2018-11-01
Colle e Bankitalia: risparmi a rischio. E Tria corre a spegnere l’incendio
Sergio Mattarella loda il rigore: «L'equilibrio dei bilanci è essenziale». Ignazio Visco, con solerzia che gli mancò durante la crisi bancaria del 2015, ammonisce: «Lo spread alto colpisce le famiglie». Il ministro: «Il sistema è solido».A quei correntisti di Banca Marche o Banca Etruria che nel giro di pochi giorni hanno perso tutti i loro risparmi, deve essere risultata piuttosto inusuale la foga con cui ieri, Bankitalia e Quirinale, hanno richiamato il governo a mettere tra le priorità la tutela del risparmio degli italiani. Un pressing al limite dell'allarmismo che non si era visto nemmeno nel periodo più buio della crisi delle banche, nel 2015, con istituti storici al limite del fallimento e risparmiatori sul lastrico, anche dopo l'azzeramento delle loro obbligazioni a seguito della «traduzione» italiana del bail in. Come se la manovra del governo gialloblù avesse spinto il Paese sul ciglio di un burrone, con il rischio ravvicinato di compromettere la ricchezza privata.L'occasione per lanciare il warning, è stata la Giornata del risparmio, aperta dal messaggio del presidente della Repubblica. Due i punti richiamati da Sergio Mattarella: «I risparmi delle famiglie che vanno tutelati» in quanto rappresentano «un elemento di forza» e «l'equilibrio dei bilanci pubblici che è condizione essenziale dell'esercizio dell'effettiva sovranità del Paese». Per concludere che «la gestione del risparmio da parte dello Stato, delle imprese bancarie, degli intermediari finanziari, deve obbedire a regole di assoluta trasparenza, di saggia amministrazione delle risorse, di protezione di depositi e investimenti».Ma il pressing maggiore al governo è venuto da Bankitalia. Il governatore Ignazio Visco ci è andato giù pesante, paventando un rischio per il risparmio degli italiani qualora lo spread dovesse aumentare sulla scia di una manovra che non piace a Bruxelles. «Le conseguenze di un prolungato, ampio rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato possono essere gravi», ha detto il governatore e ha disegnato uno scenario da allarme rosso: «Il loro incremento (dei rendimenti, ndr) deprime il valore dei risparmi accumulati dalle famiglie e può determinare un peggioramento delle prospettive di crescita economica. Premi elevati a copertura del rischio sovrano rendono più difficile il controllo della dinamica del rapporto tra il debito e Pil». Come dire che camminiamo sul filo del rasoio. I danni prospettati sarebbero enormi: risparmi che perdono di valore, contrazione dell'economia, scarsa disponibilità di finanziamenti per imprese e famiglie. Insomma l'Apocalisse è dietro l'angolo. E tutto a causa dello spread, spinto al rialzo, dice Visco, da due fattori: «L'incertezza sulle politiche di bilancio e l'evoluzione dei rapporti con le istituzioni europee». Ad aggravare la situazione, dice l'inquilino di Palazzo Koch, c'è un Pil che difficilmente aumenterà dell'1,5% come invece stimato dal governo. Stessi toni dai presidenti dell'Acri, Giuseppe Guzzetti e dell'Abi, Antonio Patuelli. Entrambi accalorati nella difesa del risparmio che sembrerebbe minacciato e «non può essere sacrificato sull'altare del debito».Quando quindi arriva il turno del ministro Giovanni Tria, il terreno dello scetticismo è stato ampiamente arato. Anche se il titolare dell'Economia ribadisce che nessuno si sogna di lasciare la Ue o di uscire dall'euro. Quanto al deficit, quel 2,4% che non fa dormire Bruxelles, non solo è necessario ma anche «sostenibile e responsabile» per rimettere in moto il Paese. Nessuna paura che alla fine venga sforato, perché i calcoli, spiega Tria, sono fatti sul Pil tendenziale, quello allo 0,9%. Quindi non c'è «nessun trucchetto contabile, in quanto la crescita stimata è prudenziale».Il messaggio di Tria è chiaro: le politiche restrittive del non deficit, non hanno funzionato. Il Paese si è impoverito, oltre a non aver risolto il problema antico del debito pubblico. Occorre un cambio di passo. E siccome «siamo già oltre la Grande Depressione degli anni Trenta, dice il ministro, «il costo del non deficit non ce lo possiamo permettere». Messaggi rassicuranti anche per il sistema bancario che, ha detto successivamente in audizione alla Camera, «è solido e non richiede alcun tipo di intervento». L'allusione è a Carige e Popolare di Bari che, ha ribadito, «non sono a rischio dissesto».A stemperare il clima Piazza Affari, che chiude il lieve rialzo a +0,26%, con lo spread a 304, in calo dal giorno precedente.