2021-05-24
Cgil e dem spaccano il governo anche sul decreto Semplificazioni
Maurizio Landini minaccia sciopero generale. Matteo Salvini: «Va azzerato il codice degli appalti»Annunciato in Consiglio dei ministri entro la settimana, ma con le bozze ancora da perfezionare, il decreto Semplificazioni, il primo previsto dal Recovery plan, minaccia di aprire un nuovo fronte nella maggioranza dopo il ddl Zan. Infatti all'allarme dei sindacati hanno fatto eco i dubbi del centrosinistra soprattutto sulla proroga delle deroghe al codice degli appalti e l'innalzamento del tetto dei subappalti per le grandi opere. Il punto dolente per la sinistra è proprio questo, il ritorno di istituti che erano stati superati dal codice degli appalti di Raffaele Cantone e cioè i subappalti senza soglia. Ieri il segretario della Cgil, Maurizio Landini, è stato molto duro minacciando sciopero generale: «Alcune nostre categorie sono già pronte. Noi lo valuteremo insieme a Cisl e Uil perché è una scelta indecente quella che si appresta a fare il governo. La liberalizzazione del subappalto e le gare al massimo ribasso portano il Paese indietro di 20 anni, ai tempi del governo Berlusconi». Parole pesanti sono arrivate anche da Libera di don Luigi Ciotti e dall'ala sinistra della maggioranza, con Leu che attraverso il capogruppo alla Camera Federico Fornaro ha detto: «Liberalizzare l'utilizzo senza limiti dei subappalti per velocizzare le opere pubbliche è un rimedio ben peggiore del male. La velocizzazione necessaria per rispettare i tempi del Recovery non può e non deve significare meno sicurezza per i lavoratori e abbassare l'asticella nel contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata». L'ex ministro dei Trasporti dem Paola De Micheli ha chiesto invece al suo partito di intervenire e il Pd ha risposto con le parole di Paolo Lattanzio, presidente del comitato sulle infiltrazioni mafiose in epoca Covid in commissione Antimafia: «La liberalizzazione del subappalto è una scelta inaccettabile», Infine è arrivato lo stop anche del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini all'altra «gamba» del dl Semplificazioni, quella che riguarda la transizione ecologica, inserita nello stesso provvedimento: «Io condivido che occorra snellire anche rispetto alle procedure che riguardano il mio dicastero, perciò sto lavorando a norme coraggiose, però ci sono dei paletti che non si possono superare come la tutela del paesaggio e la salvaguardia dei beni artistici, autentici doveri costituzionali». Favorevole al decreto il centrodestra a cominciare dalla Lega come confermato da Matteo Salvini: «La via d'uscita finale su cui stiamo lavorando è l'azzeramento del codice degli appalti e l'utilizzo delle norme europee che sono più veloci e snelle. E io darei ai sindaci i poteri diretti sulle grandi opere». Per la capogruppo di Fi in Senato Anna Maria Bernini «le bozze del dl vanno nella giusta direzione, una soprintendenza unica per le opere del Pnrr e un nuovo sistema di norme per velocizzare le procedure di autorizzazione sono passaggi irrinunciabili, insieme all'ampliamento delle deroghe per il codice degli appalti». Entro la fine del mese il dl dovrà essere chiuso: i ritardi rischiano di congelare le tranche di fondi europei che la Commissione deve erogare ogni sei mesi.