2018-05-16
Chi lavora per far fallire Salvini
Fuoco di sbarramento da Bruxelles per impedire che il Carroccio imponga all'eventuale governo le sue idee su economia e immigrati. E il presidente Sergio Mattarella non si sogna neppure di respingere le ingerenze.Se la scorsa settimana Sergio Mattarella non avesse attaccato i partiti che difendono la sovranità nazionale, dicendo che «pensare di farcela senza l'Europa significa ingannare il Paese», ora avrebbe titolo per replicare alle frasi irrispettose dei commissari europei che ieri, senza evidente ragione, si sono intromessi nel dibattito politico per la formazione del nuovo governo, dettando la linea sia per quanto riguarda l'economia che l'immigrazione. Purtroppo, al pari di un Gianni Riotta qualsiasi, il capo dello Stato sembra essersi dimenticato il secondo comma dell'articolo 1 della Costituzione. Nel paragrafo, che il presidente dovrebbe sapere a menadito essendo stato giudice della Corte, infatti non c'è scritto che la sovranità appartiene all'Europa, al contrario vi si legge che la sovranità appartiene al popolo, cioè agli italiani, i quali sono gli unici ad aver diritto di decidere del proprio destino, determinando il governo da cui intendono essere amministrati e le politiche che desiderano siano realizzare nel loro Paese, fossero anche poco gradite ai partner europei.Eppure, nonostante questo, si ha sempre più la sensazione che le decisioni che contano non siano prese a Roma, in Parlamento o nei palazzi che rappresentano le istituzioni italiane, ma piuttosto a Bruxelles: una devoluzione di potere che forse proprio il Quirinale, il cui inquilino è preposto a garantire il rispetto della Costituzione, dovrebbe impedire, alzando la voce a tutela degli interessi nazionali, che non sempre coincidono con quelli europei.Già nei giorni scorsi avevamo avvisato del pericolo di un condizionamento esterno nella formazione del nuovo esecutivo. «Le mani straniere sul governo» era il titolo di sabato scorso. In un articolo riferivamo le pressioni della Francia nella scelta del presidente del Consiglio, pressioni di cui si sarebbe fatto interprete lo stesso Emmanuel Macron. Tuttavia, a questo primo segnale, nella giornata di ieri se ne sono uniti altri e assai più preoccupanti. Il primo è quello svelato dal professor Giulio Sapelli, docente che per 24 ore è stato accreditato come candidato a guidare un governo a maggioranza grillo-leghista. Titolare di una cattedra di Storia dell'economia all'Università statale di Milano, Sapelli era stato contattato nella giornata di domenica da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che a seguito di un colloquio durato due ore e mezza gli avevano offerto la poltrona di presidente del Consiglio. E però, nel giro di una sola notte, la candidatura del prof è stata spazzata via. I due padrini del nascente governo ci hanno forse ripensato dopo avergli a lungo parlato? No, ha spiegato il docente in un'intervista, sono state le pressioni esercitate dall'Europa a impedire che io diventassi premier. Possibile? Di certo si sa che Sapelli con Bruxelles non è mai stato tenero, giudicando sbagliate molte delle regole che l'Europa ci impone come dogmi, a cominciare dall'euro per finire con il Fiscal compact. Certo, il professore potrebbe esagerare, ma fa il nome del destinatario delle pressioni europee ed è quello di Sergio Mattarella. Ovviamente il presidente della Repubblica si è affrettato a smentire, ma dopo il discorso contro chi difende la sovranità nazionale risulta difficile credere che gli potesse piacere un docente che teorizza la necessità di ridiscutere i trattati.Tuttavia, non c'è solo Sapelli, ma ci sono anche i tre commissari che ieri si sono presi la briga di mettere i piedi nel piatto, intervenendo direttamente sulla formazione del nuovo governo. Ha cominciato Dimitris Avramopoulos, che a Bruxelles si occupa di immigrazione, dicendosi preoccupato di eventuali cambiamenti nella politica di accoglienza dei profughi. Poi è toccato al vicepresidente della Ue, il finlandese Jyri Katainen, il quale ha messo le mani avanti sulle ipotesi di allentamento delle politiche di bilancio, chiarendo che non saranno fatte concessioni. Stessa musica da Valdis Dombrovskis, pure lui vicepresidente della Commissione, che in un'intervista ha ricordato gli impegni su deficit e debito.Perché uno in fila all'altro tre commissari europei devono intervenire sui fatti italiani, trinciando giudizi e preoccupazioni? Il fatto non sembra casuale. L'Europa non vuole Salvini alla guida del governo e soprattutto non vuole leghisti nei posti chiave del prossimo esecutivo e dunque ha iniziato un fuoco di sbarramento per impedire che ciò accada.Ma qui torniamo alla questione iniziale: la sovranità è del popolo o dell'Europa? Decidono gli italiani o Bruxelles? E soprattutto: Mattarella da che parte sta? Nel frattempo, mentre il Financial Times sostiene che i nuovi barbari sono alle porte di Roma (ma la bibbia della comunità finanziaria dovrebbe sapere che i barbari venivano dal Nord Europa, non da Bergamo o Treviso), segnalo che il debito pubblico, grazie alle politiche imposte dall'Ue, ha toccato la bella cifra di 2.300 miliardi. Un record. Ringraziamo l'Europa che ha appoggiato tutti i governi europeisti, da Monti in poi, e ora ci vuole regalare un altro Mister Flop.
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.