2023-08-08
La capitana verde spacca la sinistra tedesca
La candidatura con Die Linke di Carola Rackete, passata dai migranti alla CO2, manda su tutte le furie l’ala «sovranista» del partito, contraria alle riforme che danneggiano i vulnerabili. I deputati: «La nostra leadership è ottusa». E gli elettori fuggono verso Afd.Come ha ben sintetizzato qualcuno, lo scontro è tutto lì: tra chi può permettersi di pensare alla fine del mondo e chi è costretto a pensare alla fine del mese. In soldoni, questa è la divisione che sta lacerando i verdi tedeschi di Die Linke attorno alla candidatura di Lady Sperone Carola Rackete. La capitana, passata la moda migratoria, ha deciso di riciclarsi come ambientalista, sempre col medesimo atteggiamento di sudditanza totale al discorso progressista dominante. In effetti non si discosta di un millimetro dalle posizioni del Sinistrato Unico Internazionale: straparla di riduzione delle emissioni e di fine del fossile, insiste ovviamente sull’accoglienza indiscriminata, si atteggia a patriota ucraina (seppure con non troppa convinzione) e proclama di volersi battere contro i pericolosi fascisti che hanno preso il potere in Europa, Italia compresa. Giorni fa ha annunciato in pompa magna la sua discesa in campo pure ai giornali nostrani: «Alle elezioni 2024 corro da indipendente con Die Linke. Punto alla socializzazione delle compagnie dei combustibili fossili», ha detto a Repubblica. «Se vogliamo fermare la crisi climatica, dobbiamo ritenere responsabili i responsabili. Mi spiego: le grandi compagnie di petrolio, gas e carbone che hanno causato la crisi climatica, devono essere socializzate», ha ribadito. «Vanno presi i profitti che hanno fatto derubando la Terra e vanno distribuiti per finanziare la transizione ecologica». Sono esattamente dichiarazioni tronfie di questo genere ad aver fatto indispettire la componente della Linke che i detrattori indicano come «rossobruna» e «sovranista», guidata dalla deputata Sahra Wagenknecht. Quest’ultima è una delle figure più interessanti della sinistra europea, autrice di un pamphlet uscito di recente anche in Italia con il titolo Contro la sinistra neoliberale (Fazi editore). Nel libro, l’affilata Sahra demolisce la retorica dell’accoglienza senza limiti, martella i luoghi comuni della tiritera liberal e propone un ecologismo del tutto diverso dalle baggianate di Ultima generazione. Scrive ad esempio: «Illude sé stesso e anche gli altri chi intende convincere la gente che la chiave per salvare il nostro pianeta sia cambiare il proprio stile di vita. Se poi la politica tenta ancora di incoraggiare a seguire il nuovo e auspicato modo di vivere servendosi di tasse sulle emissioni di CO2, rincarando il prezzo della carne e maggiorando il prezzo dei biglietti a tariffa ridotta, raggiunge anzitutto un unico obiettivo: quello di far reagire con avversione crescente i meno privilegiati non appena sentono parlare di “clima”. Infatti, non sfugge loro che l’ampollosa retorica del salvataggio del pianeta alla fine si riduce semplicemente al fatto che il loro riscaldamento, la loro corrente elettrica, la loro benzina, il loro cibo e le loro vacanze dovranno subire dei rincari notevoli». Difficile non condividere. La Wagenknecht insiste: «Il pacchetto dei provvedimenti decisi dal governo federale tedesco alla fine del 2019, in risposta al movimento Fridays for future, inasprisce l’esistenza dei ceti mediobassi e dei più poveri», scrive, «senza farci avanzare neanche di un passo verso la sostenibilità del clima. Quanti vivono in campagna, che da tempo non è più servita da servizi di treni o autobus, continueranno ad andare al lavoro e a fare la spesa con il loro diesel, perché i costi dell’autovettura elettrica chic restano proibitivi per la maggior parte di loro, nonostante il contributo statale. E chi ha una casa un po’ fuori mano col riscaldamento a gasolio, al quale ci sono unicamente alternative più care, continuerà a utilizzarlo come ha fatto sinora, solo che spenderà ancora di più». Bastano queste poche righe a demolire il traballante edificio del Rackete-pensiero. Ovviamente, propendere per la linea della Wagenknecht significherebbe per i verdi germanici uscire dai confini stabiliti dai salotti buoni. Cosa che la leader del partito, Janine Wissler, non sembra proprio intenzionata a fare, anzi. Oltre a Carola, infatti, la tutto sommato giovane guida della Linke (classe 1981) ha scelto di puntare su un’altra figurina umanitaria: Gerhard Trabert, medico attivista creatore a Magonza di un Ambulatorio senza frontiere. Queste decisioni hanno suscitato l’ira di una bella fetta del movimento, condensata in un articolo pubblicato sul Tagesspiel dal parlamentare Klaus Ernst, ripreso l’altro giorno dal Manifesto. «La proposta dei vertici della Linke di nominare Rackete, che non è iscritta al partito, come candidata di punta per le prossime Europee, scavalcando tutti gli organi decisionali interni, dimostra ulteriormente l’ottusità della leadership politica della Sinistra», ha scritto Ernst. Di nuovo, non ha tutti i torti, anche perché Die Linke non sta ottenendo grandi risultati, vegetando attorno al 5% dei consensi. Per altro, a rubare voti ci pensa anche Afd, che ultimamente - soprattutto sul versante economico - ha spinto molto sul sovranismo e sulla critica al capitalismo woke, come dimostra il volume programmatico firmato da Maximilian Krah, candidato di punta alle europee e dunque, anche simbolicamente, primo sfidante della Rackete. Si può ironizzare finché si vuole sulla convergenze degli (apparenti) opposti e sulle sovrapposizioni tra i sovranisti di sinistra e quelli di destra. Resta la ferita da cui siamo partiti, la separazione fra chi può pensare alla fine del mondo e chi deve pensare alla fine del mese. E quest’ultimo, sempre più spesso, non vota a sinistra. Con buona pace di Carola.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.