2020-05-27
Chi minaccia Fontana è libero di manifestare
Alessandro Bremec:NurPhoto via Getty Images
Oggi sotto Palazzo Lombardia sfilerà anche la banda di comunisti dei Carc che ha tappezzato Milano con manifesti e la scritta «assassino» rivolta al governatore leghista. Sul gruppo indaga l'antiterrorismo. La risposta del Pd? «Radicalizziamo la protesta».Pensano di essere invisibili come 20 anni fa quando indossavano le tute bianche per dare un segnale di esistenza extraparlamentare in vita. Invece nella crudele primavera della pandemia, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo (il minestrone ideologico chiamato Carc) allungano un'evidente ombra cupa su Milano nel disinteresse delle istituzioni. Con un bersaglio preciso, il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana.Dieci giorni fa hanno rivendicato la scritta su un muro del naviglio Martesana, nel quartiere Crescenzago, «Fontana assassino»; l'altroieri si sono intestati la distribuzione di volantini con lo stesso aulico concetto nel quartiere Gratosoglio. E oggi alle 17.30 annunciano la loro presenza sotto il Pirellone per gridare, a chi ancora non l'avesse capito, i bellicosi convincimenti. Per loro si tratta di manifestazione del pensiero scritta e orale, per la Procura invece è reato. Al quarto piano di Palazzo di Giustizia è stato aperto un fascicolo per minacce e diffamazione, mossa che non impedisce ai Carc di partecipare alla protesta di piazza e non dissuade gli organizzatori dall'inserirli nel bouquet delle guest star accanto ai Comitati unitari di base di Milano, Mai più lager, Non una di meno. E associazioni di estrema sinistra come Federazione anarchica e altre sigle, fra le quali spunta pure Medicina democratica. La motivazione della manifestazione è spiegata dagli stessi aderenti: «Saremo sotto la Regione non solo per parlare di sanità pubblica e di responsabilità (la mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca per citarne una), ma anche per parlare di persone spaventate, scioperi vietati, uso dello smartworking senza le dovute tutele, rivendicazioni messe in un angolo per mesi».In una sorta di dissociazione volontaria dai temi, i manifestanti imputano alla Regione le responsabilità che per opportunismo politico non possono attribuire al governo amico, dai divieti sanitari alle regole del lockdown, zona rossa compresa. Ormai è assodato che le contraddizioni nei giorni della mancata chiusura di Nembro e Alzano furono interne a Palazzo Chigi e alla Protezione civile nonostante le pressioni di Fontana e del Comitato tecnico scientifico. Lo stesso Giuseppe Conte ammise: «Si poteva agire prima».Il nocciolo del problema è un altro: che ci fanno i Carc in piazza? Perché dopo avere minacciato con slogan e volantini possono reiterare allegramente il tutto scandendolo in un evento annunciato? I responsabili hanno rivendicato ogni iniziativa in una videoconferenza su Zoom tenuta dai portavoce Pablo Bonuccelli e Claudia Marcolini. Non ci sono misteri. «Le scritte murarie sono i nostri strumenti rivendicativi da sempre, ne faremo altre, noi faremo altre scritte contro Fontana ma non solo quelle». Un'appendice minacciosa, preoccupante, motivata dalla reazione alla «gestione criminale dell'emergenza sanitaria di cui sono responsabili il governo centrale e le giunte regionali, con picchi di malagestione in Lombardia. La scritta “Fontana assassino" non è solo la scritta del Carc, è la scritta di tutti».È il linguaggio intriso d'odio di un gruppo estremista che ha individuato un bersaglio. Nessuno avverte il bisogno di mettere l'orologio della Storia indietro di 30 anni, e proprio per questo è auspicabile che la prefettura e la questura non lascino cadere nel vuoto la faccenda. Clima plumbeo, più che giustificazioni paternalistiche serve la Digos. I portavoce dei Carc non sono preoccupati: «L'indagine è un modo per terrorizzare, per indurre al silenzio e alla paura dell'autorità. È una rappresaglia. Finora non abbiamo ricevuto avvisi di garanzia».Nei giorni scorsi il governatore Fontana aveva alzato il velo su un tema delicato: «Vedo troppa esasperazione, gli insulti sono gravi e il governo non resti in silenzio. Si cerca di colpire politicamente la Lombardia mentre si affronta un'emergenza senza precedenti». Il metodo è sordido ma evidente: la sinistra prova ad attribuire la responsabilità delle vittime di una pandemia agli avversari politici. A conferma dello stile, proprio ieri l'europarlamentare piddino Pierfrancesco Majorino, ufficiale di collegamento fra il sindaco Beppe Sala e il mondo dei centri sociali, ha annunciato: «Bisogna radicalizzare la protesta nei confronti della classe dirigente regionale». Il Pd lascia zanna libera alle guardie rivoluzionarie dell'estrema sinistra sindacale e dell'autonomia. Sull'ospedale in Fiera (definito inutile ma replicato come modello di prevenzione nel decreto Rilancio da Palazzo Chigi) si sono mossi i Cobas con un esporto firmato da Riccardo Germani, pregiudicato, che si travestì da Zorro per protestare contro Matteo Salvini. E sul dramma di una regione investita dal virus ecco imperversare i Carc. Sono solo compagni che sbagliano.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.