2021-03-27
«Cita la Carta e quindi è omofoba»
Simonetta Matone (Ansa/iStock)
Vergognosa strumentalizzazione a opera dei gendarmi della tolleranza a senso unico. Gli Lgbt contro la giurista Simonetta Matone che sostiene la società naturale come in Costituzione.Siamo all'ennesimo tentativo di trasformare la nostra repubblica democratica in un regime di dittatura del pensiero unico, con tanto di liste di proscrizione per i «non allineati» e, soprattutto, per chi osa ancora credere che la libertà di pensiero ed espressione è il sale della società civile, rispettosa di ogni cittadino. Il casus belli di oggi è la nomina da parte della Rettrice dell'Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, di Simonetta Matone a «consigliera di fiducia dell'Ateneo», figura che fornisce apporto di competente consulenza ed assistenza alle vittime di abusi sessuali, contribuendo alla soluzione dei casi sotto esame, sulla base di un Codice ad hoc in vigore dal gennaio di quest'anno.Gaypost.it, con le associazioni di area Lgbtq, sono intervenute linciando la Matone perché «nota da sempre per le sue posizioni omofobe». Quale colpa le viene addebitata, e per la quale è considerata pericolosa «omofoba»? Perché nel 2016, mentre era in corso la discussione sul ddl Cirinnà inerente le unioni civili, ebbe l'ardire di sottoscrivere un documento del Centro studi Livatino che sosteneva le posizioni della famiglia «società naturale fondata sul matrimonio» (art. 29 della Costituzione). Una «bestemmia» insopportabile per i titolari del pensiero unico, sempre pronti a gettare fango su chiunque abbia il coraggio di dissentire da loro. Non esiste una sola parola, non è stata scritta una sola riga da parte della Matone (attuale sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Roma) che possa, anche solo lontanamente, avere il sapore di una discriminazione verso le persone Lgbtq. Ma questo poco importa, perché la verità di regime non ha bisogno di fatti e di prove, perché vive solo ed esclusivamente della propria menzognera ideologia. Il linciaggio morale cui è sottoposta in queste ore Simonetta Matone rivela la natura violenta e intollerante delle associazioni Lgbtq che odiano la libertà di pensiero e propongono l'annullamento di chiunque non condivide i loro dogmi. Nascondendosi dietro l'ipocrita e menzognero paravento della inesistente discriminazione cui sarebbero sottoposti, stanno imponendo una dittatura del pensiero unico degna dei più biechi regimi antidemocratici. Il ddl Zan, a cui una parte della sinistra pare tanto affezionata, non è altro che lo strumento legislativo per imporre un reato di opinione che fa ricadere il nostro Paese negli anni oscuri della dittatura di regime. Nascosto manganello e olio di ricino, oggi si tenta di intervenire con la violenza del codice penale, manipolato ad arte per vietare la libera espressione delle idee. Oltre alla piena solidarietà alla Matone, onesto e competente magistrato, esprimiamo la nostra più severa condanna di ogni azione intimidatoria, smascherando - se ce ne fosse ancora bisogno - la vergognosa strumentalizzazione ideologica in atto opera degli «apostoli» della tolleranza a senso unico. È grazie ad onesti e leali giuristi come la Matone che il nostro Paese ha potuto realizzare una società libera, in cui il rispetto pieno della dignità di ogni cittadino si coniuga perfettamente con la tutela della piena libertà di pensiero e opinione di chiunque.