2022-11-20
I «competenti» ingranano la retro su effetti avversi e dosi a ripetizione
Antonella Viola (Imagoeconomica)
Dopo l’autodafé di Marcello Gemmato, i virotalebani cambiano registro: Antonella Viola ammette che i booster ai ragazzi sani non servono, «Repubblica» che vanno valutati rischi e benefici. Il «Bmj»: «Fda non ispeziona i siti dei trial».Fallita la Ecotech, in bilico i rimborsi. L’istanza al tribunale è partita dalla Regione Lazio, ma si complica l’iter per riavere gli 11,7 milioni spesi per i Dpi. Secondo i magistrati, era stato un «incauto affidamento».Lo speciale contiene due articoli.Ah, ma allora si poteva dire. Si poteva dire che è opportuno soppesare rischi e benefici dei vaccini. Si poteva dire che è sciocco inseguire i giovani sani con la siringa. Si poteva dire che questi farmaci sono inutili ai fini della protezione dall’infezione. Si poteva dire che chi dovrebbe vigilare sui produttori, a volte, chiude un occhio e magari anche l’altro. Forse si poteva dire, ma solo se a dirlo erano loro: le virostar, i «competenti». Se a parlare è un Marcello Gemmato qualunque, ci si deve stracciare il camice bianco per sdegno. Così, ottenuti l’autodafé del sottosegretario alla Salute e la professione di fede vaccinale e «mascherinica» del ministro Orazio Schillaci, i progressisti sanitari si sono sentiti liberi di ringranare la retromarcia. Ieri, sulla Stampa, Antonella Viola svelava un mistero che alla Verità era proprio ignoto: oggi, «la situazione è molto diversa» rispetto all’inizio della pandemia. Il Sars-Cov-2 «è meno pericoloso». E «i vaccini, anche quelli più aggiornati, non sono più in grado di bloccare efficacemente i contagi». Dunque, «la decisione sui richiami da effettuare diventa davvero personale». Nel senso che, «per chi è giovane, in salute e ha già un ciclo dei vaccinazioni completo» - tre dosi, s’intende - «la scelta non è così scontata». Pazzesco: noi, sul giornale accusato di diffondere «falsità sul Covid», non l’avevamo mai scritto. Non avevamo mai invocato una moratoria sulle punture agli under 40 (e qualche indagine seria sulle reazioni avverse).Pure Repubblica, venerdì, è incappata in un momento-rivelazione. Dopo una pappardella sul valore salvifico delle iniezioni e un appello al «senso di responsabilità» di medici, giornalisti, politici e «pseudoscienziati» (gli «pseudo» sono sempre quelli che non s’attengono all’ortodossia), la dottoressa Roberta Villa si abbandonava a un’ammissione interessante: «È vero che i vaccini in certi casi possono provocare effetti indesiderati anche gravi». Ce lo segniamo, perché tanti scienziati non «pseudo», invece, vanno ancora in giro a raccontare che le controindicazioni sono una bufala inventata dai complottisti. Ma soprattutto, il quotidiano romano precisava che «ciascuno di questi rischi si mette su un piatto della bilancia rispetto ai benefici, non una volta, ma per quanto riguarda ogni richiamo: per questo, mentre la terza dose è ritenuta indispensabile per ottenere una copertura di base per tutti, la quarta dose è raccomandata» a over 60 e fragili. Un altro concetto oscuro per i lettori della Verità: quando si propone di somministrare un medicinale, si verifica che, al candidato, la somministrazione convenga. Certo, per salvare la faccia, la Villa e la Viola hanno difeso l’utilità universale del primo booster. Sentite il rumore di unghie sugli specchi? Il punto è che quando il governo Draghi ricattava financo gli alunni, per costringerli alla terza inoculazione sotto la minaccia della Dad, i dati dimostravano già che, specie con la comparsa di Omicron, tirare i ragazzi sani per il braccio era superfluo e vessatorio. Adesso ci sono arrivati tutti: per l’uso dei farmaci esistono vantaggi, esistono pericoli ed esiste un metodo per fare la tara. D’altro canto, se finalmente le aziende stesse stanno approfondendo la questione dei potenziali danni cardiaci di lungo termine derivanti dai vaccini, non è pacifico che le autorità regolatorie siano state scrupolose nei controlli. Il British medical journal, ad esempio, denuncia che la Food and drug administration avrebbe trascurato le ispezioni nei siti in cui Big pharma ha svolto i trial clinici. Su 153 impianti di Pfizer negli Usa, i tecnici ne hanno visitati solo nove. Di 99 appartenenti a Moderna, gli uomini di Fda hanno fatto capolino in dieci. Un atteggiamento lasco, che si somma ai dubbi sollevati tempo fa da una whistleblower americana, Brook Jackson, la quale aveva segnalato irregolarità in un sito in cui si realizzavano test sui vaccini Pfizer. Gli esperti, citati dalla testata, hanno definito il sistema di monitoraggio «platealmente inadeguato». Pare che fidarsi ciecamente dei capitalisti sanitario non sia saggio. Lo certifica il sancta sanctorum della scienza, quella non «pseudo». Pure in via Solferino è cambiata un po’ l’aria. In uno speciale sulle «prossime ondate», il Corsera ha riconosciuto che i richiami non potranno impedire «del tutto» un aumento dei casi. Un’ovvietà, ma valida a targhe alterne. Quando Janine Small, di Pfizer, ha confermato al Parlamento Ue che i vaccini non sono stati sperimentati per la capacità di bloccare il virus, c’è stata la corsa a mettere le mani avanti: nessuno ci aveva promesso un simile miracolo! Quando il governo Meloni ha reintegrato i medici non inoculati, è scattato il contrordine: teniamoli lontani dai fragili, poiché sono potenziali untori. Mica come i loro colleghi... Ora è stata ripristinata la versione originaria: i vaccini prevengono le forme gravi, ma il raffreddore è inevitabile.Pazienza. Stiamo al gioco. Lo giochiamo da tanto. Come funziona, l’aveva capito Lewis Carroll nel 1865: «“La questione è”, disse Alice, “se può dare alle parole tanti significati diversi…”. “La questione è”, ripeté Humpty Dumpty, “chi è che comanda”».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/competenti-retro-effetti-avversi-dosi-2658723559.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="fallita-la-ecotech-in-bilico-i-rimborsi" data-post-id="2658723559" data-published-at="1668902422" data-use-pagination="False"> Fallita la Ecotech, in bilico i rimborsi La Ecotech srl è fallita. La società di Frascati, che aveva ricevuto circa 11,7 milioni di euro dalla Regione Lazio per la fornitura di mascherine nel periodo più brutto della pandemia, ha cessato di esistere. Con la sentenza numero 604 del 10 novembre, il tribunale ordinario di Roma ne ha decretato il fallimento e nominato come giudice delegato Margherita Libri, che avrà il compito di recuperare più denaro possibile e di risarcire i creditori. Questi ultimi ed eventuali terzi che vantano diritti reali e mobiliari su cose in possesso del fallito hanno 30 giorni per presentare istanze. La richiesta di fallimento è stata avanzata dall’avvocato della Regione Lazio, Valentina Di Vincenzo, che presenterà tutti i documenti necessari per tentare di recuperare, cosa assai improbabile, oltre 11 milioni di euro. La Ecotech aveva iniziato a restituire parte delle somme ricevute (1 milione e 746.000 euro) e aveva ottenuto anche la promessa di un ulteriore rimborso da parte di Ex-Or Sa per un importo di circa 3 milioni euro. Sull’entità definitiva dell’importo bisognerà attendere il 13 dicembre, quando ci sarà l’udienza definitiva a Taranto. Altra questione in ballo, l’imponente giacenza di mascherine presso gli hub doganali di Malpensa e Fiumicino, oltre a quelli nei magazzini di Ciampino. Parliamo di 600.000 Ffp2 e 1 milione e 100.000 mascherine chirurgiche (valore: circa 2 milioni di euro), già impacchettati e mai ritirati dalla Protezione civile. Inoltre risulta ancora pendente il ricorso avverso il decreto ingiuntivo della Regione Lazio e che, in caso di accoglimento, invaliderebbe la procedura fallimentare (ipotesi remota). Secondo quanto scrive il tribunale di Roma, la società era inaffidabile. La Regione Lazio non la pensava così, tant’è che la Corte dei conti ha aperto un procedimento nei confronti dell’ente, chiamando in causa il presidente dimissionario, Nicola Zingaretti, e l’ex «pizzardone» di Rieti, a capo della Protezione civile, Carmelo Tulumello. La «responsabilità» del danno erariale «patito dalla Regione Lazio» e derivante dall’«incauto affidamento della fornitura di mascherine alla società Ecotech srl» è direttamente ascrivibile a Zingaretti. Questo uno dei passaggi scritti dal viceprocuratore generale della Corte dei conti, Alfio Vecchio. Per i magistrati, «Zingaretti era solito ingerirsi negli acquisti di mascherine» e «diversi episodi testimoniano» come egli «si occupasse direttamente di intessere rapporti per l’acquisizione di mascherine». La decisione di far fallire Ecotech segue le dichiarazioni rilasciate dal legale Rodolfo Murra, coordinatore dell’Avvocatura regionale, in esclusiva alla Verità. Incalzato dalle nostre domande anche sulla sorella di Zingaretti (per ora estranea ai fatti), il legale espresse giudizi che misero in imbarazzo i vertici regionali e, forse, hanno «svegliato» il tribunale fallimentare. Rileggendo oggi quelle dichiarazioni si rimane spiazzati: «Questa è una vicenda molto penosa perché si parla di soldi pubblici che non recupereremo mai. Abbiamo fatto istanza di fallimento per la Ecotech e il giudice non si pronuncia da mesi nonostante la società non abbia più nulla. Fatto il decreto ingiuntivo e per farlo rendere esecutivo ho dovuto fare una supplica al presidente del tribunale. Quando ce lo ha concesso abbiamo tentato il pignoramento sui conti correnti e non abbiamo trovato niente. È ingiusto dire che siamo partiti tardi». Sergio Mondin e la moglie Anna Perna, titolari della Ecotech, al momento sembrano aver perso tutto, ma non è escluso che presto possano andare a far loro compagnia Zingaretti e Tulumello.