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Per favore dite a tutti dove troverete i soldi

Per favore dite a tutti dove troverete i soldi
ANSA

Come abbiamo cercato di spiegare ieri, commentando il Contratto per il governo di cambiamento messo a punto dalla strana coppia Salvini-Di Maio, il problema non è che cosa c'è scritto nel programma sottoscritto da Lega e 5 stelle, ma ciò che non c'è scritto. A leggere il documento, in fondo, vi si trovano propositi di buon senso mischiati ad altri assolutamente generici, talmente generici da essere indefiniti. Dire che si vuole un'acciaieria che non inquini e allo stesso tempo mantenere i livelli occupazionali, che significa? Che l'Ilva la si tiene aperta oppure che la si chiude?

Tuttavia, fin qui siamo al quadro generale, quello in cui Salvini e Di Maio raccontano ciò che intendono fare una volta al governo. Leggendola, come scrivevamo ieri, non si ha la sensazione che i due intendano ribaltare l'Italia come un calzino, per usare un'espressione cara all'ex pm Camillo Davigo, ma cercare appunto di cambiarla. Desta preoccupazione tutto ciò? Al momento, per quanto ci riguarda, no. Molte delle cose scritte, dall'espulsione dei clandestini all'arresto e alla detenzione di ladri e rapinatori, dalla costruzione di nuove carceri allo stop ai cambi di casacca, sono richieste contenute nei programmi di centrodestra per anni. Dunque, che cosa c'è di preoccupante? A nostro parere nulla.

Scrivendo questo, però, intendiamo dire che un elettore moderato debba guardare con favore la nascita del governo giallo-blu? No, e spieghiamo subito l'apparente contraddizione. Scrivendo senza pregiudizi che nel Contratto si possono trovare argomenti in larga parte condivisibili da un italiano di centrodestra che abbia a cuore la legge e l'ordine, non si può nascondere che su tutto il programma gravi un gigantesco punto interrogativo riguardante i conti pubblici. Certo, è bello leggere che dopo sette anni si metterà mano alla Fornero, modificando i parametri per l'accesso alla pensione. E così pure fa piacere che tra le intenzioni dei futuri ministri vi sia la voglia di ridurre le aliquote fiscali a due percentuali, il 15 e il 20. Si può poi essere contrari all'aumento delle pensioni minime, consentendo a settantenni e ottantenni di campare con 280 euro in più? Ovvio che no. Ma tutto questo bengodi chi lo paga? Dove li trovano i soldi Salvini e Di Maio? Molti giornali, quasi tutti dichiaratamente contrari a questo governo essendo organi dell'establishment, hanno provato a fare i conti in tasca al nuovo governo. C'è chi parla di 70 miliardi, altri di 110, qualcuno addirittura di 170 miliardi. Dove li trovano i mezzi per finanziare tutto ciò i due dioscuri di Lega e 5 stelle? Metteranno la tassa patrimoniale? Introdurranno una imposta di successione oppure ci manderanno in bancarotta dilapidando nostri risparmi? Taglieranno le pensioni a chiunque ne abbia una che non sia al minimo oppure solo a chi non se la sia guadagnata? Ecco le domande che si rincorrono nella testa di un italiano medio. Noi non crediamo che gli elettori siano contrari a un governo dei due partiti vincenti, prova ne sia che i consensi dei 5 stelle tengono e quelli della Lega addirittura salgono e non di poco. Chi li ha votati, insomma, crede in loro e non nei menagramo che prefigurano disastri. I richiami allarmati dell'Europa, che ogni giorno non ci fa mancare il proprio pronunciamento non richiesto, non hanno fatto cambiare idea a chi ha votato Lega, ma semmai ha indotto altri elettori a puntare sul partito di Salvini.

Ciononostante, da osservatori senza pregiudizi, che non prendono parte alla quotidiana lapidazione della Lega e dei 5 stelle e guardano con rispetto al tentativo di dare vita a un governo che sia la sintesi di istanze tanto diverse fra Nord e Sud, non possiamo però tacere sulla questione delle coperture. Lo abbiamo scritto ieri e lo ribadiamo oggi, in particolare a Salvini, che ha raccolto molti consensi di imprenditori e liberi professionisti dell'area più sviluppata del Paese. Al momento di chiedere la fiducia, i partiti che compongono la maggioranza che si va formando hanno l'obbligo di spiegare come finanzieranno il loro programma. Non basta dire che si diminuiranno le tasse, si manderanno in pensione prima le persone e si darà un reddito a chi non ce l'ha. Serve qualche parola in più per essere certi che non avvenga ciò che è avvenuto in passato, ossia che lo Stato si riprenda con gli interessi ciò che ci ha dato. Va bene sottoscrivere il programma di governo di fronte al notaio, ma davanti agli italiani bisogna firmare una postilla che assicuri che non ci saranno fregature.

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«Ho provato anch’io un “Truman Show”»
Giovanna Rei (Getty Images)
L’attrice napoletana Giovanna Rei: «Ne “Il Protagonista” facevo credere a un ragazzo di amarlo, ho vissuto una vita fittizia per un mese Fu uno scherzo terribile. Carlo Vanzina ha cambiato la mia esistenza, al suo funerale ho pianto come a quello di mio nonno»

Giovanna Rei è un’attrice che ha conosciuto la grande notorietà, senza inseguirla, spesso quasi per caso, ma non hai mai avuto paura di fare un passo indietro pur di difendere se stessa e la sua vita. È appena apparsa nella serie tv Noi del Rione Sanità di Luca Miniero, trasmessa da Rai 1 con ottimi riscontri di pubblico. Una buona occasione per fare il punto sulla sua carriera.

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Il Gourmet Bus porta in giro le eccellenze della nostra tradizione culinaria. A bordo nella sosta romana il ministro Santanchè: «Noi meglio dei francesi, ma siamo disuniti».

Se pochi giorni fa qualcuno avesse sottovalutato lo storico riconoscimento che l’Unesco ha accordato alla cucina italiana, da quest’anno patrimonio culturale immateriale globale, è il ministro del Turismo Daniela Santanchè, a bordo del Gourmet Bus, a spiegare cosa significhi: «Non è soltanto una questione di immagine, che pur è importante, ma di numeri, perché aiuta e fa crescere il valore delle nostre aziende, dei nostri ristoratori e si traduce in posti di lavoro stabili. Nel settore del turismo abbiamo ancora molti lavoratori stagionali che vorremmo stabilizzati. Grazie a riconoscimenti come questo potranno lavorare di più, anche 12 mesi l’anno». Non solo: secondo le associazioni di settore il titolo riconosciuto dall’Unesco potrà determinare nell’arco di due anni un incremento dei flussi turistici fino all’8%, pari a circa 18 milioni di pernottamenti aggiuntivi.

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Bottiglie di spumante a rischio col regolamento Ue sugli imballaggi
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Per il consorzio del riciclo, le norme in discussione penalizzano i contenitori di vetro scuro e spesso, tipici ad esempio del Prosecco e fondamentali per il metodo classico. Un regalo agli Stati del Nord, senza vino.

Messaggio in bottiglia da Bruxelles: per boicottare il vino ci occupiamo del vetro, così come suggerito dai tedeschi. Cancellare le bottiglie scure in vetro pesante vuol dire impedire che in Europa si producano spumanti, a cominciare dallo Champagne, e olio extravergine di oliva. Vuol dire sottrarre all’Ue un ammontare di esportazioni che vale circa 11 miliardi (8 dagli spumanti, 3 dall’extravergine). Tutto perché nella nuova direttiva sugli imballaggi, figlia del Green deal (che è durissimo a morire), c’è scritto: «Entro il 2030 un imballaggio o una bottiglia costituiti per più del 30% del proprio peso da materiale non riciclabile non può più essere messo in commercio». È il seguito del regolamento sugli imballaggi che si pensava fosse stato accantonato: prevede che il vuoto a perdere sia riciclato al 90%, però si continua a discutere se debba invece essere del tutto abolito (si fa fatica a pensare che uno vada - tanto per restare nel vino - a Beaune a farsi rabboccare La Tâche o da Antinori a chiedere di fare il pieno di Solaia), e ancora se debbano andare fuori commercio le bottiglie che pesano più di 700 grammi.

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«Porterò in Senato il caso di Andrea, ferito dai rapinatori e mai risarcito»
Maurizio Gasparri (Ansa)
Maurizio Gasparri: «Sono gravemente indignato. Lui e i suoi genitori meritano la tutela negata dalle lungaggini della burocrazia».

Fuori è già Natale. Ma dentro la casa della famiglia Furlan, a Padova, non ci sono addobbi. L’ultima volta che mamma Cristina e papà Fabiano hanno fatto l’albero era il 2013. Pochi giorni dopo, la sera del 14 dicembre, un bandito entra in un supermercato e spara a suo figlio Andrea, allora ventitreenne, assunto al Prix Quality Spa di Albignasego da appena due mesi.

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