2021-03-30
Con il contratto che piace alla Cgil i rider guadagnano 250 euro al mese
Maurizio Landini preme per far abolire il Ccnl di Assodelivery e Ugl e trasformare tutti i fattorini in dipendenti. Oggi gli interessati manifestano: preferiscono restare autonomi, con qualche tutela in meno ma più soldi.Quattro giorni fa alcuni rider impiegati per le consegne del cibo hanno manifestato a Roma e in altre città. Il «No delivery day» è stato organizzato dalla rete RiderXiDiritti. «Al momento», si sono lamentati quei ciclofattorini, «non abbiamo ferie né malattie, permessi per paternità o maternità, e siamo sottopagati. Ora basta, deve esserci riconosciuta la natura subordinata di lavoro», hanno concluso attaccando di fatto l'accordo sottoscritto da Assodelivery e Ugl a novembre scorso. Questa mattina, sempre a Roma e in una decina di città, manifesteranno i rider che invece hanno firmato il contratto con Ugl. Il loro slogan è: «Io resto autonomo». Apparentemente il mondo delle tutele ai fattorini in bici sembra all'apice della schizofrenia. Alcuni chiedono più tutele e altri di rimanere con contratti autonomi. In realtà la discrasia purtroppo è presto spiegata. E il colpevole, come dimostrano i numeri, è da ricercare nell'ideologia politica che spinge una buona fetta dei sindacati. Tanto per cominciare, al momento i lavoratori che svolgono attività per conto di piattaforme digitali sono nel complesso circa 100.000. Tra questi molti si occupano di logistica o di servizi affini. Gli addetti alle piattaforme dedicate al cibo, come Glovo, Uber eats o Just eat sono poco più di 30.000. Questo gruppo a sua volta si divide in due parti. Soltanto in 15.000 scarsi fanno delle consegne la propria principale attività di reddito. In ogni caso i 30.000 addetti al food hanno aderito dal novembre scorso al contratto dell'Ugl. I ciclofattorini che hanno protestato per avere più tutele sono sostenuti dalla rete dei centri sociali e guardano al supporto della Cgil per avere un contratto subordinato. Omettono di dire che hanno già aderito a un contratto e si limitano a manifestare per avere tutte le tutele. Di per sé può sembrare un atto dovuto. Peccato che se si mette a confronto il testo di Assodelivery con quello ipotizzato dalla Cgil il paragone è impari. Per la prima volta Assodelivery stabilisce un compenso minimo di 10 euro lordi per ogni ora lavorata. In caso di lavoro notturno, festività e maltempo, l'intesa prevede indennità integrative crescenti. Nei primi quattro mesi dall'apertura del servizio in una nuova città, ai rider viene garantito poi un incentivo di 7 euro l'ora, anche se non dovessero esserci richieste di consegne, purché si rendano reperibili. Un modo per rimettere sulle spalle dell'impresa, in questo caso della piattaforma, il cosiddetto rischio aziendale. Infine, il contratto stabilisce un «sistema premiale» che frutterebbe 600 euro ogni 2.000 consegne. In questo momento l'alternativa è incarnata dal modello proposto da Just eat, azienda che ieri ha confermato l'accordo con la Cgil e altre sigle promettendo di assumere 4.000 persone in un anno. Il contratto è subordinato ma la paga non dovrebbe superare i 650 euro. Nella stragrande maggioranza delle adesioni prevede 10 ore settimanali con un importo netto mensile che non supera i 250 euro. «Il nostro metodo», spiega Vincenzo Abbrescia, segretario nazionale Ugl rider, «è quello di partire da un contratto autonomo a cui aggiungere tutele crescenti. Un esempio su tutti. Un rider che fa un incidente mentre consegna ha una copertura Inail. Noi invece puntiamo a polizze che consentano la copertura anche a chi si è fatto male nel tempo libero. Non è un dettaglio, ma un elemento primario per evitare che chi non può pedalare si trovi senza incassi». Appare chiaro che il Ccnl di Assodelivery sia migliorabile, ma già adesso fornisce un enorme vantaggio rispetto al testo subordinato. A parità di lavoro fa guadagnare quasi il 30% in più. Il sindacato ha il dovere di essere versatile. Eppure l'ideologia non demorde. E mentre sotto l'ala del ministero del Lavoro vengono firmati i patti anti caporalato, la sinistra non riesce proprio ad anteporre gli interessi dei lavoratori alla propria sussistenza. Con che coraggio si può definire contratto di lavoro, seppure tutelato, se si autorizza il datore di lavoro a versare 250 euro al mese?Negli ultimi sei mesi le sedi dell'Ugl sono state fatto oggetto di atti vandalici per ben cinque volte. Nel caso di Bologna c'è un'inchiesta e sotto accusa c'è il mondo dei centri sociali che spinge l'ala estrema rispetto alle tesi della Cgil. Ricordiamo che il sindacato di sinistra lo scorso anno ha chiesto a ministro Nunzia Catalfo di bocciare il Ccnl di Assodelivery. Per fare spazio al proprio. La Cgil non ha mai speso una parola per condananre gli attacchi alle sedi dei concorrenti e «non abbiamo sentito i soloni parlare di difesa della democrazia», ha avuto modo di commentare Paolo Capone, segretario Ugl. Il diktat di Maurizio Landini si sta però infrangendo contro la realtà. Chissà perché i rider preferiscono qualche tutela in meno ma qualcosa in più nel portafogli?. È un concetto troppo difficile per chi vive fuori dalla realtà e al massimo ha a disposizione i media amici per imbastire uno storytelling che si infrange alla prima pedalata.