
L'ex magistrato costituzionale propone di istituire un organo per «tenere d'occhio» il governo. Commissariando gli elettori.Sarà perché, come scrive lui, le opposizioni sono «incapaci di presentare» un'alternativa; sarà perché noi illetterati, alle urne, ci lasciamo ammaliare dalle sirene del populismo; ma stando a quanto sosteneva ieri Sabino Cassese sul Corriere della Sera, siamo in emergenza. Il nostro «sistema costituzionale», lamenta l'ex giudice della Consulta, «sta subendo una inedita torsione». A portarlo alla rovina saranno Lega e 5 stelle, che hanno costituito un governo retto da duumviri (Luigi Di Maio e Matteo Salvini), in spregio al Parlamento e persino agli organi collegiali dei due partiti. Il leaderismo minaccia le istituzioni e la Corte costituzionale, che si deve limitare a vigilare sulle leggi licenziate dalle Camere, da sola non può fermare l'avanzata dei barbari. Cosa propone allora il «competente» giurista per impedire l'apocalisse? Un «organo di equilibrio e correzione, un organo che possa ricordare che il presidente del Consiglio dei ministri “dirige la politica generale del governo e ne è responsabile", non media tra i ministri; che i ministri sono a capo di amministrazioni pubbliche e debbono compiere il proprio dovere di amministratori, non andare in giro a fare dichiarazioni; che il ministro dell'Interno non deve imbracciare un mitra […]; che l'attività legislativa spetta al Parlamento». Cassese non ci spiega cosa dovrebbe essere precisamente questo organo. Parrebbe un ente a metà tra un governo ombra e la giuria di qualità di Sanremo. Il prof non ci racconta chi lo dovrebbe plasmare. Servirà una riforma costituzionale? O basterà un decreto (divino) del presidente della Repubblica? E come si comporrà il collegio dei sorveglianti? Ci si entrerà per elezione a suffragio ristretto (votano solo i laureati con 110 e lode) o per cooptazione? E chi starà al vertice? Non sarà mica che il sapiente Cassese, dopo essere stato docente universitario, membro del Cnr, ministro per la Funzione pubblica (in un governo tecnico, s'intende), presidente di varie commissioni, componente del Consiglio superiore dell'Istat, giudice della Corte costituzionale (450.000 euro lordi all'anno), membro del cda dell'Ufficio dei cambi, della Olivetti, di Autostrade Spa (sì, quella dei Benetton: 700.000 euro in sei anni), di Assicurazioni Generali Spa, di Lottomatica Spa, presidente del Banco di Sicilia e scusate se tralascio qualcosa, vuole aggiungere al curriculum la carica di presidente della giuria degli esperti di Palazzo Chigi? A pensar male si fa peccato, per cui escludiamo che quella di Cassese sia un'autocandidatura. D'altra parte, il giurista ha rimproverato agli esponenti dell'esecutivo gialloblù «un'età media nettamente superiore a quella degli italiani». Lui, che di anni ne ha 83, non vorrà che la creatura che ha ideato diventi un comitato di gerontocrati. E poi - non per fare i pignoli - chi controllerebbe i savi di Sabino? Come risolverebbe lui l'antico dilemma, quis custodiet ipsos custodes?È singolare che Cassese si sia accorto adesso di un fatto che caratterizza le democrazie occidentali da decenni: il potere esecutivo tende a sovrapporsi al Parlamento e al sistema dei partiti subentra la leadership carismatica. Negli Usa succede da 50 anni, in Italia da una trentina, ma lui s' è sentito minacciato soltanto quando al potere sono arrivati i populisti. Chi tiene d'occhio il governo, si chiede giustamente Cassese? Già: ad esempio, chi teneva d'occhio Mario Monti ed Elsa Fornero mentre distruggevano la domanda interna e depauperavano gli esodati? Chi controllava il governo Renzi mentre barattava gli 80 euro con l'invasione di migranti? Come mai l'allarme rosso scatta solo ora, con Salvini ministro e vicepremier?Curioso è anche che l'ex membro della Consulta non abbia dedicato una parola ai suoi colleghi, che con la sentenza sul suicidio assistito hanno battezzato il metodo dell'ultimatum al Parlamento (per fargli approvare la legge stabilita da loro). Tutto ciò è normalissimo. Anzi, non è abbastanza. Ci vuole di più. Ci vogliono gli ottimati che mettano sotto tutela 5 stelle e Lega (soprattutto la Lega) e correggano le infauste scelte degli italiani. Questi ultimi, è evidente, non sono capaci di scegliere per sé stessi; serve qualcuno che impedisca al popolo bue, preda dei volgari istinti in cui sguazzano i sovranisti, di farsi del male da solo. Bisogna che Cassese, o un altro «competente» in sua vece, «al riparo dal processo elettorale», per dirla con Monti, spieghino al governo cosa può e cosa non può fare. Come con un bambino. Non a caso, un «competente» come il filosofo Immanuel Kant l'avrebbe definito paternalismo - e lo avrebbe liquidato come il principale nemico della libertà. Ma cosa conta la libertà se poi devi vendere i Btp ai mercati e farti approvare la legge di bilancio dalla Commissione europea? Se gli elettori si affidano ai barbari, non resta che ignorarne la volontà e commissariarne i rappresentanti. Non abolendo la democrazia, ma dandole una sistematina. Quel tanto che basta a conservare la facciata, svuotando l'interno. Noi ignoranti non ce ne accorgeremo nemmeno. L'operazione sarà indolore.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.