2024-03-11
Caro Parenzo, ora ti sei convertito al dialogo?
Caro David Parenzo, ti scrivo perché ti voglio bene come a un fratello, come diresti tu alla Zanzara. E dunque, dopo averti espresso solidarietà per l’aggressione subita alla Sapienza di Roma, vorrei rivolgerti una fraterna domanda: ma davvero? Davvero ti accorgi solo ora che quelli che ti hanno aggredito sono «imbevuti di ideologia» e «senza nessuna voglia di discutere», come hai scritto nella tua letterina da Alice nel Foglio delle meraviglie? Davvero ti accorgi solo ora che «hanno perso una grande occasione»? Non lo sapevi prima? Non lo sapevi quando quegli stessi «imbevuti di ideologia» aggredivano Daniele Capezzone e tu minimizzavi («Cosa vuoi che sia…»)? Non lo sapevi quando impedivano di parlare a Eugenia Roccella e tu li difendevi («Hanno solo fischiato»). Non lo sapevi quando sfasciavano le vetrine e le teste dei poliziotti e tu stavi dalla loro parte? O pensavi che spaccare vetrine e teste dei poliziotti fosse, quella sì, una dimostrazione di «voglia di discutere»?Siccome ti voglio bene, come a un fratello, rinuncerò a chiedermi, come sia possibile che l’università La Sapienza non abbia accettato come relatore Papa Ratzinger e abbia accettato te. Qui siamo dell’idea che chiunque abbia libertà di parola, anche se non si rende conto di quel che dice, come troppo spesso anche a te accade. Ma pensaci bene: tu hai sempre fatto lo stesso con gli altri? Perché, per dire, ai non vaccinati anziché la libertà di parola volevi garantire uno sputo nel piatto? Perché a chi non indossa ciecamente la divisa Nato in Ucraina, anziché libertà di parola, riservi insulti e aggressioni? Ricordo che una volta hai liquidato Alberto Contri, stimato professionista che criticava Zelensky, dicendogli: «Tu ti lavi la faccia nel bidet». Che cos’era? Una dimostrazione della tua voglia di discutere?Padovano trapiantato a Roma, ben inserito nel mondo che conta, tu, caro amico fraterno, sei bravissimo nello sdottoreggiare su tutto senza essere mai diventato dottore. Tra i tuoi titoli accademici, la laurea in piaggeria e il master in adulazione del potente. La laurea vera no, quella l’hai mancata per dedicarti con soddisfazione alla carriera giornalistica: una lunga gavetta tra tv locali e giornali falliti, passando per testate e trasmissioni in qualche modo autobiografiche (Il clandestino, Titanic…) prima di arrivare alla notorietà. A spingerti sempre il desiderio di dialogo con tutti. Come quando hai detto a un ristoratore con simpatie a destra: «Prima di preparare il tiramisù ti metti le mani nel c.». O come quando hai detto al sindaco di Terni Bandecchi: «Tu devi essere rieducato», dimostrando che l’idea di democrazia che ti è più vicina è quella della Corea del Nord. Un ascoltatore della Zanzara qualche tempo fa si è preso la briga di raccogliere gli epiteti da te rivolti a Enzo Spatalino, conduttore di una tv locale con idee non proprie simili alle tue: «Sacco di m.», «pigmeo del pensiero», «brutto schifoso fallito», «latrina della stazione centrale», etc. Potrebbero sembrare insulti, si capisce. In realtà sono soltanto una dimostrazione della tua insopprimibile voglia di discutere senza pregiudizi con tutti, specialmente quelli che la pensano diversamente da te. Esattamente come hanno fatto con te l’altro giorno gli aggressori della Sapienza. Che noi, ovviamente, condanniamo.
Ecco #DimmiLaVerità del 16 ottobre 2025. Ospite il deputato della Lega Davide Bergamini. L'argomento del giorno è: "La follia europea dei tagli all'agricoltura e le azioni messe in campo per scongiurarli".