2021-03-22
Speranza mente, Ricciardi gufa
Il consulente smentito da Franco Locatelli: «Nel Regno Unito la mortalità è crollata del 90%»Domenica In il piatto forte cucinato dagli chef di Rai 1 è stato l'ennesima ospitata del ministro Roberto Speranza. E qui, in un dialogo morbido e senza insidie nel programma di Mara Venier, Speranza non solo ha messo le penne del pavone per l'accelerazione della campagna vaccinale, come se non fosse sempre lui il primo responsabile politico dei ritardi dei mesi passati, ma ha tenuto a dare segnali di positività: «Sono convinto che già alla fine della primavera e durante l'estate vedremo un miglioramento. Vivremo un'estate diversa rispetto alle giornate di oggi». Insomma, un telespettatore distratto, o magari semplicemente ottimista, avrebbe potuto trarne buoni auspici. Peccato che però lo stesso Speranza, in un'intervista uscita poche ore prima sulla Stampa, avesse confermato il sistema a colori anche dopo il 6 aprile: «La scelta è stata confermata dagli ultimi decreti e credo sia la più efficace a rendere le misure proporzionali alla differente situazione epidemiologica dei territori». I difensori di Speranza diranno che non c'è contraddizione letterale tra l'auspicio generico fatto a Domenica In e la notizia data al quotidiano torinese: ma non c'è dubbio sul fatto che, in una comunicazione rivolta alle famiglie in un salotto domenicale, Speranza abbia giocato la carta dell'ottimismo, mentre - sul piano delle decisioni concrete e specifiche - l'esponente di Leu sembri tuttora tetragono a favore della linea chiusurista. Un giro largo, sempre a Domenica In, è stato fatto dal ministro anche sulla vicenda Astrazeneca: «In queste ore abbiamo ripreso la vaccinazione dopo la sospensione per motivi precauzionali decisa con altri Paesi europei. Da 48 ore le vaccinazioni sono riprese e la riposta è incoraggiante, la stragrande maggioranza delle persone è consapevole che questo è l'unico strumento per uscire da questa stagione drammatica». E ancora: «Continueremo a monitorare: quando un'istituzione sospende un farmaco, vuol dire che ha bisogno di fare approfondimenti. Il giudizio dell'Ema è stato netto: i vaccini sono tutti efficaci e sicuri». Peccato che però il ministro abbia omesso di assumersi la responsabilità del semaforo rosso fatto scattare lunedì scorso in primo luogo per sua decisione e su pressione tedesca, come lui stesso ha ammesso qualche giorno fa in un'intervista al Corriere.it, significativamente intitolata: «Stop di Az deciso dopo i dati della Germania». In quell'occasione Speranza disse, tra l'altro: «La decisione è di natura precauzionale ed è emersa dopo una valutazione dell'istituto tedesco per i vaccini. C'è stato un confronto tra i ministri della Salute». Che ora si induca il solito telespettatore distratto a ritenere che l'Ema abbia fatto tutto o quasi da sé appare politicamente curioso: sarebbe il caso che i ministri (Speranza in testa) si assumessero anche in diretta tv la responsabilità delle loro decisioni. Non una parola del ministro, invece, sulla notizia data ieri in prima pagina dalla Verità: e cioè, lunedì 15, data in cui all'Aifa è stato imposto lo stop al vaccino anglosvedese, l'aggiornamento di cv del direttore dell'Agenzia, poi confermato tre giorni dopo (vicenda analoga anche all'Agenas). L'ultimo squillo di tromba è arrivato dall'ineffabile Walter Ricciardi. In un dialogo su Twitter abbastanza surreale con Carlo Cottarelli, in cui entrambi non sembrano rassegnarsi allo strepitoso successo britannico in confronto alle lentezze europee, Ricciardi lancia una specie di anatema: «La scelta dell'unica dose è un azzardo che rischiano di pagare caro». Non sembra unirsi a questo coro il presidente del Cts, Franco Locatelli: «Ribadiamo in maniera molto chiara che Astrazeneca è un vaccino sicuro dai 18 anni in su e non ci sono motivi per avere esitazioni, basta vedere i numeri in Gb dove 10 milioni lo hanno già ricevuto e la mortalità si è ridotta del 90%». Non solo, tanto per certificare la figuraccia di Ricciardi, ieri il ministro britannico della Salute, Matt Hancock, ha esultato per il record di dosi in un giorno: 844.285. Oltre a registrare il dato più basso in termini di morti da ottobre: 33.Infine, una curiosità. Il bel pomeriggio di par condicio ieri alla Rai è stato completato da Lucia Annunziata sul terzo canale, dove è stato trasmesso un «confronto» - si fa per dire - tra la vicesegretaria e il vicesegretario del Pd, Irene Tinagli e Peppe Provenzano. Equamente rappresentate tutte le sfumature di rosso, arancione e rosé.