2024-11-18
Patronati truffa, ex sindacalista inguaia la Cgil
Maurizio Landini (Imagoeconomica)
A «Lo stato delle cose» il caso di decine di pensionati italiani residenti in Svizzera che hanno perso i contributi. Landini esclude legami con l’Inca elvetico, ma l’ex responsabile dice altro. Possibile risarcimento milionario.Centinaia di italiani, immigrati in Svizzera, dopo aver versato i contributi obbligatori per una vita al momento della pensione si sono trovati senza nulla in mano. La truffa, pari a circa 35 milioni di franchi svizzeri, è stata architettata dall’ex direttore dell’Inca Cgil di Zurigo, Antonio Giacchetta, che per questo reato è stato condannato a 7 anni di carcere (scontati effettivi 3). Nella rete sono caduti ben 400 italiani residenti in Svizzera. Ad accendere un faro su questo scandalo è la trasmissione «Lo stato delle cose», condotta da Massimo Giletti. La puntata, che va in onda su Raitre oggi alle 21,20, è la seconda dedicata ai patronati. Dopo l’inchiesta sull’Inca Cgil a New York, questa volta l’inviato Alessio Lasta è andato a vedere cosa è accaduto nella sede del patronato della Cgil a Zurigo.Facciamo un passo indietro. In Svizzera, quando si raggiunge l’età per il pensionamento, la legge prevede due opzioni, o la riscossione del montante contributivo, ovvero la totalità di quanto è stato versato negli anni, o il vitalizio mensile come accade in Italia. Abbiamo chiesto a Lasta di anticiparci alcuni dettagli dell’inchiesta. Ecco cosa ci ha detto: «Gli anziani per fare tutte le operazioni burocratiche per il pensionamento si rivolgevano al direttore della sede Inca di Zurigo, ovvero ad Antonio Giacchetta, che si faceva firmare una procura per richiedere la pensione. Giacchetta inoltrava alle casse pensioni svizzere la richiesta dell’intero ammontare della pensione, laddove il pensionato invece aveva scelto il vitalizio mensile. Il direttore Inca, ottenuti dalle casse pensioni svizzere i soldi delle pensioni, li faceva transitare su un conto intestato a Inca Cgil Zurigo, aperto presso Credit Suisse. Siccome si trattava dell’Inca e c’era la procura dei diretti interessati, nessuno faceva obiezione». Come mai il meccanismo è saltato? «Giacchetta, che ho incontrato a Chiasso, dice che il meccanismo è saltato perché le banche avevano realizzato, con i soldi dei pensionati, investimenti sbagliati. Per sé dice di non aver preso nemmeno un centesimo di franco, sebbene all’interrogatorio reso alla polizia di Zurigo abbia dichiarato di aver impiegato parte di quei soldi per le necessità di familiari e di averli spesi anche in un centro benessere». I pensionati hanno fatto causa penale in Svizzera e la magistratura ha condannato Giacchetta in primo grado a 9 anni, ridotti a 7 anni e 3 mesi in secondo grado. Ne sconterà solo 3. Intanto gli anziani per recuperare i soldi hanno dovuto fare individualmente causa (in questo caso non c’è la class action), in Italia alla Cgil e al ministero del Lavoro. Quest’ultimo è stato assolto. «L’Inca invece è stato condannato a risarcire i truffati perché, dicono i giudici, è dimostrato il rapporto diretto tra Inca Cgil di Zurigo e Inca nazionale. Dietro Inca c’è la Cgil. Non solo è il suo patronato, ma Inca possiede anche il 15,55% di Futura srl, la società di comunicazione della Cgil». Ma Inca Cgil sapeva dell’esistenza di conti correnti intestati ai patronati all’estero? «Giacchetta mi ha risposto», evidenzia Lasta, «che un funzionario nel 2004 era venuto a conoscenza di alcuni conti correnti aperti intestati all’Inca in alcune sue sedi estere».Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, cosa dice? «Lasta mostra una mail datata 5 marzo 2019 del leader della segreteria generale della Cgil in risposta alla mail di Marco Tommasini, il figlio di uno dei pensionati truffati che chiedeva al sindacato un’assunzione di responsabilità circa la vicenda Inca Zurigo. «La Segreteria Nazionale della Cgil è informata da tempo della vicenda a cui Lei fa riferimento e, come saprà, ha avuto occasioni anche pubbliche in passato per chiarire l’estraneità della nostra organizzazione», è stata la risposta del sindacato. Ovvero: la Cgil non c'entra nulla con Inca Zurigo.
Laura Boldrini e Nancy Pelosi (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 21 ottobre 2025. Ospite Fabio Amendolara. L'argomento del giorno è: "Gli ultimi sviluppi del caso di Garlasco".