
La Procura agrigentina ha aperto un fascicolo sulla base degli esposti presentati dagli avvocati dell'Ong. Matteo Salvini impugna la revoca al divieto di ingresso. Il medico nega l'emergenza: «Gli sbarcati? Non erano malati».Prosegue il braccio di ferro intorno alla Open arms, l'imbarcazione della Ong spagnola che staziona ormai da 15 giorni a largo di Lampedusa. Sulla nave sono rimasti in 134, dopo che nella notte tra mercoledì e giovedì quattro persone sono state fatte scendere per ragioni mediche. «Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente», ha twittato ieri mattina l'Ong con tono melodrammatico, «l'umanità lo impone». La situazione potrebbe giungere a una rapida svolta dopo che ieri sera la Procura ha reso noto di aver aperto un fascicolo per sequestro di persona e abuso d'ufficio, che si va a unire a quello già avviato a carico di ignoti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nella mattinata di ieri i legali avevano depositato un esposto alla Procura di Agrigento, lamentando l'impossibilità di completare i soccorsi nonostante l'ordinanza del Tar del Lazio abbia revocato il divieto di ingresso. Il caso continua a creare frizioni anche sul piano politico. Giovedì il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva ribadito la volontà di non firmare il decreto, motivando la decisione con la necessità di tutelare la «parte seria del governo». La Commissione europea ha poi fatto sapere che sei Paesi (Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna) hanno dato disponibilità ad accogliere i migranti presenti sull'imbarcazione. «La situazione in cui le persone sono bloccate in mare per giorni e settimane è insostenibile», ha dichiarato la portavoce europea Vanessa Mock. Ma sulla pronuncia del Tar il Viminale promette guerra. Come si apprende da fonti in serata, l'Avvocatura dello Stato ha ricevuto mandato di impugnare la decisione che revoca il divieto di ingresso nelle acque territoriali. Le stesse fonti hanno specificato che per il momento «nessun Paese europeo ha avanzato passi formali in direzione dell'accoglienza degli immigrati a bordo, mentre l'Italia sta ancora aspettando che gli altri stati mantengano la parola data e prendano in carico quanti promesso in passato».Nella giornata di ieri ha tenuto banco anche lo scontro sulla presunta emergenza sanitaria a bordo della Open Arms. L'intervento del personale medico è stato invocato dalla Ong come una misura «urgente», viste le «complicazioni mediche che richiedono cure specializzate». Tuttavia, secondo il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa Francesco Cascio gli immigrati soccorsi godevano in realtà di ottima salute. «C'è qualcosa che non funziona perché tra i 13 migranti fatti scendere dalla Open Arms (altri 9 era stati fatti evacuare l'altra sera, ndr) solo uno aveva una otite, gli altri non avevano alcuna patologia come abbiamo accertato in banchina, infatti sono stati tutti condotti nell'hotspot», ha dichiarato Cascio. «Eppure», ha aggiunto il medico, «dalla relazione dello staff Cisom risulta che a bordo ci sarebbero persone con diverse patologie, tra cui 20 casi di scabbia». Tutto molto strano, perché secondo le carte delle quali è entrata in possesso l'Ansa, la relazione medica firmata dal medico Katia Valeria Di Natale e dall'infermiere Daniele Maestrini dello staff Cisom parla chiaro: «La situazione generale vede condizioni igienico-sanitarie pessime: spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone. I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri, non c'è possibilità di deambulare, sono presenti solo due bagni chimici e spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano». Viene spontaneo chiedersi perciò a che gioco stanno giocando gli spagnoli. Gli ultimi, sconcertanti sviluppi della vicenda hanno provocato le ire del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Balle! Siamo davanti all'ennesima presa in giro della Ong spagnola su nave spagnola, quella Open Arms che per giorni ha girovagato nel Mediterraneo al solo scopo di raccogliere più persone possibili per portarle sempre e solo in Italia. In tutto questo tempo sarebbero già andati e tornati in un porto spagnolo tre volte! Queste Ong invece fanno solo battaglia politica, sulla pelle degli immigrati e contro il nostro Paese. Ma io non mollo». L'Ong furbescamente sceglie di non rispondere in maniera diretta al ministro, prima avviando un silenzio stampa di qualche ora («A causa della situazione di emergenza in cui ci troviamo non possiamo rispondere a media e stampa») e poi pubblicando l'esito del rapporto stilato da Emergency sui minori stranieri non accompagnati, con il quale si ritiene «auspicabile che si proceda al loro immediato sbarco per ovviare a un aggravamento de loro già precario stato psicologico». E proprio a supporto della Open Arms erano intervenuti poco prima con un comunicato congiunto il fondatore Oscar Camps e lo stesso fondatore di Emergency Gino Strada. Tramite una nota pubblicata nel pomeriggio su Facebook i due denunciano come «negli ultimi giorni la situazione si è ulteriormente aggravata con atti di autolesionismo e minacce di suicidio che rendono ingestibile la situazione e mettono in pericolo imminente di vita le persone a bordo», augurandosi per questo motivo un intervento già «nelle prossime ore».
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
La capitale in versione insolita: in giro dal ghetto ebraico a Villa Borghese, tra tramonti, osterie e nuovi indirizzi.
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Un saggio riscrive la storia della musica: Lennon si ritraeva come il Führer e Clapton amava il superconservatore Powell.
L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.






