minimo.Mediamente, la composizione della Corte costituzionale e le sue nomine non hanno mai registrato una grande attenzione mediatica, forse proprio perché molto importanti. Il periodo a cavallo tra fine 2023 e inizio 2024 ha visto, invece, fiorire, anche su queste colonne, un vivace dibattito di metodo sui criteri di selezione dei futuri giudici: perché? La risposta è abbastanza semplice: perché il centrodestra ha la possibilità di dare le carte, essendo tutti i prossimi membri della Consulta «in scadenza» di nomina parlamentare. Il quadro è chiaro ai lettori della Verità: verso le fine del 2023 Sergio Mattarella ha colmato le due caselle lasciate vuote dalla conclusione del mandato di Daria de Pretis e Nicolò Zanon, nominando Giovanni Pitruzzella e la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi.La terza, apertasi con l’uscita del presidente Silvana Sciarra (scelta in quota Pd dal Parlamento nel 2014, sotto il governo Renzi), è tuttora vacante. Dal momento che a fine di quest’anno concluderanno il loro mandato anche l’attuale presidente, Augusto Barbera, e i giudici Franco Modugno e Giulio Prosperetti (tutti e tre portati in Consulta dall’«infornata» parlamentare del dicembre 2015, sempre governo Renzi), è quasi scontato che Camera e Senato voteranno contemporaneamente quattro nomi a fine anno.Quali? Presto per dirlo, ma non certo per ragionare sugli equilibri. Anche perché, per la prima volta da diversi lustri, una legislatura a maggioranza conservatrice ha i numeri per condizionare nomine tradizionalmente appannaggio di altre sensibilità: ecco il perché della grande attenzione riservata alle evoluzioni. Da qui, per esempio, nasce la campagna sull’allarme derivante dalla presunta «occupazione» che la destra potrebbe attuare sulla Corte. Un allarme che, in particolare, Giuliano Amato e il quotidiano La Repubblica stanno continuando a suonare con grande convinzione e pervicacia.Secondo fonti consultate dalla Verità, questa campagna ha un obiettivo chiaro: condizionare le scelte della maggioranza, spingendo il più possibile profili vicini allo stesso Amato e ad alcuni storici «kingmaker» di operazioni di questo tipo, da Sabino Cassese (giudice emerito) a Luciano Violante (nome peraltro in partita e tutt’altro che sgradito a molti nel centrodestra). Gridare al «golpe» di una maggioranza proterva e decisa a far strame delle garanzie democratiche serve a far partire in salita le trattativa, specie per chi - Meloni e alleati - ha l’onere del primo passo ma non i numeri per imporsi. Come noto, infatti, servono (dal quarto scrutinio) i tre quinti delle Camere per eleggere un giudice.Se la partita sarà a quattro, si ragiona su uno schema 3 a 1 (tre espressione del centrodestra, uno del centrosinistra). La strategia per massimizzare il potere di veto e le scelte nell’alveo di profili di totale continuità con il Quirinale e con la sinistra tendenza Amato prevedono, oltre alla pressione mediatica che continuerà imperterrita, anche un’opzione «vietnamita», che potrebbe scattare a fine anno quando, come detto, i posti scoperti saranno quattro. Il piano poggia sulle regole della Corte, che - come si legge sul suo sito - «sia in udienza pubblica sia in camera di consiglio, si riunisce nella sua composizione plenaria di quindici giudici (o fino al minimo di undici, se c’è qualche posto vacante o qualche assenza)». Un eventuale ritardo nelle nomine parlamentari, facile da conseguire tirando in lungo le necessarie trattative, metterebbe un organo di garanzia sul crinale dell’impossibilità di funzionare.Con dieci membri, infatti, non potrebbe lavorare, e si troverebbe nella complessa situazione descritta da Giorgio Gaber quando parlava di maggioranze fragili: «Basta che a uno gli venga la diarrea che cade il governo» (La democrazia). Qualunque tipo di disturbo, indisposizione o impedimento di uno degli undici «reduci» bloccherebbe il funzionamento della macchina della Corte costituzionale. Cosa accadrebbe se fossero pendenti, in quel frangente, casi delicati, o politicamente sensibili? Per l’opposizione sarebbe molto facile leggere una conferma della bontà dei timori di «guerra alle Corti» sbandierati per mesi, e imbastire una campagna contro i tentativi eversivi della maggioranza allo scopo di condizionare ulteriormente le scelte sui nuovi membri, magari passando così da un «3 a 1» a un «2 a 2».Ecco perché, molto probabilmente, per la prima volta la partita sulla Consulta sarà molto mediatica e valicherà il pelo dell’acqua sotto il quale è sempre rimasta alle ultime tornate. A seconda di come andrà a finire, potrebbe mutare anche profondamente l’approccio di una Corte che - qualora l’esecutivo rimanesse dov’è - nei prossimi anni potrebbe trovarsi per le mani patate bollenti come leggi elettorali, autonomia e riforme costituzionali.A proposito di queste ultime, in particolare, si fa strada la possibilità di un conflitto che riporterebbe ai tempi del «Lodo Alfano». Qualora - con un meccanismo comunque complesso - la Corte venisse adita per pronunciarsi sulle modifiche stesse alla Carta approvate dall’Aula, il filone «creativo» ampiamente sviluppatosi in questi anni non pare mettere al riparo da un paradosso: una Consulta che si potrebbe opporre alle modifiche alla Costituzione votate dal Parlamento in forza di principi desunti dalla Carta stessa e postulate come più forti della sovranità dell’Aula.Sarebbe ovviamente una contorsione non da poco: e proprio per condurla in porto occorre garantire un comune sentire all’interno della Corte. E torniamo all’inizio: i giochi di fine anno sui quattro giudici saranno pesanti. Ogni strumento sarà ritenuto lecito. Vietnam compreso.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.