I sindacati difendono il salario minimo e attaccano il Cnel, ma l’istituto ha ragione: le difficoltà dei lavoratori derivano spesso da Ccnl scaduti. E tra i responsabili dello stallo c’è anche la Cgil. Che domani manifesta e strizza l’occhio al Pd sull’antifascismo.
I sindacati difendono il salario minimo e attaccano il Cnel, ma l’istituto ha ragione: le difficoltà dei lavoratori derivano spesso da Ccnl scaduti. E tra i responsabili dello stallo c’è anche la Cgil. Che domani manifesta e strizza l’occhio al Pd sull’antifascismo.Il salario minimo per la sinistra e la Cgil rimane ormai solo una bandiera da sventolare. Chiaramente per fini politici. Le possibilità che si ritenga davvero risanatore l’intervento sono minime: lo dimostrano i dati Inps e il documento del Cnel contro cui il sindacato di Maurizio Landini si è opposto in solitudine. La commissione dell’Informazione del Cnel, prevista da una disposizione di legge, si è limitata a fornire un primo inquadramento e analisi del problema basato su dati oggettivi elaborati da Banca d’Italia, Inps ed Istat.Un documento che ha ricevuto l’approvazione praticamente unanime della Commissione, formata da 15 membri ed espressione equilibrata e proporzionale di tutte le componenti sociali: rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, esperti nominati dal Colle, dal presidente del Consiglio e dal Consiglio nazionale del terzo settore. Insultare il Cnel, come hanno fatto ieri politici come Stefano Patuanelli, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Carlo Calenda, equivale quindi a insultare tutte le sigle sindacali chiamate a farne parte, i rappresentanti delle categorie produttive, nonché gli esperti e i componenti espressione di importanti realtà del volontariato: milioni di lavoratori. Il documento conteso affronta il problema retributivo dal punto di vista della contrattazione. Suggerisce di allargare i contratti, modificare quelli privati o financo abolirli. Nella sostanza, il problema italiano in molte categorie sta nella eccessiva frammentazione e non nella bassa retribuzione oraria. Certo ci sono casi di paghe troppo scarse. Ma spesso rientrano nell’abusivismo (almeno 40.000 persone) o in uno schema legato a eccessivi ritardi nella contrattazione. Infatti, c’è un tema aperto almeno da un decennio. Esistono in Italia oltre 1.000 contratti nazionali. Molti di questi coprono settori merceologici o categorie esigue. Altri sono a spettro molto più ampio. Il dato che si tende spesso a sottovalutare sono i mancati rinnovi. Il 57% dei contratti è scaduto, alcuni di questi da oltre due anni. È chiaro che i ritardi - in parallelo all’inflazione - si mangiano i salari. È altrettanto chiaro che i motivi dei ritardi sono riconducili ai vari attori seduti al tavolo, uno dei quali è lo stesso Landini che scende in piazza per chiedere ad alta voce il salario minimo (oltre alla pace, alla tutela della Costituzione e all’antifascismo) nonostante l’inutilità o peggio la dannosità che contraddistingue tale intervento. Nessun esame di coscienza sui ritardi e sulle battaglie che il sindacato dovrebbe portare avanti giorno dopo giorno. Una manovra «senza coraggio e visione», che «non toglie le ragioni della nostra mobilitazione a partire dalla manifestazione di sabato (domani, ndr)» a Roma con 200 associazioni. «Indicheremo la Via Maestra per la Costituzione e la pace, contro la precarietà e per un futuro diverso», ha detto il segretario generale della Cgil intervistato da Repubblica. Mescolare temi seri come i salari con intemerate antifasciste rende l’idea dell’approccio e del momento. E rende pure l’idea dell’asse che si sta formando. Il riferimento è agli attuali vertici del Pd. «I primi di dicembre organizzeremo una grande conferenza sull’Europa con le forze sindacali, politiche e sociali che vogliano difendere con noi il patrimonio costituzionale comune nato dalla lotta al nazifascismo» , ha rimarcato ieri Elly Schlein alla direzione del Pd. «Lo faremo nel nome e nel ricordo di David Sassoli», ha aggiunto dimostrando a sua volta di essere in cerca di altre bandiere. La strada che la coppia Landini-Schlein sta imboccando porta diritta a Bruxelles e in qualche modo si incrocerà con Enrico Letta. Quest’ultimo sta lavorando per il Consiglio Ue con l’obiettivo di stilare un report sulle opportunità del mercato unico e sta cercando come interlocutori quelle parti sociali che potranno godere del timbro di europeisti. E guarda caso Landini si sta munendo del nuovo timbro. Da tempo, per giunta. Già a maggio andò in trasferta a Berlino per il congresso della confederazione europea dei sindacati, con un risalto che mai era stato concesso in precedenza. Insomma, il salario minimo e la tutela della Costituzione, le bandiere dalla pace e ma anche il futuro delle pensioni sono slogan politici. E basta. Dispiace per quei lavoratori che pagano la tessera e che attendono da anni il rinnovo dei propri contratti.
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L’allarme: le norme verdi alzano i costi e favoriscono i gruppi che operano all’estero.
(Ansa)
Il colosso cinese offre un superbonus da 10.000 euro per i clienti che rottamano i vecchi modelli. La promozione sostiene il fatturato mentre calano gli utili e le immatricolazioni. Più forte la concorrenza dei marchi orientali che dominano il mercato.
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