
Il cardinale Matteo Zuppi, scelto dal Papa per mediare in Ucraina, ha parlato pure di riforme costituzionali.«C’è un bisogno di casa a costi accessibili. La protesta degli studenti è una spia significativa di un più vasto disagio silenzioso». Ha fatto riferimento alle mobilitazioni contro il caro affitti degli universitari che hanno piantato le tende davanti agli atenei il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, nella seconda giornata della settantasettesima assemblea dei vescovi italiani aperta lunedì da papa Francesco. «Non c’è vita degna e non c’è famiglia senza casa. Il piano della costruzione di alloggi pubblici è rimasto abbandonato da anni. Non fu così nei primi decenni del Dopoguerra. Perché l’Italia, da anni, non si fa casa ospitale per le giovani coppie e per chi non ha casa? Può essere utile la riconversione di parte del patrimonio pubblico per l’edilizia popolare». Poi il porporato ha aggiunto: «C’è un’Italia che soffre. I giovani, le famiglie, gli anziani, i senza casa, i precari, i poveri. La solitudine è una povertà in più. Quella delle periferie urbane, delle aree interne, parte importante per l’ecologia umana e ambientale dell’Italia di domani». Al di là del bilancio del cammino sinodale, il cardinale nonché arcivescovo di Bologna, nella sua prolusione, dopo il pensiero agli alluvionati dell’Emilia Romagna, ha toccato molti temi dell’attualità lanciando velati richiami alle scelte del governo di Giorgia Meloni. Ha invocato «politiche lungimiranti» per quanto riguarda la famiglia e la natalità, criticando chi «arriva a giustificare la cosiddetta maternità surrogata, che utilizza la donna, spesso povera, per realizzare il desiderio altrui di genitorialità», l’accoglienza ricordando che «accoglienza e natalità non si contrappongono», che «la vita per crescere e generare vita, ha bisogno di casa e di lavoro», denunciando la logica del lavoro povero e della precarietà, e ribadendo il bisogno di «migranti per vivere» e lamentando le difficoltà burocratiche ha auspicato un’accelerazione sulle regolarizzazioni dei profughi e sullo ius culturae. Zuppi si è soffermato anche sulle riforme istituzionali, sottolineando che «decisivo è il metodo. Per cambiare la Costituzione è necessario ritrovare uno spirito costituente, come fu nel Dopoguerra, in cui tutte le parti sentirono la responsabilità comune». Per questo «un primo banco di prova, come dichiarò il Consiglio permanente nel settembre scorso, è una legge elettorale adeguata e condivisa». Non è mancato però il passaggio, senza fornire dettagli, sulla difficile missione che Zuppi dovrà affrontare: «La guerra è una pandemia. Ci coinvolge tutti», ha affermato il cardinale sottolineando che Francesco gli ha appena affidato «l’incarico di condurre una missione in accordo con la Segreteria di Stato che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina, nella speranza, mai dimessa dal Santo Padre, che questo possa avviare percorsi di pace». E, ha aggiunto il cardinale, «parlare di pace non vuol dire non riconoscere le responsabilità o non schierarsi. Siamo il popolo della pace. Per noi la pace non è solo un auspicio, ma è la realtà stessa della Chiesa, che germina, come il segno di pace, dall’Eucaristia e dal Vangelo». Bergoglio ha scelto proprio il presidente della Cei come mediatore, forse per la sua esperienza: quando era un sacerdote della basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma aveva svolto lo stesso ruolo nel processo di pacificazione che portò, dopo 17 anni, migliaia di morti e quasi quattro milioni di profughi e sfollati, alla fine della guerra civile in Mozambico.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.