
Smentite tutte le voci di tensione ai vertici della Cassa, Fabrizio Palermo e Massimo Tononi presentano il bilancio (utile netto 4,5 miliardi), mentre le fondazioni bancarie impostano la strategia 2019: rilanciare il settore delle costruzioni.Da una decina di giorni a diverse redazioni di altrettanti quotidiani italiani arrivano telefonate. Fonti suggeriscono, insufflano e premono. La notizia sarebbe la seguente: le acque in via Goito, sede di Cassa depositi e prestiti, sono agitate. Addirittura il ruolo di Massimo Tononi, presidente e uomo di garanzia di Giuseppe Guzzetti e della galassia della finanza cattolica sarebbe in discussione. Un modo per far capire che Lega, 5 stelle e Giovanni Tria sono di nuovo ai ferri corti e che se anche l'uomo di garanzia istituzionale sta per lasciare, vuol dire che il tessuto si strapperà. Probabilmente salteranno le scadenze di presentazione del Def e, come sostiene Confindustria, l'anno prossimo arriveranno le cavallette. Ieri è intervenuto Guzzetti per dire che non c'è alcuna tensione e Tononi non è mai stato in uscita. Inutile dire che le sue dichiarazioni sono state interpretate come conferme dei rumor. Invece, siamo di fronte ai soliti tentativi di diffondere voci. C'è chi aspirerebbe a prendere il posto di Tononi e di chiunque lasci una poltrona libera e chi bene sapeva che oggi sarebbero stati presentati i conti e creare un po' di confusione giova sempre. Le voci ovviamente non sono mai fasulle al 100%. Hanno un fondo di verità. Nel caso di Cdp si chiama Sace. Da giorni si discute sul rinnovo dei vertici della partecipata. Il ministro dell'Economia è per un rinnovo di Alessandro Decio e del presidente Beniamino Quinteri. Quest'ultimo è molto vicino a Tria con il quale condivide il fatto di essere un docente universitario. I vertici di Cdp sono invece intenzionati a cambiare sia ad sia presidente. A trovarsi nel mirino di Fabrizio Palermo (ad di Cdp) è però Decio. Motivo molto semplice, l'ex banchiere da oltre un anno si muove per portare Sace fuori da perimetro della Cassa e riportarla sotto l'ala protettrice del Mef. Palermo non vuole e il motivo è chiaro. Insomma, sono sicuramente tensioni, ma i temi veri da affrontare sono ben altri. Tim, Alitalia, la partita dei debiti della Pa verso le aziende private e il ruolo della Cassa su partite delicate come la banda larga e il 5G. Il mese scorso sono infatti stati blindati i vertici di Cdp Reti, l'azienda che in coabitazione con China State Grid, detiene le quote delle aziende sensibili che si occupano di energia e tecnologia. Al vertice della controllata è stata nominata la stessa coppia formata da Palermo e Tononi. Significa che attraverso di loro passeranno scelte strategiche per la sicurezza nazionale. Insomma, governo, fondazioni e finanza cattolica non sembrano prossimi a litigare. Per quanto riguarda Tria e il suo ruolo futuro nel governo di capirà di più dopo le elezioni europee. Nel frattempo Cdp ha presentato i conti del 2018. Utile netto consolidato di 4,3 miliardi, in calo rispetto ai 4,5 dell'anno prima. L'utile della capogruppo è invece di 2,5 miliardi, in crescita del 15,3%, «principalmente grazie all'aumento del margine di intermediazione, che si è attestato a 3,8 miliardi (+32,6%). I risultati del 2018 «confermano il ruolo chiave svolto dal gruppo a sostegno dell'economia italiana», recita la nota ufficiale. Il gruppo ha mobilitato risorse per 36 miliardi (in aumento del 6,9% rispetto ai 33,7 miliardi del 2017) e ha consentito, con la sua attività, di «attrarre 27 miliardi di risorse aggiuntive di investitori privati e altre istituzioni territoriali, nazionali e sovranazionali, attivando complessivamente 63 miliardi di investimenti». Per il supporto alle imprese «sono stati mobilitati 30,2 miliardi (84% del totale). In favore del settore government, pubblica amministrazione e infrastrutture sono stati mobilitati 5,5 miliardi (15% del totale); 0,3 miliardi sono stati infine destinati a investimenti nel real estate (1% del totale)». Il lungo elenco di attività e i risultati non si differenziano particolarmente da quelli che hanno caratterizzato il 2017. Palermo dovrà dimostrare nel 2019 se la Cassa sarà in grado di mettere la quarta e al tempo stesso essere autonoma e indipendente dalla politica. Guzzetti ha più volte rinnegato l'operazione di salvataggio di Alitalia per un semplice fatto: evitare di mettere a rischio i risparmi degli italiani. Mentre al contrario ha spinto la Cassa a fare da aggregante per un enorme polo delle costruzioni, dopo il fallimento di una serie di marchi storici del cemento. L'anno scorso il risparmio postale (gran parte dei pensionati) è cresciuto di ben 3,8 miliardi di euro portando la massa complessiva a 258 miliardi. Una cifra enorme che ingolosisce i governi ma che va tutelata a ogni costo.
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)
Un mio profilo è stato cancellato quando ho pubblicato dati sanitari sulle pratiche omoerotiche. Un altro è stato bloccato in pandemia e poi eliminato su richiesta dei pro Pal. Ne ho aperto un terzo: parlerò dei miei libri. E, tramite loro, dell’attualità.
Se qualcosa è gratis, il prodotto siamo noi. Facebook è gratis, come Greta è pro Lgbt, pro vax, anzi anti no vax, e pro Pal. Se sgarri, ti abbatte. Il mio primo profilo Facebook con centinaia di migliaia di follower è stato cancellato qualche anno fa, da un giorno all’altro: avevo riportato le statistiche sanitarie delle persone a comportamento omoerotico, erroneamente chiamate omosessuali (la sessualità è una funzione biologica possibile solo tra un maschio e una femmina). In particolare avevo riportato le statistiche sanitarie dei maschi cosiddetti «passivi».
A Fuori dal coro Raffaella Regoli mostra le immagini sconvolgenti di un allontanamento di minori. Un dramma che non vive soltanto la famiglia nel bosco.
Le persone sfollate da El Fasher e da altre aree colpite dal conflitto sono state sistemate nel nuovo campo di El-Afadh ad Al Dabbah, nello Stato settentrionale del Sudan (Getty Images)
Donald Trump torna a guardare all’Africa. Il presidente americano si è infatti impegnato ad agire per cercare di portare a termine il sanguinoso conflitto civile che agita il Sudan da oltre due anni.
«Pensavo fosse solo una cosa folle e fuori controllo. Ma ora capisco quanto sia importante per te e per molti dei tuoi amici qui presenti il Sudan. E inizieremo a lavorare sul Sudan», ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca, rivolgendosi al principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman. Ricordiamo che la guerra civile in corso è esplosa nell’aprile del 2023 tra le Forze armate sudanesi e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces. Secondo The Hill, «più di 150.000 persone sono morte nel conflitto, circa 14 milioni sono state sfollate e si prevede che circa metà della popolazione di 50 milioni di persone soffrirà la fame quest'anno».






