
Il patron di Geox: «I colori vivaci scelti dalla diva si ispirano ai film di Almodóvar. Le nostre scarpe mettono le persone a loro agio».«Respira». Lo dice in italiano, inglese, francese, spagnolo al termine del video che la vede protagonista, trasmesso ovunque.Il mantra di Geox è sussurato con fascino inconfondibile da Penélope Cruz, ambassador del marchio inventato e presieduto da Mario Moretti Polegato. Ma non solo volto internazionale del brand: Penélope, con la sorella Monica, ha pure firmato una collezione speciale entrata nei più grandi negozi Geox (150 su 730) e nei department store internazionali di maggior prestigio. «All’inizio si pensava a una collaborazione, quindi una classica pubblicità, ma lei conosceva già i nostri prodotti, li amava e li ama tutt’ora - racconta il presidente alla Verità - “Non voglio dare solo volto e voce al brand Geox, mi piacerebbe contribuire e portare un mio punto creativo nella vostra collezione”, ci ha confidato». Detto fatto.«Avere la possibilità di disegnare insieme a Penélope e Monica Cruz una capsule è stato un viaggio e un’avventura perché ci ha portati fisicamente a Madrid, ma culturalmente in tantissimi posti. Hanno impresso la loro visione su diverse scarpe ed è stato molto divertente». Da dove è partita l’idea di collezione? «Abbiamo un po’ discusso e l’idea è stata quella di potenziare le nostre icone sia nell’ambito della sneaker che in quella della scarpa con il tacco. Le sono piaciute molto sia da un punto di vista di design che di approccio per il benessere una volta indossate, in pratica, tacco alto confortevole come una sneaker. In più Penélope deve molto a Pedro Almodóvar, al suo gusto. Perciò ha voluto colori molto accesi, contrastanti, non prevedibili, ha desiderato fare una sorta di omaggio al regista, qualcosa di irriverente che si è declinato nell’ambito della sneaker con la scelta di lacci e inserti particolari e nella scarpa con il tacco in tonalità vivaci abbinamenti particolari». Non solo scarpe… «Il lavoro è stato fatto anche sull’abbigliamento: trench, giacche da tutti i giorni in colori e interni in leopardo, ha impresso il suo tocco a tutta la collezione. Praticamente abbiamo trasferito il nostro ufficio stile nel suo ufficio a Madrid: siamo arrivati con i nostri trolley carichi di pellami italiani che l’attrice conosce molto bene, cartelle colori, nastri, tessuti e abbiamo iniziato a studiare e provare vari abbinamenti. Le due sorelle si consultavano e si fidavano, è stato uno sviluppo molto sereno durato circa tre mesi. Sono sempre state molto sicure del loro gusto con idee molto chiare». La campagna come sta andando? «Molto bene, siamo molto soddisfatti, stiamo vendendo a una consumatrice di dieci anni più giovane, quindi Penelope ha mosso un interesse e una considerazione sul pubblico femminile che era lo scopo principale. I risultati stanno andando decisamente sopra le migliori aspettative e abbiamo un sell out donna che va oltre il 20%, diciamo che Penélopesta aiutando molto il brand nella riconoscibilità ma anche per quanto riguarda il business di Geox». Video televisivo molto azzeccato, tra fiori e colori, in una visione globale.«L’obiettivo era vedere Penélope interpretare Penélope. Solo con noi che siamo un brand di tutti i giorni e per qualsiasi donna lei interpreta se stessa credendo in quello che fa. Il messaggio è che con comfort e stile, alla fine, sei la miglior versione di te stessa per cui lei l’ha interpretato sia nella fall winter e lo ora nella spring summer rappresentata in diverse occasioni d’uso ma sempre con un atteggiamento positivo, felice e soddisfatto». Geox e Cruz, alla base una grande passione per il nostro Paese? «Dal punto di vista del prodotto le sorelle sono molto amanti dell’Italia, soprattutto del prodotto italiano. Il fatto di lavorare con noi che abbiamo lo stesso humor, siamo solari, abbiamo gusti simili, è stato sicuramente piacevole e lavorare con un prodotto italiano un fondamentale valore aggiunto. Denominatore comune, mettere a proprio agio le persone, il concetto di comfort legato allo stile. Da amanti del marchio, ancor prima di essere ambassador, hanno puntato, come noi, da sempre, a mettere a proprio agio le persone perché ottieni di più e hai una vita migliore. Se al mattino metti un paio di scarpe che togli alla sera e ti senti bene, è una cosa bellissima. Questa collezione è già in negozio e online. Una capsule che sta avendo un grande successo». Presidente, ha già investito sull’intelligenza artificiale. Pensa che sostituirà l’uomo? «Se ne parla tanto e nessuno conosce i limiti. Deve essere usata bene senza umiliare il genere umano ma per aiutare a lavorare con meno fatica e in maniera più veloce. Noi abbiamo iniziato a investire piano piano e ora ne stiamo godendo perché tra le tante cose che stiamo facendo abbiamo collegato tutti i nostri negozi e conosciamo la reazione della clientela di tutto il mondo in maniera simultanea. Abbiamo 5 milioni di persone nel mondo collegate con noi attraverso la carta fidelity che periodicamente ci scrivono e, attraverso l’intelligenza artificiale, costruiamo le nuove collezioni a seconda delle esigenze del paese. La collezione è unica ma adattata per colori e materiali a seconda delle condizioni meteorologiche dei vari luoghi nel mondo. Una operazione a 360 gradi, internazionale. La distribuzione è diretta e in ogni paese. Penelope rappresenta un minimo comun denominatore che dà ulteriore garanzia al nostro consumatore, in particolare alle donne, perché ha le caratteristiche di amabilità del settore femminile. La comunicazione studiata per lei è una cosa straordinaria perché tra i fiori, gli alberi e il verde si percepisce la nostalgia e la voglia di tornare ai ritmi della natura».
Zohran Mamdani (Ansa)
Dalle politiche sociali ai limiti dell’esproprio alla città come «santuario» per i gay Mamdani rappresenta la radicalizzazione dei dem. Ma anche una bella grana
Da più parti, la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni municipali di New York City è stata descritta (se non addirittura salutata) come uno «schiaffo» a Donald Trump. Ora, a prima vista, le cose sembrerebbero stare effettivamente così: il prossimo primo cittadino della Grande Mela, che entrerà in carica a gennaio, sembra quanto di più lontano possa esserci dal presidente americano. Tanto che, alla vigilia del voto, lo stesso Trump aveva dato il proprio endorsement al suo principale sfidante: il candidato indipendente, nonché ex governatore dem dello Stato di New York, Andrew Cuomo.
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.






