2023-05-15
Caro Lo Russo, c’è anche il diritto alla sicurezza
Caro Stefano Lo Russo, caro sindaco di Torino, è bello che lei voglia trasformare la sua città nella «città dei diritti». E perciò mi domando: quando inizia a tutelare anche il diritto dei suoi cittadini a girare per strada senza venire aggrediti? A gestire un negozio senza aver paura di essere rapinati? Ad avere una casa senza trovarsela occupata? Quando difende il diritto di chi paga le tasse di vivere nel proprio quartiere senza finire ostaggio di spacciatori e delinquenti? Non le sembrano anche questi diritti da tutelare? O l’unico diritto da tutelare è l’egoismo delle coppie omosessuali?Si direbbe di sì, almeno a vederla sul palco del teatro Carignano, nel grande evento di qualche giorno fa. Lei insieme a 300 suoi colleghi arrivati da ogni parte d’Italia, tutti con la fascia tricolore, e il giurista Gustavo Zagrebelsky che vi invitava alla disobbedienza civile (disobbedienza civile con la fascia tricolore, ovvio), mentre emeriti commentatori spiegavano che chi parla di famiglia fondata sul matrimonio non conosce la Costituzione perché la Costituzione quando parla di famiglia fondata sul matrimonio non vale. Assurdità? Sì, ma in certe circostanze il buon senso è bandito. Altrimenti si finirebbe per ammettere che, per tutelare davvero i bambini, bisognerebbe tutelerebbe il loro diritto ad avere una mamma e un papà, e magari a non essere strappati dal grembo materno dopo il parto per essere venduti al miglior offerente.Ma tant’è. Non voglio avventurarmi con lei in questa discussione, caro sindaco. Mi preme di più capire, per esempio, che cosa ne pensa del diritto alla sicurezza nella sua città, perché mi risulta che i suoi concittadini siano molto preoccupati. E poi mi preme capire che cosa ne pensa del diritto a non essere sfruttati dei lavoratori della Rear, la cooperativa della sinistra torinese che da anni sottopaga i suoi dipendenti. A questo proposito, magari, fra un patto arcobaleno e l’altro, lei mi sa rispondere: perché gli enti pubblici della città anziché assumere direttamente passano tutti da questa società? Ed è vero, come accusa la Procura, che i soldi risparmiati con le paghe da fame finiscono indebitamente nelle tasche di qualche big del Pd? E perché lei non ha ancora riferito sull’argomento? Non le stanno forse a cuore i diritti?Hanno scritto che lei, appena eletto, ha rinnovato gli arredi del Comune facendo comprare una settantina di comode poltrone fra cui una da 5.500 euro per il suo ufficio. Non ci posso credere, naturalmente. Lei è troppo impegnato a difendere i diritti per pensare alle poltrone. Anche tutte quell’ansia di far nomine, di cui l’hanno accusato e quella festa da 52.000 euro (a carico dei contribuenti) per festeggiare il suo primo anno, seppur non brillantissimo, di attività: tutte accuse sicuramente ingiuste. Come quando, quest’inverno, l’hanno criticata perché Torino è andata in tilt per un po’ di neve: quelle malelingue non sanno che lei non può occuparsi di neve perché è troppo impegnato a difendere i diritti. Lei pensa al patto per le famiglie gay, chiaro. Lei pensa alla città arcobaleno. Per questo a Torino se ne vedono ormai di tutti i colori.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)