2025-04-18
La Cassazione schiaffeggia Sala. A rischio i negoziati sui cantieri
Beppe Sala (Imagoeconomica)
Le Residenze Lac restano sotto sequestro. Incertezza sulla mediazione di Mr Expo.Tra le migliaia di famiglie «sospese» in attesa di avere la propria casa a Milano c’è chi se lo aspettava. Perché la decisione presa ieri dalla Cassazione di dichiarare inammissibile il ricorso della Nexity Milano Parco della Cave srl contro il sequestro del cantiere «Residenze Lac» in via Cancano non è molto dissimile da quella che era già stata presa a dicembre per un altro cantiere. Continua così la fase di stallo per le migliaia di appartamenti bloccati dalle inchieste sull’urbanistica della procura di Milano. Dopo che il sindaco Beppe Sala si è proposto come mediatore tra Procura e costruttori per risolvere la questione, non si vedono grossi passi in avanti. Anzi, la presa di posizione arrivata dalla Suprema Corte rischia in parte di minare la strategia introdotta dal sindaco per «salvare» chi ha pagato appartamenti e case bloccati dalla magistratura. Si incrina, quindi, per Sala e l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi quella possibilità di un tavolo «allargato» - Procura, costruttori e istituzioni cittadine - in grado di trovare un’intesa che sblocchi i cantieri fermi da mesi? Lo si scoprirà nelle prossime settimane. Sala aveva ufficialmente accordato la sua «benedizione» alla richiesta delle famiglie. «Apriamo un tavolo con Procura e costruttori per avere dati certi e provare a mediare una soluzione», aveva spiegato al termine dell’incontro di due ore con la delegazione del comitato. Un’apertura che, fino a ieri, pareva gettare le basi per un’intesa extra giudiziaria capace di sbloccare risparmi di una vita e ridare gambe ai progetti incagliati.Tuttavia, sentenze come quella ieri - che conferma il sequestro disposto dalla gip Lidia Castellucci e già ribadito dal Tribunale del Riesame lo scorso settembre - non solo rendono più complessi i negoziati, ma fanno anche giurisprudenza, imponendo di fatto criteri di valutazione stringenti sulle modalità di pianificazione urbana nelle nuove costruzioni. Anche se, sul fronte politico amministrativo, resta viva la possibilità di un «accordo con la Procura», l’efficacia di una mediazione del primo cittadino viene adesso messa in discussione da un orientamento della Suprema Corte. Del resto la Cassazione ha rigettato il ricorso di Nexity non per vizi formali, ma sul merito della questione, lasciando intendere che le motivazioni addotte dalla difesa - basate sulla presunta legittimità della Scia (segnalazione di inizio lavori) al posto di un vero e proprio piano attuativo -non avrebbero retto al vaglio sostanziale. Le torri da 9, 10 e 13 piani, con i loro 77 appartamenti, sono state ritenute interventi di «nuova costruzione» con un significativo impatto urbanistico, senza la preventiva approvazione di un piano particolareggiato esecutivo o di lottizzazione adeguato.Le stesse ragioni hanno indotto i giudici del Riesame (Savoia, Ambrosino e Alonge) a respingere il ricorso in primo grado, e ora trovano conferma definitiva in Cassazione. Una conferma che, come anticipato, incide sulla possibilità di accordi «in deroga» o dilazioni procedurali, sancendo un principio a favore di controlli più rigorosi e di un’applicazione ferrea delle norme vigenti.Non va poi dimenticato che già a dicembre la Cassazione aveva bocciato un altro ricorso analogo (quello sul cantiere di via Lepontina 7), nonostante si fosse ventilata la speranza di rivedere la disciplina urbanistica attraverso la cosiddetta «legge Salva Milano». Un provvedimento poi definitivamente affossato a marzo, sotto il peso dell’inchiesta per corruzione che ha travolto l’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, tra gli artefici - insieme ad alcuni consulenti delle imprese - della bozza normativa.Alla Camera, mercoledì scorso, in risposta a un question time, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha ribadito il suo impegno per risolvere lo stallo urbanistico che sta penalizzando 15.000 famiglie in buona fede a Milano. Proponeva già nel 2024 una norma per sbloccare le ricostruzioni, poi accantonata. Ora chiede chiarezza e collaborazione: «Il Mit è pronto ad accompagnare l’iter e riscrivere il Testo Unico dell’edilizia».
Giancarlo Fancel Country Manager e Ceo di Generali Italia
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