2021-10-31
Cattolici Usa infuriati per l’asse Papa-Biden
Il presidente stamattina assisterà alla messa a San Pietro, ma ieri ha già ricevuto la comunione nella chiesa di San Patrizio. La Santa Sede non ha confermato né smentito l'appoggio di Jorge Bergoglio al politico che in patria ha assunto la linea pro aborto.Il colloquio tra papa Francesco e il presidente Usa Joe Biden, un faccia a faccia di 75 minuti avvenuto in Vaticano venerdì, sta suscitando polemiche nel mondo cattolico. In particolare, a destare scandalo è quanto affermato dall'inquilino della Casa Bianca, secondo cui nell'incontro il pontefice gli avrebbe detto che lo ritiene «un buon cattolico», dandogli il placet per continuare a fare la comunione.Biden ha pure detto ai giornalisti che nel colloquio non è stata toccata la questione dell'aborto, tema di forte conflitto tra le posizioni di Washington e quelle dei vescovi americani, che sono rimasti sbigottiti da quanto accaduto. Anche perché la Santa Sede e Matteo Bruni, il direttore della Sala Stampa, non hanno né confermato né smentito le parole del presidente.Tutto ciò, secondo quanto sottolineato dal National Catholic Reporter, ha generato sconcerto tra i prelati americani più conservatori che, dall'incontro tra il Papa e Biden, si aspettavano ben altro. Appena tre giorni fa, su Twitter, il vescovo di Providence, Thomas Tobin aveva affermato che «il persistente sostegno di Biden per l'aborto è un imbarazzo per la Chiesa e uno scandalo per il mondo», augurandosi che tale «questione cruciale» emergesse nell'udienza col Santo Padre.L'ultima speranza cui tanti cattolici, americani e non solo, ora si aggrappano è che Biden, nelle sue rivelazioni ai media durante la photo opportunity in occasione dell'incontro con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi, abbia mentito; perché se il Papa avesse davvero definito «un buon cattolico» il presidente Usa sarebbe di una gravità inaudita. Giova a tal proposito ricordare che l'ex vice di Obama è stato eletto col generoso sostegno finanziario di Planned Parenthood, la più micidiale e spregiudicata fabbrica di aborti del mondo. Non solo.Le stesse posizioni assunte da Biden una volta insediato alla Casa Bianca sono finora risultate lontanissime dagli insegnamenti della Chiesa. Ancora a giugno la Catholic League for Religious and Civil Rights, un'organizzazione cattolica americana attiva dal 1973 in difesa del diritto dei cattolici di partecipare alla vita pubblica senza discriminazioni, aveva pubblicato President Biden's Policies: Departures from Catholic Teachings, otto dense pagine in cui erano raccolte le «deviazioni» dalla dottrina cattolica del presidente che pure, formalmente, cattolico dovrebbe essere.Morale, solo nei mesi di presidenza, come confermato da Bill Donohue, che della Catholic League è la guida, Biden e la sua amministrazione hanno calpestato gli insegnamenti della Chiesa ben 30 volte; e questo non solo con riferimento all'aborto, ma anche ad altri versanti, come quello del transgenderismo.Basti ricordare che, col decreto firmato dal democratico il giorno della sua entrata in carica, si è data una nuova interpretazione della sezione 1557 del Patient protection and affordable care act per includere nel divieto di discriminazione sulla base del sesso quella «sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere», cosa che obbliga i medici ad avviare al «cambio di sesso» i minori affetti da disforia di genere, pena l'accusa di discriminazione. Per questo, lo scorso agosto l'American college of pediatricians e la Catholic medical association - rappresentative di 3.000 medici - hanno incaricato gli avvocati dell'Alliance defending freedom, un'organizzazione legale no-profit, per fare causa all'amministrazione Biden.Appare dunque comprensibile che lo scenario che il Papa consideri il presidente Usa «un buon cattolico» generi incredulità e sconcerto. E poi c'è il tema della comunione. Questa mattina alle 9, secondo quanto riferiscono i bene informati, il presidente Usa andrà a messa nella basilica di San Pietro, che sarà celebrata in forma privata ma non da papa Francesco. Già questo è un fatto inedito – non era mai successo che un presidente, seppur come privato cittadino, fosse presente ad una celebrazione eucaristica in Vaticano –, ma se Biden, secondo quanto da lui riferito dopo l'incontro con papa Francesco, dovesse fare la comunione, sarebbe difficile contenere l'indignazione dei vescovi e dei cattolici Usa. Già vari sacerdoti statunitensi, proprio per le sue inaccettabili posizioni sull'aborto, hanno infatti negato al politico democratico la comunione; e questo già quando Biden ancora non sedeva alla Casa Bianca. Resta abbastanza celebre, in proposito, quanto accaduto nell'ottobre 2019 quando il futuro presidente, fermatosi nella chiesa di Sant'Antonio a Florence, si vide negare appunto la comunione dal reverendo Robert E. Morey. Un diniego, in quel caso, motivato dell'abortismo risaputo e mai rinnegato da parte di Biden.Il fatto è che è da allora ad oggi, come provano il report della Catholic League e quanto ricordato, gli atti e i provvedimenti di Washington contrari agli insegnamenti della Chiesa si sono moltiplicati. Ne consegue come, se stamane davvero Biden prendesse l'eucaristia le conseguenze sarebbero esplosive. Anche perché nel frattempo l'ha già presa: è accaduto ieri nella chiesa di San Patrizio a Villa Ludovisi, riferimento della comunità americana, dove il presidente si è fermato per la messa della vigilia. Erano presenti circa 30 persone e le guardie di sicurezza, coi coniugi Biden in ultima fila, delimitata come «riservata».Non resta dunque, ora, che vedere se questo fatto – già grave, dato che è in conflitto col Codice di diritto canonico - si ripeterà oggi in Vaticano. Sarebbe una clamorosa sconfessione di quei vescovi e sacerdoti Usa che, come padre Morey, coraggiosamente hanno richiamato Biden alle sue responsabilità.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.