
Se grazie ai soldi del premio fossi ricca e potente, potrei ridurre a zero quella tragica pratica e ricordare al mondo che un bimbo ha bisogno di un padre e di una madre. Perché libertà fa rima con responsabilità.Caro Babbo Natale, caro Santa Claus, già San Nicola da Bari, che portavi il paniere nelle case dove una donna povera aspettava un bimbo perché il piccolino avesse il necessario, puoi farmi avere il premio Nobel per la letteratura, tanto ormai lo danno veramente a tutti? Non perché me ne freghi qualcosa dell'opinione di tre accademici svedesi che da sempre considero tre inutili se non dannosi, come considero assoluti inutili se non dannosi i loro colleghi norvegesi che danno il Nobel per la pace, ma perché sono un pozzo di quattrini. Puoi darmi anche il posto di ministro dell'Istruzione e puoi darmi la potenza (per questo mi servono i soldi del premio Nobel e il posto da ministro), per contrastare, annientare , ridurre a zero in tutto il mondo l'immonda pratica dell'utero in affitto, per poterla descrivere sui libri di testo scolastici per quella che è, povere donne che subiscono lo sfruttamento peggiore, bimbi cui il padre sottrae la madre, il crimine più ignobile.Carissimo San Nicola, sei il mio santo preferito dopo San Michele Arcangelo e San Giuseppe, uomo mite che però aveva un'ascia, perché i due misteri più belli, una donna e un bambino, non potevano essere affidati a un uomo disarmato. San Michele, San Giuseppe e San Nicola, la spada, l'ascia e il paniere per i bimbi poveri: da soli non ce la facciamo. Anche San Gennaro ha dimissionato, quest'anno il sangue non si è sciolto. In genere vuol dire che sono cavoli. Dopo aver discusso di etica con calibri come Monica Cirinná e di cultura con calibri come Valeria Fedeli, dopo aver preso lezioni di coraggio da tizi che non hanno nemmeno gli attributi per appiccicare la parola islamico alla parola terrorista quando i terroristi islamici ci sterminano come cani. San Michele Arcangelo, San Giuseppe e San Nicola, abbiamo bisogno di voi.Combattere per affermare che l'erba è verde. Diceva Gilbert Keith Chesterton che verrà il momento in cui dovremo combattere per dichiarare che l'erba è verde. Il momento è venuto. Dobbiamo combattere. Dobbiamo combattere per affermare che gli uomini sono maschi e le donne sono femmine e che nascono rispettivamente maschi e femmine, nascono diversi per completarsi, amarsi e proteggersi a vicenda, e mettere a mondo dei bambini e amarli e proteggerli.Dobbiamo combattere per affermare che un bambino ha bisogno di un padre e una madre, per crescere in maniera armoniosa, che ha il diritto di conoscere le proprie ascendenze. Dobbiamo combattere per affermare che, se un bambino ha subito la tragedia di aver perso i propri genitori, deve essere affidato alle due persone che più di ogni altro possano sostituirli: una coppia costituita da un uomo e una donna.Dobbiamo combattere per affermare che la libertà non è fare quello che si vuole: questo è il concetto di libertà per bambini e adolescenti. La libertà è assumersi la responsabilità di quello che si sta facendo, in relazione a sé stessi e al mondo.Guardare pornografia non è libertà, ma irresponsabilità, un usare la vita e la sessualità di altri, una vota e una sessualità che malamente vendono. È quindi una mancanza di libertà e inchioda all'onanismo, cioè a una sessualità, anzi a una non sessualità adolescenziale. L'aborto è una perdita di responsabilità, la madre non si assume la responsabilità della vita del piccolo. Noi siamo liberi quando ci assumiamo responsabilità, quando mettiamo a letto i bambini, quando combattiamo per quello in cui crediamo, quando affrontiamo la nostra lunghissima quotidianità e la portiamo a termine per proteggere e amare. Il resto sono deliri di onnipotenza.
Ansa
Centinaia di tank israeliani pronti a invadere la Striscia. Paesi islamici coesi contro il raid ebraico in Qatar. Oggi Marco Rubio a Doha.
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Considerato un superfood, questo seme (e l’olio che se ne ricava) combatte trigliceridi, colesterolo e ipertensione. E in menopausa aiuta a contrastare l’osteoporosi. Accertatevi però di non essere allergici.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Parla Roberto Catalucci, il maestro di generazioni di atleti: «Jannik è un fenomeno che esula da logiche federali, Alcaraz è l’unico al suo livello. Il passaggio dall’estetica all’efficienza ha segnato la svolta per il movimento».
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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