
«Fiducia supplicans» si limita a ribadire che non c’è alcuna legittimazione delle «unioni irregolari». Dietro la forma, però, rimane la sostanza. Che contraddice la missione affidata ai successori di Pietro.Proviamo a fare un semplice sillogismo: il medico non può approvare comportamenti che danneggino la salute del paziente, essendo suo compito primario quello di aiutare il paziente a mantenerla e a recuperarla quando l’abbia perduta (premessa maggiore); mangiare dolci danneggia la salute del paziente diabetico (premessa minore); dunque il medico non può approvare la condotta del paziente diabetico che mangia e vuole continuare a mangiare dolci (conclusione necessaria). Una tale approvazione, anche se mossa dalla constatazione che il paziente avverte come ingiustificata la privazione dei dolci, sarebbe, ovviamente, del tutto illogica, oltre che gravemente contraria all’etica professionale. E sarebbe ridicolo che il medico, per giustificarsi, puntualizzasse che la sua condotta non intacca, comunque, il principio che, per il diabetico, i dolci sono controindicati ma è solo finalizzata a far sì che quel singolo paziente, volendo partecipare, per esempio, a una riunione conviviale, non si senta ingiustamente discriminato, rispetto agli altri convitati che possono mangiare quello che vogliono. Ora, un ragionamento del tutto analogo, potrebbe farsi a proposito della recente dichiarazione «Fiducia supplicans» del Dicastero pontificio per la dottrina della fede, presieduto dal cardinale Victor Manuel Fernandez, con la quale è stata data via libera alla benedizione, sia pure in forma «non liturgica», delle coppie «irregolari», ivi comprese quelle formate da soggetti dello stesso sesso, accompagnandola, però, dalla riaffermazione dell’insostituibile valore del matrimonio, quale «unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli». Come per il medico, infatti, la salute fisica e psichica del paziente costituisce il bene supremo al quale egli deve tendere nell’esercizio della sua professione, così per la Chiesa, pacificamente e da sempre, il bene supremo al quale essa deve tendere nell’espletamento del proprio mandato - come espressamente affermato anche nel codice di diritto canonico - è quello costituito dalla salvezza eterna delle anime. E poiché questo bene è posto in pericolo dal peccato, la Chiesa non può mai approvare o dare la sensazione di approvare comportamenti costituenti peccato, perché in tal modo si porrebbe in grave contraddizione con la propria finalità istituzionale, quale assegnatale dalla sua proclamata investitura divina. Se così è e se, inoltre, è vero (come è vero) che costituisce tuttora, secondo la dottrina ufficiale della Chiesa, un grave peccato quello consistente nei rapporti sessuali tra soggetti che non abbiano contratto matrimonio sacramentale (tanto più in quanto si tratti di persone dello stesso sesso, per le quali il matrimonio sacramentale è comunque escluso), ne deriva necessariamente che in nessun modo e per nessuna ragione quel genere di rapporti può essere «benedetto». La benedizione, infatti, quali che ne siano la forma e il valore, anche minimo, che le si voglia attribuire, non può non essere percepita, da parte della coppia che la riceve, come una implicita approvazione della sua scelta di vita e, quindi, un incoraggiamento a mantenerla, restando così in stato di peccato. E, quel che è peggio, a essere incoraggiati sarebbero anche altri che coltivassero l’idea di prendere quella scelta come esempio da seguire; cosa, questa, che la Chiesa dovrebbe, invece, in tutti i modi combattere per sottrarre le anime al mortale pericolo che sarebbe costituito, sempre secondo la sua dottrina (un po’ accantonata, in verità, negli ultimi decenni ma, finora, mai ripudiata) dalla loro dannazione eterna. Il che non comporterebbe affatto - come invece si vorrebbe far apparire nel documento in questione - la «condanna» del peccatore e la sua emarginazione dalla comunità dei fedeli, ma dovrebbe, al contrario, stimolare l’impegno di tutti ad avvicinarlo il più possibile per fargli comprendere, nei modi ritenuti, a seconda dei casi, più opportuni, la necessità di abbandonare quella che, per ogni credente, dovrebbe essere considerata la via della perdizione. Non a caso, del resto, tra le opere di cosiddetta «misericordia spirituale» tradizionalmente raccomandate a tutti i fedeli cattolici, vi è anche quella di «ammonire i peccatori»; vale a dire richiamare la loro attenzione sul fatto che una certa loro condotta costituisce peccato e li espone al rischio di finire all’inferno. Ma, per quanto si esamini il contenuto della «Fiducia supplicans», risulta in esso del tutto assente ogni e qualsiasi tentativo di spiegare come e perché la benedizione di situazioni che sono, oggettivamente, di peccato possa conciliarsi con la prioritaria esigenza di scoraggiarne la perpetuazione, per la salvezza delle anime di coloro che le vivono. L’unica preoccupazione che traspare, infatti, è quella, puramente legalistica, di mettere in chiaro che la benedizione non implica la «legittimazione» dello «status» nel quale si trovano i richiedenti, ma viene soltanto incontro al loro umile desiderio di far sì «che tutto ciò che di vero, di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo». Visione, questa, sulla base della quale potrebbe, quindi, giustificarsi anche la benedizione di una consorteria mafiosa, dal momento che anche in essa può trovarsi qualcosa «di vero, di buono e di umanamente valido» per il fatto che, ad esempio, quando uno dei suoi componenti viene arrestato, gli altri si sentono in dovere, per regola comunemente accettata e rigorosamente osservata, di provvedere alle esigenze della sua famiglia. La triste conclusione alla quale sembra si debba giungere, quindi, è che la scelta operata con la «Fiducia supplicans» ha soltanto due possibili spiegazioni. La prima è che sia venuto meno il convincimento che i rapporti sessuali extramatrimoniali e quelli tra soggetti dello stesso sesso siano oggettivamente peccaminosi (e forse anche il convincimento che esista un aldilà destinato al castigo per i peccatori e al premio per i giusti), ma non si abbia il coraggio di confessarlo apertamente, perché ciò significherebbe buttare al macero un insegnamento che ha le sue granitiche basi nella Sacra Scrittura e in una plurimillenaria, mai contraddetta, tradizione. La seconda è che, nonostante la permanenza di quel convincimento, si ritenga prioritaria l’esigenza di cercare un qualche accomodamento, anche a spese della salvezza delle anime, con gli orientamenti che, in materia sessuale, appaiono oggi dominanti, soprattutto nei paesi dell’Occidente, e nei confronti dei quali appare sempre più pericoloso mettersi in posizione di contrasto. Al paziente e volenteroso lettore l’arduo compito di scegliere, tra le due spiegazioni, quella da preferire.
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
Povera matematica: per superare il centrodestra, la segretaria Pd, che non voleva nemmeno Giani, s’inventa le preferenze cumulative. E spara: «Se sommiamo Toscana, Marche e Calabria prendiamo più del governo».
(Ansa)
Bombole di gas e quel che resta di molotov sono state rinvenute nella casa colonica esplosa a Castel d'Azzano, nel veronese. I Vigili del fuoco hanno recuperato 5 bombole che erano state collocate in più stanze della casa e ora si trovano accatastate nel cortile.
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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Mario Venditti. Nel riquadro, Silvio Sapone in una foto agli atti dell’inchiesta di Brescia (Ansa)
Gli ex carabinieri della Procura Spoto e Sapone si contraddicono su ordini ricevuti e attività di indagine nell’inchiesta su Sempio del 2017. I due erano alle dipendenze dell’ex magistrato indagato per corruzione.
2025-10-14
Fiocchi: «Stop alle sostanze chimiche, una scelta strategica per futuro di Ue e Lombardia»
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(Totaleu)
Lo ha affermato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi in un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione dell'evento «Regolamentazione, sicurezza e competitività: il ruolo dell’Echa (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nell’industria e nell’ambiente europei».