2025-07-03
Accordo tra Intesa e Confindustria: 200 miliardi per la Transizione 5.0
Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini con Stefano Barrese, responsabile BdT di Intesa Sanpaolo
Orsini: «Crediamo nell’energia nucleare». Barrese (Intesa): «Più tecnologia e robotica».Duecento miliardi destinati allo sviluppo della competitività delle imprese e a dare una spinta alla Transizione 5.0. Sono frutto di un accordo quadriennale tra Intesa San Paolo e Confindustria annunciato all’inizio dell’anno dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e da Carlo Messina, Consigliere delegato e ad di Intesa Sanpaolo. Ieri a Roma si è svolto «Investimenti, innovazione, credito. Le tecnologie digitali avanzate, i nuovi acceleratori di crescita delle imprese», l’incontro territoriale per presentare il programma nazionale congiunto che mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028. Di questi 14 miliardi andranno alle imprese del Lazio. L’obiettivo è quello di rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo e cogliere le opportunità di Transizione 5.0 e Ia, integrando così le risorse già stanziate dalla Banca per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr. E in questo contesto va osservato che oltre il 45% delle imprese indica che continuerà ad investire in R&S nei prossimi anni, anche in nuovi prodotti e digitalizzazione. A presentare l’accordo, lo stesso presidente Orsini per Confindustria e Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei territori di Intesa San Paolo. «Il costo dell’energia rende poco competitive le nostre imprese, quindi bisogna potenziare gli investimenti e credere nell’energia nucleare. E serve che tutto il Parlamento sia unito per portare avanti questo tipo di nuova tecnologia che è fondamentale», ha commentato il presidente di Confindustria Orsini, che poi ha avvertito: «Non sono solo i dazi al 10% ma c’è anche la svalutazione del dollaro che vale un 13,5%, vuol dire che siamo a 23,5%, un numero che preoccupa e che secondo le nostre stime può avere un impatto sulla nostra industria di circa venti miliardi con 118.000 posti di lavoro. Bisogna negoziare tutti uniti come Europa». «Il tema della tecnologia, dalla robotica all’Ia, è un fattore di competitività rilevantissimo, per mantenere alta la qualità di ciò che viene prodotto e per elevare la produttività dell’azienda. Quindi diventa importante il fattore occupazionale e le competenze necessarie. Abbiamo deciso di supportare questo percorso non solo attraverso il credito, ma dando anche incentivi a quelle aziende che fanno investimenti tecnologici e associano a questo l’impegno ad assumere», ha spiegato Barrese a margine dell’evento e poi ha aggiunto: «Noi monitoreremo questo impegno ad assumere, chiedendo di inserirlo nel bilancio delle aziende. Questo consentirà in fase di startup di avere un beneficio importante che poi, nel corso degli anni, proseguirà sotto forma di prezzo arrivando anche a circa 70 punti base. Un incentivo significativo per accompagnare la crescita occupazionale del Paese in aree di competenze rilevantissime». Durante l’evento sono state evidenziate le peculiarità delle nuove misure messe in campo e c’è stato un confronto con gli imprenditori laziali su robotica, digitalizzazione e intelligenza artificiale quale leva di stimolo per la crescita in termini di connettività e competitività del tessuto economico. Illustrate anche misure ad hoc per favorire il supporto a nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico, sostenendo così l’attrattività dei territori italiani con posizione strategica per le rotte e gli interscambi internazionali.Il protocollo nazionale presentato consolida e rinnova la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria avviata nel 2009 che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di euro in quindici anni, ha contribuito a evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle Pmi e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Un supporto che si è tradotto in numerose iniziative congiunte che, anche attraverso le garanzie governative attivate nelle fasi critiche, hanno consentito di sostenere con nuovo credito decine di migliaia di imprese e prevalentemente Pmi, struttura portante del Made in Italy nel mondo.
Sandro Mazzola (Getty Images)
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