2024-06-01
Ma le scelte dei vescovi fanno scappare i fedeli
Matteo Maria Zuppi (Getty Images)
Se il capo della Cei preferisce occuparsi di premierato e di autonomia regionale invece che delle chiese che si svuotano e dei seminari deserti, le diocesi si preoccupano di indirizzare i fedeli prima del voto. Che cosa c’entri la pastorale con la campagna elettorale non è noto, anche perché non siamo nel 1948, quando in parrocchia si faceva proselitismo per la Democrazia cristiana contro il Fronte democratico popolare. Da respingere non ci sono i cosacchi dell’Unione sovietica che minacciano di abbeverare i loro cavalli nelle fontane vaticane. L’8 e il 9 giugno si elegge il nuovo Parlamento europeo, decidendo se dare una svolta all’Ue oppure tenersi i barbagianni di Bruxelles con le loro formulette matematiche e le loro ossessioni per i tappi delle bottiglie di plastica. Dunque, perché la Chiesa dovrebbe predicare in favore di questo o quel partito? Per quanto da sempre cardinali e vescovi facciano politica, lo si capirebbe se il loro intervento riguardasse i temi etici. Invece, dopo il pronunciamento contro l’autonomia regionale e il premierato (ha fatto bene il presidente del Consiglio a rispondere al capo dei vescovi dicendo che la riforma non tocca i rapporti tra Stato e Chiesa e dunque non si comprende l’allarme), le diocesi si mobilitano pro Europa e a sostegno dei migranti, invitando i fedeli a scegliere partiti che siano sensibili a entrambi gli argomenti. Mancava poco che dicessero vota +Europa e Pd e poi l’ingerenza sarebbe stata completa. Ovviamente, nel silenzio dei beneficiari dell’appello, i quali si scandalizzano se il Papa parla di chi fare entrare in seminario e chi no, ma se i vescovi diffondono volantini elettorali, approvano. Sempre che il santino recapitato ai fedeli sia pro domo loro e non della parte avversa. Certo, resta da decidere che cosa c’entri la parola di Dio con quella di un’Europa che ha scelto di non avere una Costituzione e nemmeno di adottare la religione cristiana, preferendo restare nel limbo dell’indecisione con la formula pilatesca del rispetto di ogni credo. Che cosa abbia a che fare un’Europa che vorrebbe legalizzare l’utero in affitto e pure l’eutanasia con gli insegnamenti di Santa Madre Chiesa non si sa. E poi, se le preoccupazioni dei vescovi riguardano solo i migranti, che diranno gli italiani? Si aprono gli oratori e le parrocchie agli stranieri, che in massima parte neppure professano la religione cattolica, ma si svuotano le chiese al punto che, rimanendo in tema di questioni etiche tanto care ai partiti pro Europa, pare di assistere a un suicidio assistito. Non è un caso se l’obolo di San Pietro e l’8 per mille donato alla Chiesa siano costantemente in calo. Del resto, se le offerte dei fedeli sono utilizzate per finanziare la banda Casarini, cioè la flotta antagonista che staziona in mezzo al mare allo scopo di portare più migranti in Italia, sarà difficile che le donazioni aumentino. Per quanto un cattolico sia osservante, non potrà mai chiudere gli occhi di fronte alle follie di una Cei che va a braccetto con quelli che fino all’altro ieri erano i nemici. Vabbè che non siamo più nel ’48, ma una Chiesa che si genuflette davanti al politicamente corretto e agli sconfitti dalla storia non soltanto non si può vedere, ma non si può nemmeno seguire.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.