2023-07-17
«Chiediamo a Zelensky di chiudere le cliniche per l’utero in affitto»
L’ex direttore di Rai 1 Mauro Mazza: «Visto che lo supportiamo, possiamo porre la questione. L’Ucraina da anni è un supermarket di bambini».Mauro Mazza nominato commissario per la partecipazione dell’Italia alla Buchmesse 2024 di Francoforte. Ma chi legge La Verità è per definizione di destra, cattivo ed ignorante. Non dare per scontato che sappiamo cosa sia l’evento e perché al governo serva un commissario. Urge spiegone!«Da decenni è la più importante rassegna editoriale al mondo. Un volume d’affari imponente. Ogni anno Francoforte invita una nazione come ospite d’onore. Avremo un padiglione Italia di circa 2.000 mq. Un budget importante per gestire la vetrina della cultura del nostro Paese nel mondo. La figura del commissario serve a gestire questo evento. L’Italia è stata ospite d’onore l’ultima volta nel 1988».Altra era geologica…«Muro di Berlino ancora in piedi. Andreotti ministro degli esteri».Una sorta di Expo della letteratura!«Esattamente. Previste decine di migliaia di presenze. Un grande evento commerciale. Si parlerà di diritti di autore e traduzioni. Gli ultimi due giorni, 19 e 20 ottobre, saranno aperti al pubblico».«Con la cultura non si mangia». Slogan discusso. Ma una figura di primo piano come Dario Franceschini non si è mai mosso dalla cultura pur potendo aspirare ad ogni sorta di incarico ministeriale. Perché?«Scelta avveduta e saggia con cui ha consolidato la sua carriera di politico di lungo corso. Viene dalla vecchia scuola democristiana. Conosce bene gli errori commessi dal suo partito che ha lasciato campo libero alla cultura socialcomunista. È vero, la cultura crea un consenso non occasionale, fondato e motivato. L’Italia è il Paese più ricco di beni culturali al mondo. È un incarico importantissimo. Secondo forse solo al premier. Sangiuliano sta facendo molto bene e per questo viene attaccato».Come nasce l’egemonia culturale della sinistra?«Un accordo non scritto. La Dc gestiva macchina statale ed amministrativa. Il Pci era forza egemone nelle università e nelle scuole. Un accordo consacrato con la riforma Rai del 1975. Viene creata Rai 3 ed affidata ad Angelo Guglielmi. Un grande imprenditore culturale che ne fece la vetrina culturale della sinistra. Di tradizione più comunista che socialista. E si incontrò con la tradizione del cattolicesimo democratico. Per intendersi la scuola bolognese del cardinal Lercaro e Romano Prodi. Da questo connubio nascerà prima l’Ulivo per finire al Pd».A dimostrazione dell’importanza della cultura. Oggi invece preferisci usare l’espressione di Fulvio Abbate «amichettismo».«Finiti i grandi partiti con le loro culture di riferimento. Rimane il “volemose bene” delle consorterie. La traduzione pratica della canzone del momento: “Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me”. Un premio a Tizio che recensisce Caio che fa la marchetta per Sempronio…».Senza nulla togliere a Mauro Mazza uomo di cultura, il grande pubblico ti conosce soprattutto come uomo e volto televisivo. Tg1, Tg2, Rai Sport, ma soprattutto, la direzione di Rai 1. La destra di governo sta occupando Viale Mazzini «manu militari»?«Fa esattamente quello che ha sempre fatto ogni maggioranza. Fa “il suo”. In più è legittimata dal voto popolare e non è condizionata dagli interessi di Mediaset che ovviamente avevano un certo peso nelle scelte di Berlusconi. Ha una libertà di movimento che la destra berlusconiana non aveva. Deve essere un valore aggiunto».Paolo Petrecca, direttore di Rainews24, è accusato di censura. Ha tolto, in un servizio andato in onda, i riferimenti ad una polemica innescata dalle parole scritte da Facci in un articolo sul caso La Russa…«Ti faccio l’elenco dei suoi predecessori a Rainews: Roberto Morrione, Corradino Mineo, Monica Maggioni, Andrea Vianello ed Antonio Di Bella. Il 90% della redazione è figlio di quelle direzioni con esperienze distantissime da quelle di Paolo Petrecca. Lui è molto bravo. Lo conosco bene era con me al Tg2. È possibile che prima, con quei direttori, non ci fosse nessuna polemica? Si ritorna all’amichettismo di cui sopra».Filippo Facci merita la trasmissione in Rai?«Eccellente penna che non mi risulta abbia esperienze televisive. Una scommessa che i dirigenti avevano deciso di fare? La facciano! E non ci si impicchi ad una frase uscita male. Se dovessimo processare tutti per espressioni infelici, sai quante facce non vedremmo più in televisione?».Se Giampaolo Rossi, neodirettore generale in Rai, ti chiedesse un consiglio?«Deve credere nel suo progetto editoriale. Difenderlo con convinzione e correggerlo strada facendo se occorre. Deve essere il suo progetto. Giampaolo Rossi peraltro è uomo di cultura non solo televisione».Prima la cultura, poi la televisione, infine la giustizia. I casi Santanchè, Delmastro e La Russa. Cosa dobbiamo attenderci?«Non entro nel merito dei singoli casi. Però osservo che Giorgia Meloni ha vinto le elezioni proponendo un modello di passione civile, di coerenza e di cambiamento che deve essere sposato da tutti quelli che stanno con lei. Possono esserci storie personali che non sono in coerenza con quel modello? Giorgia Meloni ha di fronte a sé la prospettiva di un governo di legislatura. Ha tutto il tempo di fare gli aggiustamenti come fa un allenatore con la sua squadra. Dico solo che ad ogni latitudine politica i partiti non debbono sottovalutare la questione morale. Su quello vinse le elezioni Berlusconi; e dieci anni fa Beppe Grillo al grido “Onestà, onestà!”».Nello scontro magistratura - politica vincono i giudici allora?«Dico di non sottovalutare la questione morale. Ma neppure di sopravvalutare la credibilità dei magistrati. Molta di questa è andata perduta. Ricordo bene lo scudo umano di Borrelli, Di Pietro e Davigo contro il decreto Biondi in tv. Scena che ho ancora negli occhi. Scena non più proponibile dopo il caso Palamara, le correnti politiche dentro la magistratura e la recente condanna di Davigo. L’invasione di campo della magistratura dentro il terreno della politica non è vista di buon occhio dall’opinione pubblica».Direttore, dopo 18 mesi dall’invasione della Russia in Ucraina ci stiamo abituando alla guerra? Assuefatti? «Permettimi una digressione non convenzionale visto che è fuori discussione il supporto italiano alla difesa ucraina. Un aspetto etico e morale. Visto che di questione morale parlavamo prima. L’Italia sta per varare una legge che definisce l’utero in affitto reato universale. Dovremmo chiedere, consigliare e suggerire a Zelensky di chiudere quei centri e quelle cliniche che la praticano. L’Ucraina da anni è il supermarket dell’utero in affitto. Da Paesi più poveri come il Kosovo vengono portate in Ucraina ragazze poverissime a fare da incubatrici per benestanti coppie europee».Ritieni sia un’ipocrisia chiamarla gestazione per altri?«Certo. Sai quando la potremo chiamare così? Quando i vari Zan che sono in giro mi porteranno un esempio. Anche uno soltanto. Di una donna ricca che dona il proprio utero per rendere madre una donna più povera che non può permettersi di pagare 100.000 euro per avere un bimbo con questa tecnica. Allora diventerebbe gestazione per altri. Chiamarla oggi così è una delle tante menzogne non solo linguistiche».Legiferare la cosiddetta gestazione per altri, che non esiste, è un modo per sdoganare un reato quindi?«Affermazioni della cultura egemone che fa passare un’immagine diversa dalla realtà per imporre un diritto che non esiste in natura. Desiderio egoistico che si fa diritto inalienabile». Europee 2024. Vinceranno i popolari, i conservatori, i sovranisti? Ma ci sono scaramucce interne. Le Pen e Afd non sono ben accetti.«Elezioni importantissime. E io vedo due possibili scenari. Ed ovviamente dipenderanno dal voto. E dai conseguenti equilibri che si creeranno in seno al Parlamento europeo. Il primo è che si confermi la maggioranza Ursula con apertura ai conservatori e i socialisti dovranno farsene una ragione perché ad oggi sono quelli messi peggio da un punto di vista elettorale. Ma se vi fosse una forte affermazione di Afd in Germania e della Le Pen in Francia, non vedrei come queste due forze possano essere tenute ai margini. Non possiamo escludere che una sorta di “modello Italia” possa essere esportato a Strasburgo».Forza Italia può sopravvivere alla morte di Silvio Berlusconi?«No!».Sintetico…«Non può farlo per come è nata e come si è affermata negli ultimi decenni».Il Pd come è messo in vista delle europee?«La segreteria Schlein è una scommessa. E in quanto tale la posta può andare completamente persa. È chiaro che se le priorità rimangono il pride e l’utero in affitto più che il post Berlinguer e il post Veltroni, il Pd sembra un post Pannella. Bisognerà vedere cosa succede nei prossimi mesi ammesso che la Schlein sarà ancora alla guida del partito».Il centro ha un futuro in politica?«No. Io penso che il futuro politico italiano sarà segnato da un marcato bipolarismo. In più io spero che l’approdo finale sia un vero bipartitismo con due grandi contenitori animati da un forte dibattito interno grazie ai rispettivi think tank e fondazioni. Una politica ispirata a marcati valori culturali di riferimento potrebbe tornare ad attrare la meglio gioventù».
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