2022-06-11
Comprati i vaccini, il vaiolo è «scomparso»
«Politico» svela che l’Italia è uno dei quattro Paesi europei che in silenzio ha acquistato decine di migliaia di dosi per affrontare il morbo delle scimmie. Del quale, dopo un po’ di terrorismo mediatico, non si parla più.Chi l’ha visto? Che fine ha fatto il vaiolo delle scimmie? Non si scorge più un titolone su un quotidiano, non si legge più una bella intervista a una virostar; persino Fabrizio Pregliasco, che diceva di temere migliaia di contagi, non si pronuncia da una settimana. Chiamate Federica Sciarelli, Quarto grado, l’Fbi. Dov’è il bollettino quotidiano, stile Covid? E pensare che l’Italia prometterebbe bene: Matteo Bassetti ha calcolato che siamo al nono posto nel mondo per infezioni. Dal 31 maggio all’8 giugno, nell’Ue, ci sono stati 385 casi, in aumento di 183 rispetto alla settimana precedente; da noi, quelli confermati erano 15. Con il primo ammalato pugliese, il totale è salito a 29. Niente a che vedere con i ritmi di Omicron, però ci si poteva lavorare…Invece niente. Dopo la prima fiammata, il disinteresse è quasi totale. E vuoi vedere che c’è un motivo, se il virus non suscita tanto trasporto? Se i quotidiani l’hanno archiviato, se non scala più le tendenze di Google analytics? Azzardiamo: sarà che è stato già raggiunto l’obiettivo della repentina mini psicosi. Ovvero, comprare i vaccini.La notizia era sepolta in un articolo di Politico.eu, uscito tre giorni fa. La testata citava «report mediatici dall’Europa», secondo i quali «contratti per decine di migliaia di dosi sono stati recentemente sottoscritti in Germania, Italia, Svezia e Regno Unito. […] E si attendono molti altri ordini». Ma guarda un po’. Sapevamo, dall’Istituto superiore di sanità, che il nostro Paese disponeva già di 5 milioni di dosi del farmaco. Forse si trattava di Imvanex, quello di ultima generazione, autorizzato da Ema nel 2013 e prodotto dalla danese Bavarian Nordic? Nessuno l’ha chiarito. Come nessuno, dal governo o dall’Iss, ha informato il pubblico dei presunti nuovi acquisti, di cui ha scritto Politico. Di certo, c’è solo che la casa farmaceutica scandinava, circa tre settimane fa, aveva comunicato di aver stipulato un accordo per la fornitura del vaccino con un non meglio specificato Stato europeo. Eravamo noi? E quante fiale avremmo comprato? A che prezzo? Fino a quando ci saremmo assicurati gli approvvigionamenti? Procederemo in autonomia, o anche stavolta Bruxelles centralizzerà le procedure, com’è successo con il Covid? Mistero. Domandate a chi indaga sull’occulto, sguinzagliate Roberto Giacobbo. Non che fare scorta sia sbagliato di per sé. La pandemia di Sars-Cov-2 ce l’ha insegnato: è meglio essere previdenti. Bisogna però capire se comprare i vaccini serve ad averne un po’ da parte in caso di bisogno - e allora, per una malattia a bassa trasmissibilità, magari bastavano quei 5 milioni di dosi che tenevamo in magazzino. Altrimenti, può sorgere il sospetto che il fine dell’acquisto - se l’acquisto c’è stato - sia l’acquisto stesso. L’affare in quanto tale. Viene prima l’uovo o la gallina, quella dalle uova d’oro? Nasce prima l’emergenza, che ci spinge a munirci di un opportuno vaccino, o prima il business vaccinale, per cui aggrapparsi a una supposta emergenza? Bassetti, che accusa il ministero della Salute di non parlare abbastanza del problema, è stato esplicito: «Non bisogna allarmare, ma bisogna pensare a qualcosa». Indovinate a cosa: «Una campagna vaccinale per le categorie a rischio». Appunto. Inghilterra, Usa, Canada hanno già avviato la profilassi sui contatti stretti dei contagiati. Ieri, la Stiko, l’autorità tedesca per i vaccini, ha raccomandato Imvanex agli adulti esposti al pericolo di contrarre il monkeypox: chi è stato vicino a casi conclamati, omosessuali inclini alla promiscuità, sanitari dei reparti di malattie infettive. È comunque bene sapere che il preparato della Bavarian Nordic potrebbe non essere la soluzione definitiva. La stessa Agenzia europea del farmaco gli diede il via libera in «circostanze eccezionali», poiché, citiamo testualmente, «data la scomparsa del vaiolo nel mondo, non è stato possibile ottenere informazioni complete su questo medicinale». È altamente probabile che esso funzioni alla grande; non è impossibile che sia imperfetto. Anche perché è stato pensato per il vaiolo umano (debellato) e non per quello delle scimmie (un ceppo virale simile, ma non identico).Rimangono altre inquietanti similitudini con il Covid. Ad esempio, i Centers for disease control and prevention americani, qualche giorno fa, hanno buttato lì la teoria secondo la quale una parte dei contagi sarebbe avvenuta per via aerea. Per favore, no: le goccioline di saliva che si diffondono sotto forma di aerosol… Sarebbe tragico. Casi molto rari, precisavano i Cdc. Ma, nel dubbio, hanno aggiornato le linee guida per i viaggiatori, ricordando che «indossare la mascherina può aiutare a proteggersi anche dal vaiolo delle scimmie». Se è per questo, pure dalla tubercolosi e dalla meningite. Giriamo con lo scafandro e passa la paura. Poi, qualcuno deve aver pensato che qualcun altro potesse pensar male: con la scusa del monkeypox, ci rifilano di nuovo il bavaglio. Fatto sta che l’indicazione è stata rimossa poche ore dopo la pubblicazione. Che volete, certi siparietti capitano. Almeno nell’era in cui, al posto del cittadino, è arrivato il paziente.
Martha Argerich (Michela Lotti)
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