2020-08-07
Circo giallorosso sui decreti Sicurezza. E i taxisti del mare si alleano contro di noi
Luigi Di Maio smentisce Luciana Lamorgese: «Cambiarli ora è un cattivo messaggio». Sea Watch e Msf: «Salveremo migranti assieme».A questo punto tanto vale osservare il lato comico della situazione e ridere per non scoppiare a piangere. Il fatto è che il caos migratorio peggiora ogni giorno e questi non riescono neppure a mettersi d'accordo sulla riforma dei decreti sicurezza. «L'intesa è stata raggiunta. Ora inizia la fase del confronto con gli enti territoriali per valutare insieme i profili del nuovo sistema di accoglienza», dichiarò baldanzosa, circa una settimana fa, Luciana Lamorgese. In effetti, è lo stesso ministro secondo cui il fantomatico accordo di Malta sulla spartizione dei profughi avrebbe prodotto cambiamenti storici (salvo poi rivelarsi l'ennesima truffa), dunque non siamo proprio al massimo dell'affidabilità. E infatti ecco, puntuale, la smentita. Ieri, a Repubblica, Luigi Di Maio ha detto che non è il momento di cambiare le norme salviniane. «Attenzione al messaggio che si dà in questo senso», ha avvertito il ministro degli Esteri. «Adesso dobbiamo bloccare le partenze». Secondo Di Maio, l'accordo sulla nuova formulazione dei decreti «va rispettato». Ma anche no. «Il problema è altrove», sostiene il pentastellato. «C'è un accordo per recepire le osservazioni del capo dello Stato e va rispettato, ma dirlo in piena estate può creare un effetto illusorio per i migranti». Insomma la priorità, per Di Maio, è fermare le partenze dalla Tunisia, il resto si vedrà poi. Non che abbia torto, intendiamoci. Annunciare la modifica dei decreti Sicurezza nel pieno della ripresa dei flussi migratori è una follia, e appunto la prima cosa da fare dovrebbe essere fermare le partenze (e pure gli sbarchi, aggiungiamo). Il problema è che il governo la modifica l'ha già ampiamente annunciata, e allo stato attuale le norme salviniane - benché ancora in vigore - non vengono fatte rispettare. Viene persino da rimpiangere quel bel tipo di Marco Minniti, indicato dai suoi stessi compagni di partito come una sorta di vice Salvini (cioè vice Satana) e ridotto a fare autoironia in televisione, dove ha fatto sapere di essere rimasto fuori dal novero dei ministri perché «Paganini non ripete». Contento lui... Gli stranieri, nel frattempo, continuano ad arrivare, e dappertutto spuntano infetti. La situazione di Lampedusa è ancora esplosiva (nell'hotspot ci sono circa 900 persone e dovrebbero essercene al massimo 95) e l'arrivo della costosissima nave quarantena ha cambiato ben poco la situazione. A Nord Est si verificano altri ingressi, con conseguente allarme sanitario. Per farla breve: è il delirio. La risposta governativa a tutto questo è un oscuro balbettio, un bisticcio continuo e grottesco sull'accoglienza che lascia l'Italia nel guado. Per ora, stiamo aspettando che a toglierci le castagne dal fuoco sia la Tunisia, la quale - annuncia la Farnesina - ha «messo a disposizione nuovi mezzi per contrastare le partenze irregolari dei migranti». A dimostrazione della loro buona volontà, i tunisini hanno diffuso un video che mostra una loro motovedetta impegnata a convincere alcuni migranti, diretti verso l'Italia a bordo di un barchino, a invertire la rotta. Tutto molto bello, peccato che di tunisini, in questi mesi, ne siano già sbarcati 5.962, su 14.832 migranti totali. Comunque sia, gli amici nordafricani non hanno fatto nemmeno in tempo a intensificare i controlli che già è arrivata la cavalleria migratoria a favorire l'invasione. Ieri Medici senza frontiere e la Ong tedesca Sea Watch (quella di Carola Rackete) hanno annunciato una «alleanza operativa»: riprenderanno «le operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia». A breve dalle coste spagnole partirà una nuova nave, la Sea Watch 4, che un tempo si chiamava Poseidon e serviva per la ricerca oceanografica. A bordo, oltre agli attivisti di Sea Watch, ci saranno quattro operatori di Msf, tra cui un medico e un'ostetrica. Il tutto viene realizzato con il contributo di United 4 Rescue, organizzazione umanitaria della Chiesa protestante tedesca. «La Sea Watch 4 e l'ampia alleanza che rappresenta sono la risposta univoca della società civile alle politiche discriminatorie dell'Ue, che preferisce lasciare annegare le persone purché non raggiungano le coste europee», ha gridato ieri Giorgia Linardi, prezzemolina portavoce della Ong. A suo dire la nuova operazione «è un chiaro segnale all'Ue perché, nonostante tutti gli sforzi per ostacolare i soccorsi, noi non smetteremo di salvare vite. [...] Finché gli Stati europei lasceranno morire le persone come deterrente, andremo avanti e riceveremo supporto». Ancora più battagliero il capomissione Philipp Hahn: «Questa è la risposta categorica della società civile alle politiche razziste della Ue che preferisce far annegare le persone piuttosto che far loro raggiungere le coste europee». Mah, veramente qui da noi fanno entrare tutti, e la società civile si limita a subire le conseguenze degli arrivi di massa, tra cui l'aumento dei casi di positività al Covid. Inoltre, non ci risulta che le Ong, prima di rimettersi in mare, abbiano effettuato un sondaggio fra la popolazione italiana. Comunque sia, il quadro è chiaro: non ci bastavano gli arrivi autonomi dalla Tunisia e quelli lungo il confine friulano. Ci volevano anche i taxisti del mare a intensificare il su e giù dalle coste libiche, così da completare il pasticcio. Viene da chiedersi come reagirà il nostro sempre vigile esecutivo alla provocazione delle Ong. Fermeranno le navi cariche di migranti e multeranno i militanti? Lasceranno le imbarcazioni al largo in attesa che qualche Stato europeo si degni di fare un bel gesto? Il sospetto è che andrà a finire come sempre: le Ong caricheranno gente, la condurranno verso l'Italia e il governo - dopo la consueta dose di bisticci, dichiarazioni altisonanti e mugugni - consentirà a tutti di sbarcare. Così ci troveremo ancora più stranieri ad affollare le scandalose tendopoli allestite in Sicilia, ancora più potenziali infetti e ancora più denari da sborsare per garantire un'accoglienza del tutto fallimentare. Quelli da aiutare, e seriamente, non sono gli stranieri: ma i disgraziati che ci governano.