2020-10-26
Caro Sala, le sue distrazioni le paghiamo noi
Caro sindaco Sala, non è la prima volta che lei è stato distratto. Ricordo per esempio che quando fece l'autocertificazione per diventare commissario dell'Expo dimenticò di segnalare di avere una villa in Svizzera e una in Liguria. Può capitare, si capisce, quando uno ha molti possedimenti e poca memoria, le dimenticanze sono all'ordine del giorno. Lei venne assolto dal giudice, non ci furono conseguenze penali e dunque quel vuoto di memoria restò semplicemente come una momentanea debolezza personale.C'è chi dimentica le sigarette, chi dimentica di comprare i biscotti al supermercato. Lei ha dimenticato una casa a Sankt Moritz. Capita. Forse non a tutti, ma ecco: capita.Non so se dopo quella spiacevole circostanza, lei abbia preso qualche provvedimento per ovviare al problema: cura al fosforo? Pesce azzurro? Frutta secca? Cioccolato fondente? In ogni caso sembra migliorato molto. Per esempio durante il suo mandato da sindaco molti milanesi si sono domandati se si fosse distratto anche sulle condizioni in cui vivono alcuni quartieri, per non dire del suk che è diventata la Stazione centrale. Lei ha continuato a dire che ci vogliono più immigrati, ha partecipato alle marce di solidarietà, ha voluto fare della città la capitale dell'accoglienza, e tanti cittadini, che si sono trovati a pagarne le conseguenze, quando avevano paura ad uscire di casa la sera o rischiavano la vita per andare a prendere un treno, si domandavano: non è che il sindaco si è dimenticato di noi come della sua casa di Sankt Moritz?Però, ecco, oggi le scrivo perché l'altro giorno la sua memorabile mancanza di memoria (scusi il gioco di parole) ha dato un'altra prova straordinaria. Lei, infatti, insieme a tutti i sindaci, mercoledì pomeriggio ha condiviso con il governatore Fontana l'ordinanza della Regione Lombardia che imponeva il coprifuoco e altre restrizioni. Poi, il giovedì mattina, ha detto che non era d'accordo con la misura della didattica a distanza per gli studenti delle superiori contenuta in quella medesima ordinanza. Le hanno chiesto: ma perché non l'ha detto prima, quando ne discutevate? E lui ha risposto (Rtl 102.5, c'è l'audio): «Non me n'ero accorto perché mi ero distratto». Lei capisce che la sua distrazione sta diventando un problema. Per lei. Ma anche un po' per noi.Già all'inizio della pandemia, in effetti, caro sindaco, sia era distratto e non si era accorto della pericolosità del virus: quando già eravamo in stato d'emergenza, andava in giro a mangiare involtini cinesi e prendersi aperitivi perché #milanononsiferma. Invece Milano si è fermata eccome. Ora è tornato a distrarsi quando c'era da leggere con attenzione un'ordinanza che limita le libertà dei suoi cittadini. E allora mi viene da chiederle: con tutto il rispetto, caro sindaco, come possiamo fidarci della sua memoria così fragile? Lo dico anche perché so che ha grandi ambizioni, da Palazzo Marino vorrebbe puntare su Palazzo Chigi (sempre ammesso che non si distragga e sbagli strada). Vedremo. Ma per lo meno, finché c'è l'emergenza Covid, potrebbe almeno farsi un nodo al fazzoletto per ricordarsi di essere presente a sé stesso? Perché altrimenti l'unica cosa davvero da dimenticare, alla fine, sarà lei.