2023-09-28
«Colpito da tumore dopo le vaccinazioni. Medici imbarazzati sulla correlazione»
Il giornalista Max Del Papa teme che il cancro sia un effetto avverso e i dottori non lo smentiscono. Censurato il suo video su Youtube.«Non sapevano e hanno garantito, poi hanno saputo e hanno mentito, ora sanno e tacciono». Arriva tagliente come un bisturi la denuncia di Max Del Papa a cui hanno diagnosticato per caso un tumore: forse un mieloma, forse un linfoma e lui ha gridato «è colpa del vaccino. E chi lo ha iniettato lo sapeva e ha taciuto». La sua denuncia è stata subito censurata, rimossa. Due giorni fa, ai microfoni di Radio Libertà, ha consegnato al direttore Giulio Cainarca la sua vicenda. Lo ha fatto con la precisione del grande cronista, col sarcasmo della satira: sono il suo mestiere da sempre. Ha raccontato il suo calvario ospedaliero, lo smarrimento all’improvvisa scoperta del «mostro» che gli abita dentro. Ventiquattr’ore dopo, su Youtube, della sua denuncia non c’è più traccia. «Voi della Verità e pochi altri - sottolinea Max - avete avuto il coraggio di dare voce a chi da subito non era convinto del vaccino, ma è al limite del criminale che due anni dopo non si voglia prendere atto che quei sieri hanno provocato migliaia di morti, milioni di reazioni avverse. L’Italia è il solo Paese dove i conti non sono stati fatti, dove i dati sono stati occultati. Lo hanno riconosciuto l’Ema e la Corte di Giustizia europea che c’è un legame tra i vaccini e le morti improvvise, tra i sieri e questo insorgere di nuove patologie. Ma in Italia ufficialmente nessuno ne vuole prendere atto. Anzi, stanno rilanciando sulla campagna vaccinale». Il calvario di Max Del Papa è cominciato un mese fa. È caduto dal motorino, si è fratturato una spalla e anche la gamba è messa male. Si è fatto portare all’ospedale di Fermo. Lì è rimasto dieci ore al Pronto soccorso, «ma sono stati scrupolosissimi: hanno insistito per farmi un’ecografia addominale per verificare che non ci fossero traumi interni». Da questo esame è emerso che il corpo era pieno di linfonodi. «Ho chiesto, possibile, così all’improvviso? Risposta: è un po’ di tempo che vediamo queste patologie. Ho fatto il vaccino e anche il richiamo, ci sarà una relazione? Occhi abbassati, nessun commento, ma valeva come un silenzio assenso. Tanto l’internista quanto l’oncologo, anche attraverso una tac eseguita per controllare la spalla, hanno confermato che c’erano questi linfonodi a grappoli e hanno sospettato una patologia del sangue. Anche a loro ho ripetuto il dubbio che ci fosse il nesso con il vaccino. Non mi hanno smentito. L’avessi detto due anni fa quando la puntura era obbligatoria pena lo stigma sociale e la perdita della libertà e del diritto al lavoro mi avrebbero dato del matto. Oggi ti guardano con compassione. Mi hanno spedito a Civitanova Marche dove c’è un centro all’avanguardia di ematologia». Una biopsia, poi l’invito a tornare. «A quel punto c’è stata la conferma di tumore: o mieloma o linfoma. Sto aspettando l’esito finale, ma anche ai medici di Civitanova ho riproposto il quesito: c’entra il vaccino? Mi hanno fatto capire che stanno assistendo a una progressione esponenziale di queste patologie. Probabilmente chi ha già 80 anni non avrà ulteriori conseguenze, ma sappiamo che entro gli 80 anni una gran parte di persone soffrirà di queste patologie». Da Civitanova a Macerata per un altro esame: cercare di capire fino in fondo la natura di questo tumore prima di cominciare un ciclo di chemioterapia. «A Macerata ho insistito: c’entra il vaccino? Mi hanno riconosciuto, sanno quello che scrivo e ho scritto centinaia di articoli sollevando dubbi. Avrebbero potuto smentirmi. Sono passato per una decina di medici, per altrettanti infermieri: nessuno mi ha detto che stavo sproloquiando. Molti abbassano la testa, guardano da un’altra parte. Ho trovato chi mi ha detto: io mi sono rifiutato di fare i vaccini e mi hanno lasciato a casa, ma quello che hai scritto è la verità. E io come voi della Verità ho scritto che ci hanno iniettato sieri genici di cui non sanno nulla. Lo ha ammesso Janine Small, un pezzo grosso della Pfizer, davanti al Parlamento europeo che loro i vaccini non li hanno sperimentati. Ma il governo italiano ci ha detto che era tutto a posto, ci ha costretto a vaccinarci per farci campare. Io ho fatto la dose e il richiamo per quello e ora rischio di crepare di vaccino. Solo un medico mi ha detto: guarda che tu sei un asintomatico, questi linfonodi a grappoli crescono chi sa perché per anni e poi si manifestano. Però io dopo il vaccino non sono stato più bene, sentivo qualcosa dentro di me, mi si è riacutizzato un antico fuoco di Sant’Antonio, fino alla scoperta di questi giorni». Max non si arrende anche perché «sul vaccino hanno ricominciato il tam-tam». Come mai? «L’ho scritto in questo mio libro uscito da pochi giorni: EuroStyle, vent’anni di mascalzonate al paese più bello del mondo. C’è un capitolo specifico sui vaccini, è il seguito di Vale tutto. Vogliono renderci schiavi con la paura. E se in migliaia o in milioni ci lasciano le penne pazienza. Loro sono nel giusto, le reazioni avverse sono una conseguenza trascurabile. Ma io li accuso: per il mio tumore e per i tanti, troppi morti».
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)