2024-11-27
Il caso Unicredit divide il governo: Forza Italia si smarca dalla Lega
Flavio Tosi (Imagoeconomica)
Dopo gli attacchi di Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, Alberto Bagnai spinge per la riforma di Bankitalia, accusata dal Carroccio di non aver vigilato. Flavio Tosi e Antonio Tajani sono di altro avviso: «La politica non deve immischiarsi». Fdi tace.Il conflitto tra Forza Italia e Lega diventa sempre più acceso e a tutto campo. Non è sempre facile trovare un terreno comune fra i due partiti della maggioranza. Si infiamma, infatti, il conflitto sull’offerta d’acquisto lanciata da Unicredit su Banco Bpm. La lacerazione tra Forza Italia e Carroccio è ogni giorno più profonda. Tacciono invece in casa di Fratelli d’Italia. Non una parola è stata spesa finora da Giorgia Meloni e nemmeno da altri esponenti del partito. Non importa se di grande o piccolo calibro.Un silenzio, ovviamente, imposto dal premier che ancora non ha scelto da che parte stare in questa partita decisiva per la nuova mappa del potere economico e finanziario in questo Paese. Tutt’altra musica tra i due partiti della maggioranza. Da una parte Salvini che, insieme con il ministro Giorgetti, si schiera contro il blitz di Andrea Orcel. Il ministro dell’Economia invoca anche il diritto di veto attraverso il golden power Unicredit secondo Salvini sarebbe da considerare una banca straniera perché i principali azionisti sono gli americani di Blackrock e i tedeschi di Allianz. Una lettura estrema della finanza considerando che la banca guidata da Orcel ha sede a Milano e paga le tasse in Italia. Secondo questo parametro nemmeno Banco Bpm sarebbe una banca italiana visto che al primo posto nel libro soci ci sono i francesi di Crédit agricole e poi il solito Blackrock. Dall’altra della barricata c’è Tajani che invece chiede ai partiti di fare un passo indietro lasciando che sia il mercato a esprimersi. «La politica non deve immischiarsi in queste operazioni», ha dichiarato al termine del G7. A suo parere, l’operazione rientra nelle regole del mercato europeo e «questo tocca alla Bce». Il libero mercato va difeso e tutelato, anche quando si parla di acquisizioni di banche italiane, come quella in corso tra Unicredit e Banco Bpm.Dello stesso avviso Paolo Barelli, capogruppo azzurro alla Camera che ricorda che negli ultimi 20 anni il sistema bancario italiano si è rafforzato, arrivando a superare diversi competitor internazionali. L’Italia deve concentrarsi sulla creazione di banche più grandi, capaci di competere sul mercato europeo. «Non si tratta di operazioni sotto il controllo diretto della Banca d’Italia, ma è la Bce a vigilare», ha precisato.Completamente opposto il giudizio di Matteo Salvini che aveva visto con molto favore la combinazione tra Banco Bpm e Mps. Un blocco finanziario di grande rilevanza con forti radici nel Nord Est che rimane sempre il campo trincerato della Lega. Il vicepremier parlando a margine di un convegno sul Ponte sullo Stretto, ha dichiarato che la fusione tra Unicredit e Banco Bpm ridurrà le opportunità per i consumatori. «Un giorno tu chiederai un mutuo e se il tasso sarà alto, non potrai andare in un’altra banca perché non ci sarà più concorrenza», ha avvertito. Secondo il ministro questa operazione potrebbe danneggiare le Pmi, che storicamente sono il target di Banco Bpm. Lunedì Salvini aveva accusato Banca d’Italia di non aver vigilato abbastanza su quello che bolliva in pentola a Milano. Alberto Bagnai, responsabile economico del Carroccio ha colto la palla al balzo. Ha comunicato che la Lega sta per presentare alla Camera la proposta di legge, già depositata in Senato nella legislatura precedente, sull’adeguamento del sistema di governo di Banca d’Italia ai migliori standard europei. «Come dimostrano le esperienze degli altri Stati membri», dichiara Bagnai, «un coinvolgimento del Parlamento è indispensabile per evitare una pericolosa autoreferenzialità della vigilanza».Ma ormai il duello è molto acceso, fatto di attacchi e parate e viceversa. E così alle dichiarazioni di Salvini e Bagnai risponde Flavio Tosi, eurodeputato di Forza Italia, secondo cui l’operazione Unicredit-Banco Bpm rappresenta una buona mossa per il sistema bancario italiano. Una dichiarazione di qualche peso considerando che Tosi è stato sindaco di Verona in quota Lega. Una netta apertura di credito verso Unicredit tanto più significativa perché la sede legale di Banco Bpm è proprio a Verona. «Meglio operazioni Italia su Italia piuttosto che essere comprati da soggetti esteri», ha detto, pur sottolineando le possibili difficoltà sul piano occupazionale, in particolare a Verona, dove le due banche hanno una forte presenza.
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