2020-09-25
Chi ha pagato il jet dalla Spagna a Perugia? La Gdf vuole i bonifici
Richiesti alla compagnia aerea dopo che la Juventus ha negato di aver saldato il volo del bomber. E qualcuno si informò per i test in CatalognaIl dirigente sarebbe l'uomo incaricato dalla squadra di farsi avanti con l'ateneo. Gli investigatori sentiranno come persone informate sui fatti il «Pistolero» e il ds Paratici. Oggi toccherà a Chiappero, avvocato del clubLo speciale contiene due articoli «Se uno prende un aereo privato da Barcellona a Perugia si aspetta in cuor suo di passare. Anche perché aveva fatto delle lezioni private da remoto con degli insegnanti di quella stessa università. Probabilmente quel corso aveva fatto nascere in questo soggetto l'affidamento che avrebbe passato l'esame».Così David Brunelli, difensore della rettrice dell'università degli stranieri, Giuliana Grego Bolli. Facciamo notare all'avvocato che detta così sembra che l'esame nella vicenda della certificazione di conoscenza della lingua italiana ottenuta dal bomber sudamericano Luis Suarez fosse tutto concordato. «Noooo. Non c'era nulla di concordato. Forse ho fatto male a dire quella frase», ribatte con vigore il legale.Sta di fatto che la questione, forse sarebbe più corretto dire il rebus, dell'aereo sembra davvero interessante. E infatti ieri la Guardia di finanza di Perugia ha provveduto a notificare un decreto di acquisizione di materiale per accertare le modalità di pagamento del viaggio alla compagnia catalana Clipper national air s.a., la stessa che gestisce il Cessna 510 citation mustang che ha portato Suarez dalla Spagna all'Italia e viceversa. Il jet bimotore è decollato il 17 settembre, alle 13 e 21, da Barcellona ed è atterrato all'aeroporto di Perugia Sant'Egidio (scalo che si trova a circa 12 chilometri dal capoluogo umbro) alle 15.04 e dopo il brevissimo esame di Suarez è ripartito alle 16.49 ed è riatterrato in Spagna alle 18.45, dopo quasi due ore di viaggio.Un volo che sarebbe costato circa 12.000 euro considerato che oltre a una consistente iniezione di carburante occorre pagare profumatamente l'equipaggio, eppure non è chiaro da chi sia stato pagato. Alla Juventus negano di aver saldato loro il conto, anche perché, almeno ufficiosamente, il 17 settembre il club bianconero aveva già deciso di non tesserare più Suarez ritenendo che la data ultima per farlo (il 5 ottobre, soprattutto in ottica della chiusura delle liste per la Champions league) non fosse compatibile con i tempi per la concessione della cittadinanza.Ieri alla compagnia del Cessna non hanno potuto far altro che confermarci che il bomber uruguaiano ha viaggiato su uno dei loro velivoli. Il dipendente ha alzato invece un muro di gomma su quanto sia costato e chi abbia versato sul loro conto il denaro, ripetendoci in inglese più volte: «Noi non forniamo questo tipo di informazioni». Ma Barcellona è importante anche per un'altra questione.Qui, a una manciata di minuti a piedi dal Parlamento catalano, si trova il centro culturale Ama l'italiano. L'istituto offre, tra i suoi servizi, anche quello di portare gli studenti ai test di lingua in università accreditate, come quella di Siena e Roma 3. Il 7 settembre un numero di telefono italiano chiede informazioni al centro via Whatsapp. Una delle insegnanti, Ada Plazzo, ricontatta il numero prima via sms poi a voce. «Una donna italiana, di cui non ricordo il nome, mi ha chiesto informazioni e ha detto che si stava interessando per l'esame di italiano di livello B1 cittadinanza per un “personaggio pubblico" che viveva a Barcellona». Il B1 cittadinanza, ci spiega la professoressa Plazzo, è un livello base rispetto al B1 classico, che vale come un attestato Cambridge per l'inglese e consente di fare carriera nella propria professione. «Dopo quel primo contatto ho mandato diversi messaggi perché ovviamente ero interessata a chiudere positivamente la trattativa. Ma dal numero italiano», aggiunge la professoressa d'italiano Ada Plazzo, «non ho ricevuto più risposta. Sono spariti». Anche perché nel frattempo la dirigenza juventina, in una specie di corsa contro il tempo, stava cercando un canale per superare l'esame velocemente e nel modo più sicuro possibile. Il 7 settembre 2020 l'avvocato Maria Turco, collaboratrice dello studio Chiappero, da sempre legale alla Juventus, per esempio, contatta l'università degli stranieri di Perugia. Ma nelle stesse ore una cittadina italiana, invia un messaggio Whatsapp al Centro Ama l'italiano. «Noi come data disponibile avevamo il 22 settembre, come l'università degli stranieri di Perugia. Ma poi loro sono riusciti ad anticipare l'esame». Per Suarez e altre tre persone con non meglio specificati problemi logistici.La Plazzo non ci riferisce il numero di telefono che ha contattato la sua scuola, per una «questione di privacy», ma aggiunge: «Parlerò volentieri, se mi vorranno sentire, con la polizia e la Procura. Non avrei nessun problema».L'insegnante conosce da tempo la dirigente dell'università di Perugia che aveva in carico Suarez, Stefania Spina, e poche ore prima che scoppiasse il caso del Pistolero aveva scritto un post ironico sulla bacheca Facebook della dirigente. A iniziare la discussione era stato un certo Fabrizio Albanesi: «Te lo volevo proprio chiedere se l'avevi esaminato tu. Glielo hai detto che se non viene alla Juve deve rifare il test?». Risposta della Spina: «No, non l'ho esaminato io. Gli ho dato un po' di lezioni a distanza prima che venisse per l'esame. Mi piacerebbe poter limitare la validità del certificato solo se va alla Juve. Ma temo di non potere». Ecco a questo punto l'inserimento della Plazzo: «Ah ah! E pensare che avevano contattato me, ma io potevo offrirgli Cils B1 cittadinanza». Cioè l'esame corretto. Tanto che la Plazzo aggiunge: «B1 calciatori potrebbe essere un'altra certificazione da proporre».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/chi-ha-pagato-il-jet-dalla-spagna-a-perugia-la-gdf-vuole-i-bonifici-2647793777.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-contatto-della-juve-e-cherubini-procura-pronta-a-chiamare-suarez" data-post-id="2647793777" data-published-at="1600982906" data-use-pagination="False"> Il contatto della Juve è Cherubini. Procura pronta a chiamare Suarez La pistola fumante che dovrebbe confermare i trucchetti per taroccare l'esame per far concedere la cittadinanza italiana al bomber Luis Suarez, i magistrati proveranno a cercarla con gli accertamenti tecnici non ripetibili (il «360» viene chiamato in gergo giudiziario e avviene nel contraddittorio tra le parti) sul materiale estratto dagli smartphone e dai computer degli indagati, dai quali, però, potrebbe anche saltare fuori qualche dettaglio sull'accusa più grave: quella di corruzione. Un'ipotesi che vede indagati la rettrice dell'Università per stranieri, Giuliana Grego Bolli, e il direttore generale dell'ateneo, Simone Olivieri, in concorso con ignoti. E che gli investigatori stanno sviluppando in queste ore. Oggi verranno sentiti a Perugia due legali della Juventus, Luigi Chiappero e Luisa Turco, coinvolti come vedremo nella vicenda. Saranno sentiti come persone informate sui fatti, «al fine di chiarire», si apprende da fonti investigative, «i rispettivi ruoli nella vicenda e confrontarli con le evidenze telefoniche e con il materiale sequestrato durante le perquisizioni». Saranno convocati in Umbria nelle prossime ore anche Fabio Paratici, il responsabile dell'area tecnica e top manager del mercato bianconero, e pure il suo vice Federico Cherubini. Ma, ed è il vero colpo di scena, la Procura guidata da Raffaele Cantone e gli investigatori hanno messo in agenda anche l'esame come persona informata dei fatti dello stesso Suarez, il quale ieri ha annunciato il suo passaggio dal Barcellona all'Atletico Madrid, senza minimamente far cenno alla vicenda dell'esame di italiano. Il nome di Paratici è saltato fuori una prima volta nelle conversazioni telefoniche del dg Olivieri, riportate nelle richieste di proroga delle intercettazioni: «Si è interessato Paratici (...) ha chiamato». Paratici viene definito anche come «più importante di Mattarella!». Ovviamente negli ambienti del calcio è uno che conta. Ma c'è un altro nome importante in questa storia. Olivieri viene contattato dal quasi omonimo Maurizio Oliviero (che verrà ascoltato presto dai pm), fan della Juve e rettore dell'Università statale e riceve la richiesta di far svolgere l'esame a Suarez. Il nome di Cherubini è invece emerso dopo un comunicato di Oliviero il quale, ieri, ha ribadito che la persona che lo ha contattato per primo non è stato Paratici: «Lui l'ho sentito solo dopo l'esame di Suarez. Mi chiamò l'altra persona e mise il telefono in vivavoce. Paratici parlò per pochi secondi dicendo che lo staff del calciatore gli aveva riferito di essere rimasto positivamente colpito dall'accoglienza ricevuta a Perugia dall'attaccante e quindi riteneva giusto ringraziarmi. Perché ho indicato l'Università per stranieri per l'esame? Perché è un'istituzione della mia città e pensavo che la cosa potesse dargli ancora più lustro, perché pensavo che la potesse far emergere ancora di più. Che altro interesse avrei potuto avere?». Il rettore della Statale ripercorre quindi le prime fasi della vicenda. «Mi chiamò questo mio conoscente», ha spiegato, «chiedendomi se Suarez avesse potuto sostenere da noi l'esame d'italiano. Risposi che noi non facciamo quel tipo di attività e gli spiegai che invece doveva rivolgersi all'Università per stranieri. Visto che l'entourage dell'uruguaiano aveva urgenza di fissare la prova mi resi disponibile a contattare il rettore della Stranieri e il loro direttore generale, limitandomi a fare da tramite con l'altra persona. Tutto qui». Oliviero si è detto «sorpreso e sconcertato» per il clamore che si è generato intorno alla sua figura. «Sono finito nel tritacarne mediatico», sottolinea, senza sapere perché. Ci vuole rispetto per le persone. Ma davvero sono io “la notizia"?». Poi a chi gli ha chiesto il nome del conoscente che lo ha coinvolto nella vicenda Suarez, ha risposto in modo netto: «Non metto altri nel tritacarne mediatico nel quale sono già finito io, assolutamente no. Se qualche autorità me lo chiederà sono pronto a farlo, ma solo a loro». Il segreto è durato poco e ieri pomeriggio è diventato di pubblico dominio il fatto che l'uomo della telefonata al rettore sia il vice di Paratici, Cherubini, originario di Foligno. Quando il consolato italiano a Barcellona ha spiegato alla dirigenza della Juve che l'esame di italiano di livello B1 per cittadinanza si poteva svolgere a Siena o a Perugia, il dirigente umbro è stato investito della pratica e ha contattato l'amico rettore, tifoso bianconero sfegatato. «Tu sai che io ho buoni rapporti con la dirigenza della Juventus», avrebbe detto il rettore della Statale al dg dell'università degli stranieri, Olivieri. E avrebbe anche aggiunto: «Dobbiamo aiutare il nostro centravanti». Nel frattempo vanno avanti gli interrogatori degli indagati. La direttrice del centro per la valutazione e certificazione linguistica dell'ateneo, Stefania Spina, la prof delle «eloquenti» chiacchierate telefoniche con i colleghi sull'italiano spiccicato da Suarez, ha già avuto l'opportunità di difendersi. Ma il suo avvocato, per il momento ancora d'ufficio, Beatrice Papini, mette le mani avanti: «La mia assistita è finita in una vicenda più grande di lei. Infatti le viene contestato un fatto minore (rivelazione del segreto d'ufficio e falso ideologico)». Poi si chiude a riccio, rispettando le indicazioni della prof. La quale sembrerebbe non aver partecipato alle videoconferenze descritte dalle agenzie di stampa tra i vertici dell'università e quelli della Juventus. E qui esce fuori un altro nome importante per la Juve: lo storico avvocato del club torinese Chiappero che, come detto, sarà sentito oggi a Perugia. Ieri le agenzie avevano anticipato - più o meno volontariamente - la convocazione battendo questa notizia: «Secondo quanto si apprende da fonti qualificate a Perugia, Chiappero avrebbe partecipato a una videoconferenza via Google Meet con la collega Turco, un altro assistente dello studio e il direttore generale dell'ateneo Simone Olivieri». In realtà non si sarebbe trattato di una videoconferenza, ma di una chiamata in vivavoce.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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