2024-12-17
Clandestino nigeriano prende l’ascia e aggredisce due poliziotti a Padova
Uno degli agenti è stato costretto a sparargli alle gambe per fermarlo: nemmeno taser e spray al peperoncino erano serviti a immobilizzarlo. Ora l’africano è in ospedale, arrestato con l’accusa di tentato duplice omicidio.Godwin Dikeaneme Azenabor, l’indomabile nigeriano trentaduenne di via Trieste a Padova, è un irregolare richiedente asilo al quale era stata rigettata la richiesta di permesso di soggiorno.Nonostante le denunce per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale (che nel corso degli ultimi mesi ha «conquistato» spostandosi tra Padova e Venezia), all’alba di ieri non ha tentennato quando gli agenti delle pattuglie che erano state allertate perché se ne andava in giro con una pesante ascia da taglialegna hanno cercato di fermarlo: per una cinquantina di minuti ha tenuto testa, da solo, a quattro poliziotti coadiuvati da equipaggi dei carabinieri e della polizia locale. Immune allo spray al peperoncino e perfino al taser, il nigeriano, brandendo l’ascia, a un certo punto si è improvvisamente scagliato contro uno degli agenti, che è riuscito a ripararsi dietro l’auto di servizio. Poi ha puntato il capopattuglia delle Volanti, un ispettore che gli ha prima intimato l’alt, poi ha impugnato la pistola di ordinanza e ha fatto fuoco mirando alla gamba destra.Azenabor, ferito, è stato subito soccorso da un’ambulanza. Prima, però, è stato perquisito. E addosso aveva anche un coltello a serramanico e un coltellino svizzero. È stato sedato e resta piantonato in ospedale. In Procura a Padova attendono la prima informativa di reato e le relazioni di servizio. Nel frattempo è scattato l’arresto in flagranza per duplice tentato omicidio. Le indagini dovranno anche accertare il motivo per il quale Azenabor se ne andava in giro in piena notte armato fino ai denti. Il prefetto, Giuseppe Forlenza, ha immediatamente convocato in prefettura un vertice sulla sicurezza con il questore Marco Odorisio e i vertici delle forze dell’ordine. Mentre in città c’è preoccupazione.La dinamica degli avvenimenti, così come è stata ricostruita nell’immediatezza dagli operatori delle forze di polizia, ha subito ricordato l’episodio del 20 ottobre scorso a Verona, dove Moussa Diarra, il maliano che aggredì un agente della Polfer con un coltello davanti alla stazione di Porta Nuova, rimase ucciso. Solo un mese fa, inoltre, sempre a Padova, in via Tommaseo, durante un controllo di routine una Volante della polizia è stata circondata da una banda di nigeriani (pare fossero una cinquantina) e solo l’intervento di ben nove pattuglie ha scongiurato il peggio. Mentre lo scorso agosto addosso a un diciassettenne che si aggirava con fare sospetto nell’area della stazione ferroviaria era stato trovato un machete dalla lama di 50 centimetri. «Questo episodio non è un caso isolato, ma è la quotidianità per chi indossa la divisa», ha commentato il segretario generale del Coisp, Domenico Pianese. «I poliziotti», ha sottolineato Pianese, «con coraggio e determinazione, hanno agito mettendo a rischio la propria incolumità per fermare una minaccia concreta e salvaguardare i cittadini, nonostante si trovino ogni giorno a fronteggiare situazioni di pericolo, spesso senza strumenti adeguati e in un contesto dove l’azione è ostacolata da burocrazia, lentezze legislative e politiche disconnesse dalla realtà». Ha puntato il dito contro la legislazione anche il segretario veneto di Fsp, Maurizio Ferrara: «Nulla viene fatto per fornire ai colleghi quegli strumenti indispensabili per tutelare loro stessi e per garantire la necessaria sicurezza delle nostre città». «Il Sap di Padova», stando al segretario veneto Mirco Pesavento, «è preoccupato perché sempre di più sta accadendo che il normale servizio di controllo del territorio da parte del servizio Volanti sfoci, poi, in episodi importanti, proprio come quest’ultimo. È fondamentale che il ddl Sicurezza venga approvato quanto prima possibile».Solidarietà alle forze dell’ordine è giunta dal presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha anche espresso «ammirazione per il sangue freddo e la professionalità dimostrata negli interminabili minuti durante i quali hanno cercato di riportare la calma e far abbandonare l’ascia». Poi ha definito l’episodio «di enorme gravità, soprattutto pensando che l’aggressore aveva a suo carico già alcune denunce per minaccia e resistenza».«Il buonismo che pervade Padova, coltivato dall’amministrazione comunale, dà ora i suoi frutti negativi per i padovani», ha affermato il sottosegretario delle Imprese e del made in Italy, Massimo Bitonci, che ha precisato di stare «sempre dalla parte di chi, ogni giorno, rischia la propria vita per garantire la nostra sicurezza». Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, civico di centrosinistra, prova a minimizzare: «Padova è una città dove il costante lavoro delle forze dell’ordine, alle quali come Comune offriamo tutto il supporto necessario per quanto di nostra competenza, unito al ricco tessuto sociale impegnato in prima linea nella prevenzione, fa sì che non vi siano emergenze legate all’ordine pubblico». «L’episodio», però, ha rimarcato il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale del Veneto, Elisa Venturini, «si inserisce in un contesto di scarsa sicurezza che denunciamo da tempo. Ricordo che solo qualche mese fa c’era chi metteva in discussione l’utilità di dotare la polizia municipale del taser, quasi per minimizzare il problema di sicurezza a Padova».«Ancora una volta, grazie alla professionalità e allo sprezzo del pericolo delle nostre forze di polizia, è stata evitata una tragedia», ha precisato Maria Cristina Caretta di Fratelli d’Italia. Il prossimo caso figlio dell’immigrazione incontrollata è già dietro l’angolo.