2024-08-16
Conoscere l’Italia attraverso le sue riserve naturali
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Dal Parco delle Cinque Terre a quello del Circeo. Che siano terrestri, lacustri, marine o fluviali poco conta: le riserve naturali sono scrigni che custodiscono specie significative della flora e della fauna. La loro importanza consiste proprio in questo: proteggono piante e animali che le abitano, offrendo loro habitat non a rischio (deforestazione, inquinamento ecc.).È soprattutto in questo che si differenziano dai Parchi Nazionali, oltre che per le dimensioni ridotte rispetto a questi ultimi. Istituite dalle Regioni o dallo Stato (a seconda della loro rilevanza), in Italia sono più di 870, per la maggior parte “terrestri”. Data la loro delicatezza e deperibilità, al turista è richiesta massima attenzione. Del resto, frequenti cartelli avvertono il visitatore su cosa è possibile e cosa non è possibile fare al loro interno. Diamo spesso per scontato che i nostri atteggiamenti siano rispettosi, quando invece a volte basta la minima disattenzione per rovinare un ecosistema.Ecco alcune delle Riserve (e dei Parchi) Naturali più belle:Sicilia: Riserva Naturale Orientata dello Zingaro (TP)Siamo tra Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo, in una zona la cui bellezza profuma di mito. Basti pensare che la città di Trapani, secondo gli antichi Greci, era governata dal gigante Erix, figlio di Afrodite. Secondo i Romani, invece, la città doveva la sua esistenza - a seconda della versione - alla falce di Cerere o a quella di Saturno, la cui forma diede vita a Drepano. In questo contesto si inserisce una riserva dal nome altrettanto affascinante, che fa riferimento al suo essere stata abitata, appunto, da zingari (ossia egiziani). È possibile visitare la Riserva dello Zingaro sia a piedi che in barca. A piedi sono 7 km che offrono bellissime viste sul mare (si può deviare dal percorso principale per visitare le 7 calette che li puntellano). Per quanto riguarda gli ingressi, sono due: uno dalla parte di San Vito Lo Capo e uno dalla parte di Scopello. L’entrata costa 5 euro (3 per i bambini) e ci sono alcuni accorgimenti da tenere presente: non è possibile fare trekking in ciabatte o infradito o portandosi dietro l’armamentario da mare (ombrelloni, materassini etc.). Bisogna però rifornirsi di cibo e acqua a volontà, anche perché optare per la camminata ha i suoi costi in termini di tempo e caldo, benché ne valga assolutamente la pena. L’alternativa è l’escursione in barca, partendo da Castellammare del Golfo o da San Vito Lo Capo. Esistono diversi fornitori, per cui trovare un “Caronte” non sarà certo difficile.L’orario di apertura della Riserva è dalle 7 alle 19.30.Dormire- Luxumarì Hotel & Spa, via Vittor Pisani 26, Castellammare del Golfo: in centro. Se ci si vuol concedere del vero relax.- Helios Hotel, via Savoia 297, San Vito Lo Capo: un albergo intimo, con la possibilità di raggiungere la città in navetta.Mangiare- Ristorante La Tonnara, via Don Leonardo Zangara 29, Castellammare del Golfo: basterebbero solo le linguine bottarga, menta e zucchine per convincere chiunque a fermarsi.- Allantica Osteria, via Regina Margherita 14: da non perdere le sarde a beccafico. iStockRiserva Naturale della Biosfera del Circeo (LT)Tra Anzio (RM) e Terracina (LT), sorge questo parco nazionale, istituito nel 1934 in una delle aree naturali protette più antiche e mitologiche d’Italia. Basta il nome per capire che stiamo parlando del viaggio di Ulisse e del suo fatale incontro con la maga Circe. San Felice Circeo dimostra, con la sua presenza, la bellezza di questa parte del litorale tirrenico laziale, spesso confuso con abusi edilizi e mare di poco conto. Peccato, perché non è così. Il Circeo si riconosce subito per via della sua “montagnola” alta più di 500 metri: se la guardate, potete scorgervi il profilo di Circe, che si specchia direttamente sulle acque. Si tratta di un promontorio importante anche per via del ritrovamento, all’interno di una grotta, di un cranio fatto risalire all’uomo di Neanderthal. Altro luogo di interesse è la Duna Litoranea, che si estende per 25 km dal Promontorio a Capo Portiere e che è collegata con il Lago dei Monaci, che fa parte delle zone umide, composte anche da altri tre laghi: Lago di Paola, Lago Caprolace e Lago di Fogliano, che creano diverse lagune e sono zona di passaggio per le rotte migratorie di centinaia di uccelli. Fanno parte del Parco anche l’isola di Zannone e la Selva di Circe, foresta planiziale (ossia in pianura), dove si trovano altre riserve naturali: la Piscina delle Bagnature, la Piscina della Battuccia e la Lestra della Coscia.Dormire- Serpa Hotel, via Ardeatina 264: un buon compromesso per raggiungere il Circeo. Situato proprio di fronte al mare.- La Conchiglia sul Mare, Lungomare Circe 13: albergo accogliente, fronte spiaggia e con colazioni molto apprezzate.Mangiare- Ristorante Capo D’Anzio, Corso del Popolo 28, Anzio: ottimo il risotto zafferano e scampi.- Hostaria La Perla Nera, viale Tommaso Tittoni 183B, San Felice Circeo: noto per i suoi gnocchetti allo scoglio. iStockParco Nazionale della Val Grande (VCO)La provincia di Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte, è forse meno considerata di quanto dovrebbe. Sono diverse, infatti, le meraviglie che la caratterizzano, dal lago di Mergozzo agli Orridi di Uriezzo e alla Cascata del Toce. Ma è nel Parco Nazionale della Val Grande che, soprattutto, ci si ritrova a contatto con la natura e con se stessi, anche perché è l’area selvaggia più vasta d’Italia. Si parte da Cossogno, porta d’ingresso al Parco, ma interessante anche per i suoi monumenti, tra cui il ponte romano. Diversi i percorsi da trekking, che attraversano zone di incredibile bellezza (come la verdissima Val Pogallo) e borghi storici, tra cui Caprezzo, Trontano (famoso per la lavorazione del pane di segale) e Santa Maria Maggiore, dove visitare il Museo dello Spazzacamino. Il più famoso di questi itinerari è conosciuto come Strada Sutermeister, un anello di 10 km che prende il nome dall’ingegnere Karl Suterfmeister, il quale contribuì allo sviluppo della zona. Tra le più pregevoli bellezze paesaggistiche di questo figurano i diversi affacci sul Lago Maggiore e il Monte Pedum, cuore dell’area più selvaggia di tutto il Parco.Dormire- Hotel Ristorante Eurossola, piazza Matteotti 36, Domodossola: ottimo punto di partenza per visitare il Parco, ma anche la vicina città di Domodossola, ricca di punti di interesse.- Hotiday Hotel Verbania, viale delle Magnolie 8, Verbania: bellissimo albergo con vista sul lago e sulle montagne.Mangiare- Alternative Bistrot, via Briona 22, Domodossola: in pieno centro, offre piatti originali come gli gnocchi di castagna su fonduta di formaggio Ossolano.- Trattoria della Stella, via Maurizio Muller 15, Verbania: ottima cucina casalinga. Da provare i ravioli al pesce persico. iStock